L’unione civile di due ex suore a Pinerolo
È stata celebrata ieri, ne ha parlato la Stampa raccontando le storie delle due donne e di chi le ha assistite
Mercoledì 28 la Stampa ha raccontato una delle storie di cronaca di cui più si sta discutendo in questi giorni: quella di due ex suore che si sono unite in un’unione civile a Pinerolo, in provincia di Torino. L’articolo è stato ripreso da diversi altri giornali, generalmente come una storia positiva e a lieto fine. La Chiesa cattolica non ha ancora commentato la vicenda.
I dettagli non sono ancora chiarissimi, dato che l’unica fonte su molti aspetti della storia è l’articolo della Stampa. Le due donne vengono chiamate Isabel e Federica, senza citare il cognome (e anche i due nomi potrebbero essere di fantasia). Hanno entrambe 44 anni e si sono conosciute quando erano entrambe suore francescane – non è chiaro di quale ordine – e svolgevano attività missionarie «in Africa». Federica è italiana, mentre Isabel viene da un paese del Sud America e si trovava in Italia grazie a un permesso turistico. Stando sempre alla Stampa, di recente hanno rinunciato ai voti per poter diventare “legalmente” una coppia tramite un’unione civile, cosa che è avvenuta ieri. Il sindaco di Pinerolo Luca Salvai, eletto col Movimento 5 Stelle, ha scritto su Facebook che la celebrazione era prevista per giovedì 29, ma è stata anticipata «per tutelare la privacy delle dirette interessate che non ricercano alcuna pubblicità».
Nei prossimi giorni l’unione verrà anche celebrata in una funzione religiosa presieduta da Franco Barbero, un ex sacerdote “scomunicato” dalla Chiesa nel 2003 per aver scelto di celebrare funzioni religiose per le coppie omosessuali che intendevano sposarsi. Barbero ha precisato alla Stampa di continuare a sentirsi un sacerdote «fino alla punta dei capelli», aggiungendo qualche dettaglio in più sulla vicenda delle due ex suore, che ha seguito personalmente:
«Sono due persone belle, con due lauree importanti. Persone di fede intensissima. Si sono conosciute tre anni fa. La loro è stata una decisione pregata. Hanno riflettuto a lungo, è stato un cammino tormentato. Hanno preso la loro decisione con coraggio, sapendo che non sarebbe stata molto condivisa».
Molto?
«Posso assicurare che non tutti sono stati contrari. Sono state criticate, ma anche capite da alcune consorelle. Così come ci sono tantissimi preti buoni che non condannano questo genere di scelte. E devo aggiungere, per la cronaca, che non è neppure la prima volta che mi capita di sposare due suore».
La CGIL di Pinerolo si è offerta di aiutare le due ex suore a trovare un lavoro. Il segretario cittadino Fedele Mandarano ha fatto però notare che «qui non si tratta soltanto di trovare un lavoro e uno stipendio, ma di un progetto di inclusione». Pinerolo infatti è una piccola città di 35mila abitanti, e come nota il Corriere della Sera, «la paura di non essere assunte per il loro orientamento sessuale adesso è forte».
Nella Chiesa cattolica il celibato è richiesto come condizione essenziale per diventare suora o sacerdote. Possono invece diventare diaconi – cioè quelli che vengono spesso definiti dei “sacerdoti di serie B” – delle persone già sposate nel momento in cui aderiscono al diaconato. Nella loro unica dichiarazione pubblica fino a questo momento, data alla Stampa, le due ex suore hanno parlato della loro scelta in relazione alla Chiesa.
«Dio vuole le persone felici, che vivano l’amore alla luce del sole», dice Isabel. «Chiediamo alla nostra Chiesa di accogliere tutte le persone che si amano», dice Federica.