I Mondiali del 2018 si faranno in Russia, conferma Gianni Infantino
«Dovremmo considerare i Mondiali in Russia come un'opportunità per la FIFA, ma anche per la Russia, di mostrarsi in una luce positiva»
Il presidente della FIFA Gianni Infantino, dopo aver partecipato al Congresso straordinario della UEFA in cui è stato eletto il nuovo presidente dell’organizzazione, ha parlato con Associated Press dei suoi rapporti con la Russia e di cosa ci si può aspettare dai Mondiali di calcio che il paese ospiterà nel 2018.
Infantino ha lasciato intuire che nonostante i moltissimi guai che hanno interessato di recente lo sport russo – di fatto escluso da molte discipline olimpiche dopo la scoperta di un sistema di doping “statale” – i Mondiali del 2018 si terranno regolarmente in Russia. Infantino ha detto di non voler commentare il report dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) sull’esteso uso di sostanze dopanti da parte di numerosi atleti russi perché a suo dire fuori dalle sue competenze, che riguardano esclusivamente il calcio. Ha detto inoltre di aver un buon rapporto lavorativo con Vitaly Mutko, ministro dello Sport russo accusato di aver avuto un ruolo chiave negli scandali doping su cui ha indagato la WADA nell’ultimo anno, fra cui risulta esserci almeno un caso riguardante un calciatore della prima divisione russa.
Non è fra i miei compiti giudicare il rapporto McLaren. Come presidente del calcio la mia preoccupazione deve riguardare il calcio, deve riguardare il doping nel calcio.
Sto lavorando con persone legittimamente elette. Mutko, per quanto posso giudicare, lavora in modo eccellente. Quindi, per me e per lui, è positivo continuare a lavorare insieme.
Dovremmo considerare i Mondiali in Russia come un’opportunità per la FIFA, ma anche per la Russia, di mostrarsi in una luce positiva come un paese organizzato e accogliente
In molti avevano dei dubbi sull’opportunità di tenere i Mondiali del 2018 già prima dell’ultimo caso di doping “statale”: nel 2014 un report indipendente commissionato dalla FIFA aveva scoperto delle irregolarità nella procedura che aveva assegnato i Mondiali del 2018 alla Russia e quelli del 2022 al Qatar.