I morti del naufragio di mercoledì sono 162
Una barca con a bordo decine di migranti è affondata vicino alla città egiziana di Rosetta, le operazioni di soccorso sono ancora in corso
Aggiornamento di venerdì 23 settembre: Mohammed Sultan, il governatore della provincia dove si trova Rosetta, ha detto ad Associated Press che finora sono stati recuperati 162 corpi, e che le operazioni di soccorso stanno proseguendo anche venerdì. Circola anche una stima appena più bassa, attribuita da Reuters al portavoce del ministero della salute egiziano, che parla di 133 corpi recuperati.
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Mercoledì mattina c’è stato un altro grave naufragio di migranti nel Mediterraneo: un barcone partito nei pressi di Rosetta, in Egitto, e diretto verosimilmente in Italia è naufragato a 12 miglia nautiche – cioè circa 22 chilometri – dalla costa egiziana. Le prime stime ufficiali parlavano di almeno 150 persone soccorse e di almeno 42 morti, ma è probabile che nelle prossime ore la stima dei morti aumenti.
Mohammed Sultan, il governatore della provincia della città di Rosetta, ha detto ad Associated Press di non sapere quante persone fossero a bordo, probabilmente un numero compreso fra 250 e 400. Alcune persone sopravvissute al naufragio e intervistate da BBC hanno invece raccontato che sulla barca c’erano circa 550 persone, lasciando intendere che i morti potrebbero essere alcune centinaia.
Ancora stamattina Carlotta Sami, portavoce per l’Europa meridionale dell’Agenzia ONU per i rifugiati, ha scritto su Twitter che le informazioni sul naufragio sono ancora «scarse»: al momento, per esempio, non esiste una stima precisa sui dispersi e non è nemmeno chiaro se siano ancora in corso operazioni di salvataggio. Se le stime più alte sui numeri di passeggeri fossero confermate, quello di mercoledì sarebbe uno dei naufragi più gravi avvenuti nel Mediterraneo negli ultimi mesi.
Survivors from the capsized #migrant boat off #Egypt told us about 550 were crammed on board, 70 below deck. pic.twitter.com/wbeDN7vAIb
— Orla Guerin (@OrlaGuerin) September 22, 2016
Diversi testimoni hanno raccontato che prima di partire la barca è rimasta cinque giorni al largo delle coste egiziane, in attesa che si riempisse di passeggeri. A bordo c’erano fra gli altri cittadini egiziani, sudanesi, siriani, eritrei e somali. Il motivo del naufragio non è ancora chiaro, ma un funzionario egiziano ha spiegato a Reuters che «le informazioni iniziali ci dicono che la barca sia affondata perché trasportava più persone di quanto fosse in grado di fare». Ci sono state difficoltà anche durante i soccorsi: il capo del consiglio locale Ali Abdel Sattar ha detto che la guardia costiera egiziana ha iniziato le operazioni di soccorso alle 11, più di cinque ore dopo il naufragio; parlando con Reuters, un pescatore ha aggiunto che «tutte le persone che si sono salvate sono state soccorse da pescherecci locali». Non è ancora chiaro quante persone possano essere rimaste sulla barca al momento del naufragio: il giornalista di Agence France-Presse Haitam el Tabei ha scritto per esempio che secondo alcune testimonianze 104 persone si trovavano nella ghiacciaia della nave, e che solo due sono riuscite a uscire.
Relatives of about missing people of #rosetta sunk boat awaits any good news at the city shore. @AFPphoto @AFPar pic.twitter.com/wp0Z0kMrCm
— Haitham El-Tabei التابعي (@Haithamtabei) September 22, 2016
Una volta trasportate indietro in Egitto, molte persone sopravvissute al naufragio sono state arrestate. Le autorità egiziane hanno detto a BBC che tratterranno i sopravvissuti per alcuni giorni e li interrogheranno per sapere come hanno fatto a entrare nel paese (i sopravvissuti egiziani saranno rilasciati prima degli altri). Associated Press riporta che alcuni sopravvissuti feriti sono stati trasportati negli ospedali egiziani, dove sono stati ammanettati ai letti e sono sorvegliati dalla polizia (che nel frattempo ha detto di avere arrestato quattro persone che facevano parte dell’equipaggio della barca).
Negli ultimi mesi il numero di barconi provenienti dall’Egitto è aumentato, nonostante in molti partano ancora dalla Libia. Nel 2016 il flusso di barconi provenienti dal Nord Africa non si è mai interrotto, alternando periodi con moltissimi arrivi a settimane più tranquille. Secondo le ultime stime dell’Agenzia ONU per i rifugiati, nel 2016 3.358 migranti sono morti o sono stati considerati dispersi nel Mediterraneo.
#egypt shipwreck we have still rough estimates but latest info bring victims to 3358 In less than 9 months #Mediterranean pic.twitter.com/U1mpZqthQe
— Carlotta Sami (@CarlottaSami) September 22, 2016