Cosa si dice di “Luke Cage”
È la nuova serie di Netflix sul supereroe afroamericano già visto in “Jessica Jones”, fortissimo e invulnerabile
Dal 30 settembre su Netflix si può guardare Luke Cage, la nuova serie tv sui supereroi della Marvel prodotta dalla piattaforma di streaming. Luke Cage è fatta di 13 episodi di durata compresa tra i 46 e i 65 minuti. È la terza serie tv di Netflix dedicata a un supereroe della Marvel: prima sono venute Daredevil, di cui ci sono due stagioni, e Jessica Jones, in cui già compare il personaggio di Luke Cage. L’interprete principale della serie è Mike Colter, che ha esordito nel 2004 nel film Million Dollar Baby e nel 2012 ha recitato sia in Zero Dark Thirty che in Men in Black 3. In Luke Cage compare anche Rosario Dawson, il cui personaggio, l’infermiera Claire Temple, era già comparso in Daredevil e in Jessica Jones.
Una curiosità sulla serie è che tutti gli episodi hanno per titolo il nome di una canzone del duo hip hop Gang Starr; un’altra è che gli episodi contengono – come tutti i film Marvel – un cameo di Stan Lee, il fumettista della Marvel che ha inventato i personaggi di Spiderman, Hulk, dei Fantastici Quattro, di Iron Man e degli X-Men, tra gli altri. Dopo Luke Cage, Netflix metterà online anche Iron Fist, una serie dedicata a un altro supereroe Marvel: come già succede nei film dell’universo cinematografico Marvel, i supereroi di queste serie tv si incontreranno nella futura serie crossover The Defenders.
Chi è Luke Cage
Luke Cage è stato il primo supereroe nero a essere protagonista di una serie di fumetti personale, nel 1972, e ora è anche il primo supereroe nero ad avere la propria serie tv. La serie è ambientata a New York, ma gli eventi si svolgono soprattutto nel quartiere di Harlem, invece che a Hell’s Kitchen come in Daredevil e in Jessica Jones. La storia da supereroe di Luke Cage inizia quando viene incarcerato per un crimine che non ha commesso, e per non stare in prigione si offre volontario per un esperimento che lo rende invulnerabile. È questo il suo potere principale: la sua pelle non può essere scalfita, al punto che è anche impossibile fargli un’iniezione. Oltre all’invulnerabilità della pelle, Luke Cage è anche fortissimo.
La serie inizia dopo che Luke Cage si mette a lavorare part-time come spazzino nel negozio da barbiere dell’ex gangster Pop, ad Harlem, un quartiere abitato in prevalenza da afroamericani. Cage lavora anche come lavapiatti nel locale notturno Paradise, gestito dal boss criminale Cornell “Cottonmouth” Stokes. All’inizio Cage non vuole farsi notare, ma non riesce a non intervenire di fronte alle violenze compiute dal gruppo di Cottonmouth. Gli eventi della stagione avvengono dopo quelli narrati in Jessica Jones, ma le due serie sono abbastanza indipendenti. In Luke Cage il personaggio di Jessica Jones – che nella sua serie ha una relazione con Luke Cage – non compare nemmeno. Può però essere utile sapere chi è Reva Connors: la moglie di Luke Cage uccisa prima degli eventi di Jessica Jones. Alcune cose che succedono in Luke Cage al personaggio di Claire Temple dimostrano che gli avvenimenti della serie avvengono in contemporanea a quelli della seconda stagione di Daredevil.
Il Luke Cage dei fumetti è considerato un esempio del cosiddetto “blaxploitation” (da “black“, cioè “nero”, ed “exploitation“, che significa “sfruttamento”): fa parte cioè di quei prodotti culturali realizzati a partire degli anni Settanta per un pubblico di afroamericani, che spesso contenevano stereotipi razzisti o ridicolizzavano le persone nere. Al contrario, la serie Luke Cage è influenzata dal recente movimento Black Lives Matter, fondato per protesta contro le violenze della polizia americana sui neri: Cheo Hodari Coker, ideatore della serie, ha spiegato che il cappuccio spesso indossato da Luke Cage è un omaggio a Trayvon Martin, il diciassettenne afroamericano ucciso dal vigilante George Zimmerman il 26 febbraio 2012 a Sanford, in Florida. A un certo punto poi si vede Luke Cage leggere Uomo invisibile di Ralph Ellison, un famoso romanzo sulla condizione degli afroamericani pubblicato nel 1953.
Cosa si dice di Luke Cage
Sul Guardian il critico Ben Child ha scritto che la prima stagione di Luke Cage (in particolare, i primi sette episodi) parte in modo molto lento. Scrive anche però che dato che la serie non è trasmessa su un canale televisivo, ma può essere guardata tutta di seguito online, questo non è necessariamente un difetto. Child scrive che «Luke Cage può essere tranquillamente guardata anche da chi solitamente non si appassiona alle storie di supereroi», grazie ai molti riferimenti culturali nella serie, a partire della colonna sonora, che mette insieme i Wu-Tang Clan e Nina Simone. Secondo Child l’unica debolezza della serie è il modo in cui gli sceneggiatori l’hanno collegata alle altre storie dell’universo Marvel: in particolare l’arrivo di Claire Temple ad Harlem è un po’ artificioso, secondo lui.
Secondo Daniel Fienberg di Hollywood Reporter, Luke Cage non è una grande serie di supereroi, ma è divertente e tratta argomenti attuali e rilevanti: parla di un ragazzo nero che è invulnerabile ai proiettili. Come Child, Fienberg ha apprezzato i riferimenti culturali e la colonna sonora, ma scrive che nella serie i classici elementi delle storie di supereroi mancano un po’. Ad esempio, all’inizio Luke Cage non è messo in difficoltà dai suoi nemici, come capita di solito, ma è subito molto forte e superiore. Anche le relazioni di Luke Cage con i personaggi femminili risultano un po’ strane, e non tanto coerenti con quelle di Jessica Jones. Un’altra cosa curiosa che nota Fienberg è che nonostante Luke Cage non indossi un costume o una maschera, nessuno lo riconosca come un supereroe nella vita di tutti i giorni.
Kwame Opam su The Verge ha scritto una recensione molto positiva: dice che non è soltanto un’ottima serie tv, ma qualcosa da vedere assolutamente. Mike Hale del New York Times è rimasto meno entusiasta: dice che Luke Cage, nonostante sia interessante e piena di cose belle, non è al livello di Jessica Jones. Secondo Hale, Colter era migliore nel ruolo subalterno che aveva in Jessica Jones e in Luke Cage non sembra a suo agio nell’essere il protagonista. Dice anche Hale che il messaggio anti razzista della serie è raccontato in modo banale rispetto a quello anti sessista di Jessica Jones.