Cosa deve succedere perché i Democratici statunitensi riconquistino la Camera
Per come sono stati ridisegnati i collegi, serve che molti elettori Repubblicani restino a casa: e potrebbe anche non bastare
di Billy House – Bloomberg
Negli Stati Uniti da diversi anni entrambi i rami del Congresso sono controllati dai Repubblicani: e se al Senato è possibile che i Democratici alle elezioni dell’8 novembre tornino a essere maggioranza, alla Camera è molto improbabile, soprattutto per come sono organizzati i collegi elettorali e per via del cosiddetto gerrymandering. I Democratici che sperano di conquistare la maggioranza alla Camera alle elezioni di questo autunno hanno bisogno dell’aiuto di Donald Trump.
Più precisamente, hanno bisogno di uno storico e larghissimo voto anti-Trump. Per avere qualche possibilità di ottenere i 218 seggi necessari per assicurarsi la maggioranza, infatti, i Democratici l’8 novembre dovrebbero usufruire di una “ondata” di loro elettori ai seggi, mentre molti Repubblicani dovrebbero restare a casa scoraggiati da Trump, rinunciando così a votare anche per la Camera e il Senato. I Democratici in questo modo potrebbero sconfiggere i Repubblicani oggi teoricamente “sicuri” dell’elezione, come il deputato Kevin Yoder del Kansas. Non è un’impresa semplice, dal momento che Yoder è stato rieletto nel 2014 con un margine del 20 per cento. «Se perde Yoder, perdono i Repubblicani», ha detto il politologo della University of Kansas Patrick Miller. Yoder è al terzo mandato – tutti i seggi dei deputati si rinnovano ogni due anni – e rappresenta l’area periferica di Kansas City. Per il Partito Democratico, collegi come quello di Yoder sono il motivo che rende così poco realizzabile la prospettiva di togliere ai Repubblicani la maggioranza alla Camera. Si torna alla questione del gerrymandering: il collegio è stato ridisegnato nel 2012, “eliminando” gli elettori progressisti dalla contea che comprende la città di Lawrence e la University of Kansas, e consegnandolo così saldamente ai conservatori. La Camera statunitense è piena di collegi progettati in modo da rimanere nelle mani del Partito Repubblicano o di quello Democratico, il che aiuta a spiegare perché almeno il 90 per cento dei deputati in carica alla Camera sono stati rieletti nel 2012 e nel 2014.
Gli strateghi Democratici e Repubblicani, accademici e altri politologi indipendenti hanno indicato il caso di Yoder come un esempio delle difficili campagne elettorali locali che il Partito Democratico è obbligato a vincere per riconquistare la maggioranza alla Camera persa nel 2010. Altri esempi sono i seggi di Darrell Issa in California e un seggio “aperto” – dove cioè il candidato in carica non si ricandiderà – in un collegio conservatore dell’Indiana. Per come stanno le cose oggi, è probabile che i Repubblicani mantengano tutti e tre i seggi. «Credo sia difficile che Yoder e Issa perdano, ma vista l’instabilità di Trump e l’interesse dei Democratici in queste campagne elettorali, vale la pena tenerli d’occhio», ha detto Nathan Gonzales, direttore ed editore della newsletter politica Rothenberg and Gonzales Political Report.
Trenta seggi
I Democratici al Congresso stanno facendo del loro meglio per collegare i candidati Repubblicani al Congresso a Donald Trump, il controverso candidato del partito alla presidenza. Per ribaltare quella che al momento è la più larga maggioranza Repubblicana dal 1928 – 247 seggi a 186 – i Democratici dovrebbero guadagnare 30 seggi. Due seggi che in precedenza erano occupati da Democratici sono al momento vacanti. Gli strateghi del Partito Democratico ed esperti indipendenti prevedono più realisticamente un aumento netto tra i 12 e i 16 seggi per i Democratici, anche se Hillary Clinton dovesse sconfiggere largamente Trump e quindi dovesse andare a votare una grande maggioranza di elettori Democratici.
