Chase Carey, il nuovo presidente della Formula 1
Ha 62 anni, dei gran baffi e arriva dai media: non è ancora chiaro però cosa farà l'attuale capo, il "dittatore" Bernie Ecclestone
A inizio settembre la società Liberty Media, di proprietà del miliardario americano John Malone, ha annunciato di aver speso circa 4 miliardi di euro per acquisire la Formula 1 (che è un campionato privato, e quindi si può vendere e comprare). È solo l’inizio di un’operazione che – se approvata a livello legale – porterà (si pensa entro la fine del 2017) a una spesa totale di circa 8 miliardi. Nel frattempo Liberty Media ha già potuto scegliere il nuovo presidente della Formula 1: è lo statunitense Chase Carey, che ha 62 anni ed è stato vicepresidente della Twenty-First Century Fox, che si occupa di cinema e controlla molte tv in giro per il mondo.
Bernie Ecclestone – l’imprenditore ed ex pilota britannico di 85 anni che è ai vertici della Formula 1 da circa 40 – continuerà a essere amministratore delegato della società, ma Carey sembra avergli già rubato la scena, in qualche modo: un po’ perché dice di cambiare molto un campionato che da qualche anno è piuttosto noioso, un po’ perché sembra un tipo bizzarro per via di un paio di baffi molto vistosi.
Carey e i suoi baffi ed Ecclestone, in primo piano (Lars Baron/Getty Images)
Carey in realtà non ha nulla di bizzarro, baffi a parte. Ha 62 anni e ha iniziato lavorando per la Fox alla fine degli anni Ottanta, dopo aver studiato – e giocato a rugby – alla Colgate University, nello stato di New York, e ad Harvard, nel Massachusetts. Nei suoi anni alla Fox, Carey ha fatto carriera piuttosto in fretta, contribuendo tra le altre cose al lancio dei canali Fox Sports e Fox News. Carey ha avuto anche alcuni importanti ruoli dirigenziali per News Corp, la società di Rupert Murdoch che controlla la Fox. Nel 2003 Carey è diventato CEO di DirectTV, una tv satellitare, restando per sei anni, con ottimi risultati, ed è vice presidente della Twenty-First Century Fox dal 2015. Hollywood Reporter l’ha definito «il tenente di lunga data di Murdoch». Negli anni Dieci del Duemila Carey si è anche occupato delle televisioni europee della Twenty-First Century Fox, tra cui fino al 2014 c’era anche Sky Italia.
Ecclestone – il cui contratto da amministratore delegato scadrà tra circa tre anni – è stato spesso criticato per aver gestito la Formula 1 come un bene personale, per averla resa noiosa e per non essere stato capace di farla fruttare al meglio. A differenza di Ecclestone, Carey non ha nessuna esperienza nell’automobilismo, ma l’idea generale è che sotto la sua presidenza la Formula 1 proverà a diventare più interessante, attraente per i giovani e soprattutto più appetibile per il mercato americano, dove ci sono Gran Premi ma dove la Formula 1 non è particolarmente seguita, almeno non quanto altri sport di motori.
Nella sua prima intervista al sito della Formula 1 Carey ha detto, con un implicito riferimento all’approccio usato da Ecclestone, che non intende gestire la Formula 1 come fosse una dittatura, «anche se forse qui sono abituati così». Non è chiaro se Ecclestone resterà amministratore delegato per i tre anni di contratto che gli restano: al Gran Premio di Singapore (il primo dopo la nomina di Carey) lo si è visto girare con lui e ha detto di essere disponibile a lavorarci insieme, ma anche pronto a “farsi da parte” se le cose non dovessero funzionare.
Per farsi un’idea del personaggio, nel 2014 Ecclestone disse: «Non so perché le persone vogliono raggiungere le cosiddette nuove generazioni? Perché? È per vendere loro qualcosa? La maggior parte di questi ragazzi non ha soldi. Preferisco arrivare al settantenne pieno di soldi. […] I ragazzi vedono le pubblicità dei Rolex ma poi che fanno? Non se li possono permettere. Oppure quest’altro nostro sponsor, UBS: è una banca, cosa gliene frega ai ragazzi. Non hanno comunque abbastanza soldi da mettere nelle dannate banche».
Carey ha invece detto: «Ho trent’anni di carriera nei media e nell’intrattenimento, in cui ho gestito grosse e complicate società, lavorando con gente dalla complicata personalità. Hollywood è di certo un buon allenamento per abituarsi a trattare con tipi peculiari». Spiegando di voler ascoltare le opinioni di tutti, Carey ha detto: «Non puoi fare sempre tutti contenti, ma devi capire cosa vogliono tutti e cercare una strada». Carey ha anche detto: «Ho grande stima di Bernie [Ecclestone], ha ottenuto un grande successo. Ma penso comunque che ci sia la possibilità di portare la Formula 1 a un altro livello».
Nella sua unica intervista da quando è presidente della Formula 1, Carey ha anche detto di voler puntare molto sul mercato statunitense – citando possibili eventi a Los Angeles, New York e Miami – e delle «diverse dimensioni per sfruttare le opportunità digitali della Formula 1». I piani di Carey sono al momento piuttosto generici: «Per i primi mesi – diciamo i primi 100 giorni – si tratterà soprattutto di ascoltare, fare incontri, capire cose».