• Moda
  • Lunedì 26 settembre 2016

50 anni di Bottega Veneta

L'azienda italiana, famosa per le borse artigianali e lo stile raffinato, li ha festeggiati con una sfilata piena di modelle famose, da Gigi Hadid a Eva Herzigova

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

Le modelle Gigi Hadid e Lauren Hutton alla sfilata per i 50 anni di Bottega Veneta, Milano, 24 settembre 2016 
(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
Le modelle Gigi Hadid e Lauren Hutton alla sfilata per i 50 anni di Bottega Veneta, Milano, 24 settembre 2016 (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Per festeggiare i suoi 50 anni di attività, l’azienda di moda italiana Bottega Veneta ha organizzato il 24 settembre, durante la Settimana della moda di Milano, una grande sfilata negli spazi dell’Accademia di Brera, dove ha presentato sia la collezione femminile che quella maschile per la primavera/estate 2017. L’amministratore delegato del marchio, Carlo Alberto Beratta, aveva annunciato l’unificazione delle sfilate lo scorso maggio, che sarà riproposta anche nel 2017, in linea con il generale ripensamento dei tempi e dei meccanismi della moda. Bottega Veneta è famosa soprattutto per le borse in pelle intrecciata, che negli anni ha proposto in diverse misure e versioni, ma realizza anche vestiti. La produzione è in Veneto, dov’è nata e dove gestisce anche una scuola che insegna a fare borse in modo artigianale.

Storia di Bottega Veneta

Bottega Veneta fu fondata a Vicenza nel 1966 da Renzo Zengiaro e Michele Taddei che scelsero la parola “bottega” per sottolineare l’aspetto del lavoro artigianale. Il marchio produceva soprattutto borse e articoli di pelletteria, che all’epoca in Veneto non erano così diffusi. Nel 1975 iniziò a realizzare anche scarpe e, alla fine degli anni Novanta, vestiti: la prima collezione venne presentata alla Settimana della moda di Milano nel 1998. Successivamente ha lanciato anche le linee di profumi, gioielli e cose per la casa, sempre nello stile sobrio e lineare tipico dell’azienda. Nel 2001 Bottega Veneta è stata venduta al gruppo Gucci, che oggi fa parte della holding francese del lusso Kering, e che la controlla al cento per cento. Negli ultimi anni Bottega Veneta ha contribuito molto ad aumentare i guadagni della multinazionale, anche se nel primo trimestre del 2016 ha avuto un calo delle vendite dell’8,3 per cento dovuto – secondo Kering – alla diminuzione dei turisti soprattutto in Europa occidentale.

I direttori creativi

Rispetto ad altre case di moda, a Bottega Veneta non ci sono stati moltissimi direttori creativi, anche perché le linee di prêt à porter sono state inserite abbastanza di recente. La prima è stata Laura Moltedo, moglie di Michele Taddei, uno dei due fondatori. Nel 1998 venne assunto come direttore creativo lo stilista inglese Giles Deacon, che si concentrò soprattutto sui vestiti e ottenne subito molto successo, in particolare con la collezione del 2000, particolarmente apprezzata dalla stampa. L’anno dopo, con l’acquisizione del marchio, Gucci assunse Deacon come assistente di Tom Ford, e nominò come nuovo direttore creativo di Bottega Veneta lo stilista tedesco Tomas Maier. Da allora è rimasto a Bottega Veneta, dove disegna le collezioni donna, la prima nel 2005, e uomo, nel 2006, riuscendo a rilanciarne lo stile.

Lo stile

Bottega Veneta è famosa per lo stile molto sobrio, l’utilizzo di colori naturali come il marrone, il tortora, le varie sfumature di beige, il nero, e le linee molto pulite di vestiti e accessori. Le fantasie, per lo più geometriche, sono utilizzate raramente, i capi sono soprattutto vestitini dal taglio classico e molte gonne. Quello di Bottega Veneta è stato definito dagli esperti come un “lusso discreto”, vista anche la scelta di non mettere il logo su borse e accessori. Questa filosofia era già propria dell’azienda negli anni Settanta, come mostra la campagna pubblicitaria “When your own initials are enough” (“Quando le tue iniziali sono sufficienti”), che permetteva di personalizzare i prodotti con le proprie iniziali. Tomas Maier ha mantenuto questo spirito continuando a disegnare capi molto discreti e senza eccessi. L’azienda punta da sempre a materiali di buona qualità, a produrre tutto in modo artigianale, a creare prodotti funzionali con uno stile che duri nel tempo, senza passare di moda.

L’intrecciato

Quello che ha reso Bottega Veneta famosa in tutto il mondo è l’intrecciato, una tecnica che ha inventato e che consiste nell’intrecciare una con l’altra piccole fettucce di pelle, fino a formare un vero e proprio tessuto uniforme per le borse e altri prodotti di pelletteria. È un processo artigianale molto complicato, che va eseguito in piedi – solitamente da almeno due persone per ogni prodotto – e che richiede molta forza delle braccia, seguendo uno schema diagonale molto preciso. La borsa intrecciata più famosa è la Cabat, inventata da Tomas Maier: è molto capiente e senza fodera, e l’interno è bello quanto l’esterno. Ogni pezzo necessita due giorni di lavoro di due artigiani, che intrecciano circa cento fettucce in pelle lunghe 1 metro e 60.

Cabat – Bottega Veneta
Totalluxury

Un altro pezzo famoso è la borsa Knot, una pochette rigida fatta sempre con tessuto intrecciato e caratterizzata da una chiusura a forma di nodo, da cui il nome. Ne sono state fatte decine di versioni e viene inserita in tutte le collezioni ogni volta con qualche nuovo dettaglio.

knot
Bottega Veneta

La formazione

Nel 2006 Bottega Veneta ha aperto a Vicenza la Scuola dei Maestri Pellettieri, dove vengono insegnate le tecniche di lavorazione artigianale della pelle, da come tagliarla a come modellarla, oltre alla tecnica dell’intrecciato. L’azienda ha iniziato una collaborazione con il dipartimento di moda dell’Università IUAV di Venezia, offrendo a 12 studenti la possibilità di formarsi nei suoi laboratori a contatto con gli artigiani. Nel 2012 ha aperto una cooperativa femminile specializzata nella tecnica dell’intreccio.