I Democratici potrebbero strappare ai Repubblicani la zona a nord di New York, Illinois, Nevada, Florida, Colorado, Pennsylvania, Virginia, Iowa, Minnesota e Texas. Persino Tim Kaine, il candidato alla vicepresidenza dei Democratici, ha detto che si aspetta che la Camera rimanga ai Repubblicani, anche se il margine verrà ridotto.
Nervosismo
L’avversario di Yoder in Kansas è un imprenditore locale senza esperienza politica, Jay Sidie. Yoder ha comunque mostrato pubblicamente qualche preoccupazione, per l’impopolarità di Trump nel suo collegio e il forte calo di popolarità del governatore Repubblicano del suo stato, Sam Brownback. La responsabile della sua campagna elettorale, Cate Duerst, ha sottolineato come Yoder abbia preso l’insolita decisione di diffondere pubblicamente un sondaggio interno che lo mostra in vantaggio al 53 per cento, contro il 36 di Sidie. Il sondaggio faceva parte di un documento della campagna elettorale di Yoder in cui si evidenziava anche come – alla fine dell’ultimo periodo in cui sono stati dichiarati i finanziamenti alle campagne – Yoder avesse raccolto più soldi del suo avversario, 2,18 milioni di dollari contro 73mila. Seppellito in mezzo agli altri numeri del documento, si cita il fatto che nel collegio al momento Trump è in svantaggio su Clinton, al 38 per cento contro il 44. «Il punto è che anche se Donald Trump qui non dovesse andar bene, le probabilità che il Partito Democratico ottenga il controllo del collegio non aumenterebbero», ha scritto nel documento Neil Newhouse, della società di ricerca Public Opinion Strategies.
L’impopolarità di Trump
L’impopolarità di Trump a Johnson County, fuori Kansas City, «non può essere una buona notizia per Yoder», ha detto Michael Smith, un professore di scienze politiche dell’Emporia State University a Emporia, Kansas. «Non escluderei la possibilità che Clinton vinca a Johnson County. Sarebbe la prima volta che la contea vota per un Democratico da quando lo stato è entrato nell’Unione». Se la bassa affluenza degli elettori Repubblicani potrebbe danneggiare Yoder, Smith ha detto che i Democratici locali «se la sono presa molto comoda nell’organizzare iniziative per incoraggiare la registrazione al voto» in alcune zone del collegio di Yoder, cosa che Smith ha definito «una cattiva notizia per i Democratici».
Smith ha anche detto che per vincere a Johnson County, Sidie «deve fare di più che limitarsi a collegare Yoder a Trump: deve trovare qualcosa per attaccare direttamente Yoder». Secondo Miller, però, se si esclude la polemica di qualche anno fa – quando fece il bagno nudo di notte con altri deputati Repubblicani nel Lago di Tiberiade durante un viaggio in Israele – Yoder «è un Repubblicano dal profilo basso e non controverso».
Le prospettive di Issa
Anche Issa dovrebbe riuscire a mantenere il suo collegio a nord di San Diego, in California. Il fondatore della più grande azienda produttrice di allarmi per auto degli Stati Uniti è conosciuto al Congresso soprattutto come l’ex presidente della Commissione di Vigilanza e Riforme Governative, onnipresente sui media nei periodi in cui attaccava l’amministrazione Obama su temi come l’attacco di Bengasi e il fisco. «Perché Darrell Issa perda, deve prima congelarsi l’inferno», ha detto Thad Kousser, un politologo della University of California di San Diego, aggiungendo però che se mai ci fosse un’elezione in cui Issa rischia di perdere, è quella in cui «il nome di Donald Trump appare sulla scheda elettorale».
