Le nuove regole per esaminare i miracoli
Il Vaticano ha reso più severe le procedure che portano la Chiesa Cattolica a riconoscere un evento come miracoloso (requisito necessario per essere considerati "santi")
Venerdì 23 settembre, il Vaticano ha pubblicato un nuovo regolamento che riguarda le procedure con cui vengono riconosciuti i miracoli. Il nuovo regolamento è per molti aspetti più severo del precedente e prevede ad esempio che lo stesso caso non possa essere riesaminato più di tre volte e che la Consulta medica, l’organo che esamina le guarigioni per stabilire se si è verificato un intervento soprannaturale, debba approvare una procedura a maggioranza più larga rispetto che in passato. Il riconoscimento delle azioni miracolose è un requisito necessario per essere canonizzati come santi dalla Chiesa Cattolica, che in passato è stata spesso accusata di forzare alcune procedure sulla base di propri interessi, senza seguire un procedimento sufficientemente trasparente.
In particolare, col nuovo regolamento, la Consulta medica potrà richiedere di procedere a ulteriori esami soltanto se ci sarà una votazione con maggioranza di 5 voti su 7, o di 4 voti su 6, a seconda di quanti membri della Consulta sono presenti. In passato la procedura andava avanti in caso di maggioranza semplice. La Stampa sottolinea che già dai tempi di Benedetto XVI la prassi prevedeva comunque l’accettazione del voto solo in caso di maggioranza qualificata. Il nuovo regolamento stabilisce anche che uno stesso caso non può essere riesaminato più di tre volte e ogni volta dovrà essere esaminato da una consulta medica formata da membri diversi rispetto a quella precedente.
La durata della carica di presidente della Consulta medica è stata fissata in cinque anni rinnovabili una sola volta e viene stabilito il dovere di mantenere il segreto per tutti coloro che sono coinvolti nell’esame del presunto miracolo, compresi i promotori della causa di beatificazione. Infine, il regolamento stabilisce che i medici che effettuano l’esame preliminare e i membri della Consulta potranno essere pagati dai promotori della causa solo con bonifico bancario e non più in contanti: probabilmente per tracciare meglio i pagamenti. Il tariffario romano, specifica la Stampa, prevede il pagamento di 500 euro per i medici che effettuano l’esame preliminare e un totale di 3.760 euro per i sette membri della Consulta.
Il nuovo regolamento era in preparazione dal settembre 2015 e fa parte di una generale riforma amministrativa di varie Congregazioni della Chiesa Cattolica. Le Congregazioni sono una sorta di “ministeri” in cui è divisa l’amministrazione ecclesiastica. Quella che si occupa di esaminare i miracoli si chiama Congregazione delle cause dei santi. Con questo nome la congregazione esiste dagli anni Sessanta, ma la sua storia è molto più antica, racconta la Stampa:
il ricorso a periti medici risale all’epoca medievale, un primo albo specifico è del 1743 (Benedetto XIV), una commissione medica e un distinto consiglio medico nel 1948 (Pio XII), i due organismi vennero unificati in una Consulta medica nel 1959 (Giovanni XXIII) e Paolo VI una prima volta nel 1969 e una seconda volta nel 1976 promosse una revisione delle norme del regolamento. Proprio il testo dell’ultima revisione di Papa Montini, che risale al 23 aprile del 1976, si ispira, aggiornandolo, il regolamento pubblicato oggi.