La ricerca della vita su Europa

Ci sono nuovi indizi sulla presenza di giganteschi getti di vapore d'acqua dalla superficie della luna di Giove, e potrebbe essere solo l'inizio

Un'elaborazione grafica di come si potrebbero presentare i getti di vapore d'acqua sulla superficie di Europa, sullo sfondo Giove (NASA.gov)
Un'elaborazione grafica di come si potrebbero presentare i getti di vapore d'acqua sulla superficie di Europa, sullo sfondo Giove (NASA.gov)

Analizzando le immagini fornite dal telescopio spaziale Hubble della NASA, un gruppo di astronomi ha identificato quelli che potrebbero essere getti di vapore d’acqua intorno alla superficie di Europa, una delle lune del pianeta Giove. La nuova ricerca sembra confermare gli indizi raccolti in passato attraverso altre osservazioni, ma per ora i ricercatori sono cauti e dicono di volere fare altre verifiche, anche se i dati ottenuti tramite Hubble sono molto più solidi dei precedenti e non lasciano molti dubbi. Europa è tenuta sotto controllo da tempo e secondo gli astronomi è tra i principali candidati a ospitare forme di vita nel nostro sistema solare, oltre naturalmente alla Terra.

Europa è solo una delle 67 lune di Giove, il pianeta più grande tra quelli in orbita intorno al Sole, ma è la quarta per dimensione e il sesto satellite naturale più grande di tutto il sistema solare. Fu scoperta da Galileo Galilei all’inizio del 1610, insieme alle lune Io, Ganimede e Callisto: per questo i quattro corpi celesti sono identificati spesso come “satelliti galileiani”. Europa appare come una grande palla di neve: la sua superficie, spessa e ghiacciata, ricopre un gigantesco oceano che si stima contenga il doppio di tutta l’acqua degli oceani terrestri. Lo spessore dello strato di ghiaccio non è noto, ma dalle osservazioni e i movimenti della luna, si ipotizza che vada in profondità per diverse decine di chilometri. E proprio questa crosta ghiacciata così spessa ha finora reso impossibile uno studio più approfondito di Europa: una sonda automatica potrebbe essere inviata sul corpo celeste, ma la perforazione della crosta per raggiungere l’oceano sottostante e analizzarlo sarebbe molto complicata, se non impossibile, da realizzare.

Se confermata, la presenza dei getti di vapore d’acqua è una notizia molto positiva per la ricerca spaziale: in futuro si potrà infatti organizzare una missione verso Europa, con una sonda che passi attraverso quei vapori per analizzarli, evitandosi gli imprevisti e le complicazioni di usare un robot automatico che atterri sulla superficie del satellite per trivellarne la crosta. Ma prima di organizzare una missione di questo tipo, la NASA e i centri di ricerca che collaborano allo studio di Europa vogliono capire meglio che cosa stiamo vedendo grazie ad Hubble.

Per rendere meglio l’idea della scoperta, la NASA ha realizzato questa immagine composta: la sfera grigia è Europa osservata dalle missioni Galileo e Voyager, mentre quella di sfondo è l’immagine realizzata da Hubble nell’ultravioletto, quindi con lunghezze d’onda che non possono essere colte dai nostri occhi. I getti di vapore sono visibili a sinistra del Polo Sud di Europa.

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La recente osservazione dei getti di vapore ha alle spalle una storia un po’ tortuosa. Un gruppo di ricercatori dello Space Telescope Institute di Baltimora, guidato da William Sparks, stava studiando le immagini di Hubble per verificare la presenza di un’esosfera (la parte più esterna dell’atmosfera) su Europa. Per farlo i ricercatori hanno pensato di attendere il passaggio della luna davanti a Giove, cercando una variazione nella luminosità del pianeta che consentisse di rilevare la sagoma dell’atmosfera. E proprio mentre facevano questo tipo di osservazioni, Sparks e colleghi si sono accorti della presenza dei getti di vapore acqueo, che raggiungono un’altezza di 200 chilometri sopra la superficie di Europa. A quanto pare queste eruzioni sono cicliche e sono state osservate in tre distinte osservazioni, sulle dieci eseguite dal gruppo di ricerca in 15 mesi.

Gli astronomi hanno poi confrontato i loro dati con uno studio del 2012, che per la prima volta aveva ipotizzato la presenza dei getti di vapore, sempre grazie alle immagini fornite da Hubble, ma tramite metodi di ricerca e osservazione diversi da quelli di Sparks. I risultati delle ricerche sono compatibili e in un certo senso si rafforzano a vicenda, per questo diversi esperti sono ormai convinti dell’esistenza dei getti di vapore, nonostante le comprensibili cautele di chi ha condotto le ultime ricerche. Conferme definitive potrebbero arrivare in tempi relativamente brevi: la NASA ha in programma di lanciare nel 2018 il James Webb Space Telescope, un nuovo telescopio spaziale molto più potente di Hubble, le cui strumentazioni potranno confermare la presenza dei giganteschi getti di vapore che originano dalla superficie di Europa.