Il nuovo “puck” dell’hockey
Una competizione internazionale sta testando un nuovo dischetto, con chip e sensori che forniscono dati sulle partite: molti sono a favore, qualcuno è dubbioso
Da qualche giorno è stata introdotta una rilevante novità nell’hockey su ghiaccio, uno degli sport di solito più legati al passato: riguarda il puck, il disco alto circa due centimetri e mezzo e dal peso di circa 160 grammi che i giocatori colpiscono con le mazze e cercano di mandare in rete. Il puck che stanno usando i giocatori che partecipano alla World Cup of Hockey (che finirà l’1 ottobre con la finale tra Canada ed Europa: dopo ci arriviamo) ha infatti chip e sensori a infrarossi utili per tracciare e capire meglio alcuni importanti parametri di gioco, per esempio la velocità del disco. Anche i giocatori stanno indossando divise con sensori simili a quelli del puck, per raccogliere informazioni precise sui loro movimenti durante la partita. I sensori emettono segnali a infrarossi, che vengono ricevuti, archiviati e analizzati.
Il nuovo puck è per ora stato accolto in modo positivo dalla maggior parte dei giocatori – lo svedese Henrik Sedin ha detto di non essersi nemmeno accorto della differenza – ma è soprattutto utile alle televisioni, che lo sfrutteranno per spiegare meglio le partite. L’accoglienza positiva non era però scontata: a fine anni Novanta Fox Sports (il canale che allora trasmetteva le partite di NHL, il più importante campionato di hockey del mondo) fece usare dei puck luminosi, e non andò benissimo. I puck avevano luci blu che diventavano rosse quando venivano colpiti con forza. Quei puck – chiamati FoxTrax – non piacquero né ai giocatori né a gran parte degli spettatori, e furono abbandonati nel 1998.
I nuovi puck sono stati sviluppati da Supervision, una società di tecnologie applicate allo sport, e dalla National Hockey League, la NHL. Sono stati presentati alla World Cup of Hockey perché è una competizione diversa dal Campionato mondiale di hockey (che si è tenuto a maggio, ed è stato vinto dal Canada) ed è organizzata direttamente dalla NHL. La World Cup of Hockey ha meno squadre di un Mondiale, si gioca con le regole NHL e la cosa più particolare è che c’è una squadra per l’Europa, in cui giocano tutti i giocatori europei di NHL che non sono svedesi, norvegesi, finlandesi, cechi o russi (che giocano invece nella propria Nazionale).
Hank Adams, CEO di Sportvision, ha detto che i nuovi puck «potrebbero cambiare il modo in cui l’hockey è giocato, ma anche quello in cui ci si allena»: oltre che per le tv i nuovi dati sono infatti utili anche per le squadre. Per testare i nuovi puck quelli di Supervision li hanno sparati da una specie di cannone (simile a quelli usati per le palline da tennis o da baseball) a una velocità di circa 215 chilometri all’ora, molto più del tiro più veloce mai registrato (173 chilometri orari, di un puck tirato da Zdeno Chara nel 2012). I sensori erano già stati provati durante l’All-Star game della NHL del 2015, che però era una gara d’esibizione, non ufficiale.
Le differenze tra i nuovi puck e i FoxTrax degli anni Novanta sono soprattutto due: i nuovi puck non emettono luci per tutta la partita e non sono fatti per essere visti meglio dal pubblico. Stephen McArdle, direttore dell’area di NHL che si occupa di digital media, ha detto che ogni secondo i sensori mandano circa 60 informazioni sul puck e 10 su ogni giocatore: «Sono un sacco di dati, e dobbiamo ancora capire il modo migliore per usarli». In questi dati stanno anche le critiche fatte da alcuni giocatori ai nuovi puck: il Wall Street Journal ha scritto che c’è chi ritiene che i dati inviati siano troppi, e che ci sia il rischio di rendere il gioco troppo analitico, guardando solo i numeri e trascurando altri aspetti meno calcolabili del gioco: «Potrebbe portare le squadre a prendere le loro decisioni economiche in base a dati quantificabili che però non tengono conto di cose intangibili, per esempio la leadership di un giocatore».
Per ora tutti i dati sono controllati dalla NHL e dalla Players Association, una sorta di sindacato dei giocatori di hockey: le tv hanno accesso solo a una piccola percentuale dei dati, e non è ancora stato deciso che percentuale fornirne alle squadre. Non si sa ancora se e quando i nuovi puck arriveranno nella NHL.