Le Olimpiadi 2024 non si faranno a Roma
La sindaca Virginia Raggi ha annunciato che ritirerà la candidatura della città, dopo settimane di discussioni, polemiche e ripensamenti
Mercoledì 21 settembre la sindaca di Roma del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi, ha annunciato in una conferenza stampa che l’amministrazione comunale della città ritirerà la sua candidatura per ospitare le Olimpiadi del 2024: in questo modo Raggi ha chiuso di fatto una discussione che continuava da mesi, relativa all’opportunità o meno di portare avanti la candidatura. La notizia era stata anticipata stamattina da Reuters, che citava fonti all’interno dell’amministrazione Raggi. Prima della conferenza stampa di oggi la sindaca avrebbe dovuto incontrare il presidente del Comitato olimpico italiano (CONI) Giovanni Malagò per comunicargli la sua decisione, ma la riunione è poi saltata (secondo Malagò per via del ritardo di Raggi, secondo la Raggi per colpa di Malagò che non l’ha aspettata).
Durante la conferenza stampa Virginia Raggi ha detto che sarebbe “da irresponsabili dire di sì a questa candidatura”, spiegando che le Olimpiadi avrebbero lasciato un enorme buco di bilancio al comune di Roma e che non volerle non significa non amare lo sport, ma voler investire in modo saggio e oculato. Raggi ha poi spiegato che Roma è una città con molti altri problemi che andrebbero risolti prima di investire in nuove infrastrutture olimpiche, ha annunciato alcuni investimenti per lo sport in città e ha poi sottolineato che il no alle Olimpiadi è stato voluto anche dai cittadini di Roma che hanno votato per lei invece che per candidati che si erano detti favorevoli ad ospitarle.
Roma si era candidata ad ospitare le Olimpiadi del 2024 nel settembre 2015, per decisione dell’allora sindaco Ignazio Marino e del CONI. Il 17 febbraio dell’anno successivo, durante un evento al Palazzo dei Congressi di Roma, era stato presentato il progetto per la candidatura, dove venivano indicati anche i luoghi scelti per le gare e i costi di realizzazione dei nuovi impianti sportivi necessari, stimati dal presidente del comitato Roma 2024 Luca Montezemolo in 2,1 miliardi di euro.
La candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi era poi diventato uno degli argomenti più discussi della campagna elettorale per le elezioni amministrative dello scorso giugno, finite con la vittoria al ballottaggio del Movimento 5 Stelle che, come il suo candidato sindaco Virginia Raggi, si era sempre detto contrario ad ospitare i Giochi, citando prevalentemente le difficoltà di bilancio della città. È noto che le Olimpiadi richiedano da parte di chi le organizza investimenti molto consistenti, che spesso non generano benefici economici sufficienti da permettere un bilancio in pareggio. Dopo la sua elezione, Raggi aveva avuto un atteggiamento prudente sulle Olimpiadi, rimandando la decisione definitiva diverse volte, fino a oggi.
Il testo integrale dell’intervento di Raggi, riportato dal sito di Beppe Grillo:
Speculazione edilizia, affari per le lobby, impianti mai completati, strutture abbandonate, debiti e sacrifici per i cittadini. Siamo contrari alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 perché non vogliamo ipotecare il futuro dei romani e degli italiani in cambio dell’ennesima promessa da parte di chi finora non ha mai mantenuto la propria parola. Abbiamo sotto gli occhi cosa hanno lasciato gli ultimi “grandi eventi” che avrebbero dovuto risollevare il Paese: i cantieri incompiuti dei Mondiali di nuoto di Roma del 2009, le infrastrutture abbandonate dei Giochi invernali di Torino 2006, il fallimento di Expo Milano 2015, il flop dei Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009; la ricostruzione infinita dell’Aquila dopo il terremoto; la colata di cemento sull’isola La Maddalena in Sardegna che avrebbe dovuto ospitare il G8 del 2009. E i miliardi di euro di debito che gli italiani continuano a pagare mentre qualcuno si è arricchito alle loro spalle. Sembra incredibile ma da poco abbiamo terminato di pagare il mutuo per i Mondiali di calcio del 1990.
Abbiamo studiato bene il dossier Olimpiadi. Abbiamo visto cosa è accaduto ad Atene 2004: un grande sogno che si è trasformato in un incubo per tutti i greci messi ora in ginocchio da chi li aveva illusi. E a Londra 2012 non è andata meglio: spese cresciute del 76%. Peggio ancora a Sidney 2000: costi cresciuti del 90%. Per non parlare di Atlanta 1996: un incremento del 151%. Infine, c’è Montreal, dove si è raggiunta la vetta di un aumento del 720% rispetto al budget iniziale previsto. Non lo diciamo noi, ma uno studio dell’Università di Oxford del 2016. Mancano ancora i dati di Rio 2016: le immagini delle proteste in strada lasciano intendere cosa ne pensino i brasiliani.
L’organizzazione di un grande evento, come i Giochi, ci sembra un buon affare per le lobby. Siamo contrari ad una logica emergenziale o al ricorso alla straordinarietà della gestione pubblica. Roma e l’Italia hanno bisogno di una ordinaria buona gestione: senza sprechi, senza favori agli amici, senza privilegi per le varie caste. Abbiamo un progetto su Roma molto più ambizioso di quello presentato per ospitare i Giochi del 2024: restituire la città ai romani e agli italiani. Vogliamo riqualificare i servizi, ottimizzare le infrastrutture esistenti e progettare un futuro sostenibile nel quale nessuno resti indietro.
Chiedete ad un romano cosa pensa dello scempio dei Mondiali di nuoto del 2009. Chiedete ad un disabile che ogni giorno deve superare barriere architettoniche. Chiedete a chi porta i propri figli in scuole sprovviste di palestre o impianti che, peggio, cadono a pezzi. E’ meglio avere l’ennesima cattedrale nel deserto o investimenti mirati a migliorare la vita quotidiana di tutti?
Non siamo dei folli ma delle persone normali, dei cittadini. Questo tipo di valutazioni le hanno già fatte gli abitanti di Boston, Amburgo, Madrid: hanno rinunciato alla candidatura perché hanno altre priorità. Le nostre priorità sono quelle dei cittadini di Roma e degli italiani. Per questo continueremo ad impegnarci per far tornare Roma una città con una qualità della vita a livello delle principali capitali europee. Interverremo sugli impianti sportivi comunali della città con nuovi criteri di gestione e puntiamo a tariffe più accessibili per il loro utilizzo. E proveremo a rimediare anche agli errori degli altri: vogliamo trasformare i cantieri fatiscenti e incompiuti della Città del Nuoto in una “vela della conoscenza” grazie ad un accordo che stiamo per siglare con l’Università di Tor Vergata.