Issa, uno dei deputati americani più ricchi, è stato rieletto con un vantaggio di quasi il 21 per cento nel 2014 e di quasi il 17 per cento nel 2012. Ma il margine dei Repubblicani nel suo collegio si sta riducendo. Il Comitato per la campagna elettorale al Congresso dei Democratici (DCCC), inoltre, ha diffuso dei sondaggi che mostrano l’impopolarità di Trump nel collegio, in cui il 60 per cento degli interpellati ne ha una visione negativa. Secondo alcuni sondaggi Clinton sarebbe addirittura in vantaggio su Trump nel collegio di Issa. E poi gli elettori possono collegare direttamente Issa a Trump, come dimostra la partecipazione di Issa alla convention del Partito Repubblicano come delegato di Trump.
Issa ha cercato di mantenere le distanze dal candidato del suo partito. Il portavoce della sua campagna elettorale ha detto che Issa «ha criticato lo stile e il linguaggio divisivo di Trump». «Gli elettori nel suo collegio lo conoscono bene e sanno che è una voce indipendente a Washington, che ha una comprovata esperienza nel far rispondere le amministrazioni del loro operato, indipendentemente di chi sia alla Casa Bianca», ha scritto Moore in un comunicato via email, aggiungendo che «questa tendenza proseguirà». Il problema per lo sfidante di Issa, Doug Applegate, è che la California non avrà un ruolo importante alle presidenziali, ha raccontato Kousser. Dal momento che i Democratici sono sicuri di vincere in California alle presidenziali, è probabile che non investano tempo e soldi per Clinton nello stato, e questo potrebbe limitare l'”effetto ricaduta” per Applegate, ha detto Kousser. «Se sei un partito che sta cercando di decidere dove spendere dei soldi, non investi su un sogno», ha detto.
Indiana
C’è anche una battaglia nell’Indiana centromeridionale per un seggio lasciato libero dal deputato Repubblicano Todd Young, che ha deciso di candidarsi come governatore. La Democratica Shelli Yoder, una ex miss Indiana, si è candidata per la seconda volta al Congresso, questa volta per il seggio attualmente occupato da Young. I Democratici sperano che la candidatura al Senato di un membro popolare del partito, l’ex senatore Evan Bayh, possa aiutare anche Yoder a vincere contro il suo avversario Repubblicano Trey Hollingsworth. I Repubblicani dello stato, però, potrebbero unirsi a sostegno del candidato vicepresidente di Trump, il governatore dell’Indiana Mike Pence.
I Democratici hanno cercato di trasformare in un caso il fatto che Hollingsworth si sia trasferito in Indiana solo di recente, definendolo un carpetbagger, come negli Stati Uniti vengono chiamati i politici che si candidano in una zona nella quale non hanno vissuto se non per pochissimo tempo. Il DCCC ha aggiunto questo collegio nell’elenco di quelli che cercherà di strappare ai Repubblicani, segno del fatto che intende fornire risorse alla campagna elettorale di Yoder. «Il DCCC pensa di essere abbastanza competitivo da poter garantire risorse. Ci sono diverse buone ragioni per pensarlo», ha detto Marjorie Hershey, una politologa dell’Indiana University. Questa zona dell’Indiana è stata in bilico tra i due partiti negli anni Settanta, Ottanta e Novanta, ha raccontato Hershey. «L’attuale inclinazione Repubblicana non è scolpita nella pietra». Gonzales concorda sul fatto che alcuni di questi fattori possano rendere la corsa competitiva, ma ha detto che considera ancora «improbabile» la vittoria di Shelli Yoder.
In Kansas, nel frattempo, Duerst, la portavoce della campagna elettorale di Kevin Yoder, ha ribadito che l’eventuale strada verso una nuova maggioranza alla Camera guidata dalla Democratica Nancy Pelosi non passerà dal suo collegio. «Se i Democratici vogliono sprecare i loro soldi spingendo un’agenda Clinton-Pelosi in Kansas, sono i benvenuti», ha detto Duerst. «Significa che a novembre il Partito Repubblicano manterrà di sicuro il controllo della Camera dei Rappresentanti».
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