Il Congresso statunitense ha approvato la legge che permette ai parenti delle persone morte negli attacchi dell’11 settembre di fare causa all’Arabia Saudita, andando contro il veto di Barack Obama
Mercoledì 28 settembre il Senato statunitense e la Camera dei Rappresentanti hanno approvato una legge che permette ai parenti delle persone morte negli attacchi dell’11 settembre 2001 di chiedere un risarcimento all’Arabia Saudita per il suo ruolo nell’attentato, sulla quale nelle scorse settimane il presidente Barack Obama aveva esercitato il potere di veto (cioè aveva bloccato la legge, non firmandola). È la prima volta che un veto di Obama viene respinto dal Congresso statunitense: ora la legge è effettiva, senza l’approvazione di Obama.
Obama si era espresso contro la legge spiegando che «non contribuisce al raggiungimento di questi obiettivi, non aumenta la sicurezza degli americani di fronte agli attacchi terroristici e indebolisce gli interessi vitali degli Stati Uniti».
Il veto di Obama è stato bocciato da deputati e senatori Repubblicani e Democratici: al Senato ha votato contro la legge soltanto Harry Reid del Nevada, mentre hanno votato a favore altri 97 senatori. Alla Camera dei Rappresentanti i voti a favore della legge sono stati 348, contro 77 contrari. La Costituzione statunitense prevede che una legge approvata dal Congresso debba essere firmata dal presidente: se questo non succede, la legge torna al Congresso, che è obbligato a ridiscuterla. Per approvarla senza modifiche, è richiesta una maggioranza dei due terzi per entrambe le camere del Congresso: se questo succede, la proposta diventa legge, senza l’approvazione del presidente.