Cosa sta facendo Stefano Parisi?
L'ex candidato sindaco di Milano oggi e domani riunisce i suoi sostenitori in un convegno per discutere il futuro del centrodestra (e tentare di diventarne il leader, forse)
Le pagine di politica dei giornali di oggi parlano molto di “Energie per l’Italia”, una convention organizzata da Stefano Parisi, ex manager pubblico e imprenditore, candidato per il centrodestra e sconfitto alle ultime elezioni amministrative di Milano. Lo scopo dell’evento, ha spiegato Parisi, è cercare di riportare nel centrodestra le personalità della società civile che negli ultimi anni se ne erano allontanate. Secondo molti, però, la riunione per Parisi è anche un modo per “contare i suoi”: mostrare la sua capacità di attrarre persone e rafforzare la sua posizione in vista di un futuro confronto che deciderà il nuovo leader del centrodestra italiano.
Secondo le informazioni trapelate e le cose che gli organizzatori hanno raccontato ai giornali, circa quattromila persone hanno prenotato un posto al MegaWatt, uno spazio per incontri di Milano dove tra venerdì e sabato si svolgerà la convention. Se dovesse essere confermato, si tratta di un numero considerevole, comparabile a quelli della “Leopolda”, gli incontri annuali che hanno lanciato la candidatura di Matteo Renzi alla segreteria del PD. In un commento sul Foglio, il direttore Claudio Cerasa scrive che sul palco dovrebbero salire soprattutto figure del mondo imprenditoriale e del lavoro (dalla Confcommercio, all’Assolombarda, della CISL), oltre agli accademici e intellettuali liberali che si riuniscono nell’Istituto Bruno Leoni. Dovrebbe parlare anche Maryan Ismail, musulmana, ex dirigente del PD che si è dimessa a causa dell’elezione in consiglio comunale di un’altra candidata del PD considerata troppo vicina all’Islam politico.
Ci saranno pochi politici, invece, e dal palco non dovrebbe parlare nessuno dei leader storici di Forza Italia, anche se alcuni potrebbero essere presenti tra il pubblico. Diversi quotidiani vicini al centrodestra hanno scritto che è stato Silvio Berlusconi a chiedere ai dirigenti del partito di non partecipare alla riunione, in modo da non oscurare i “volti nuovi” che saranno presentati per la prima volta. I capigruppo alla Camera e al Senato Renato Brunetta e Paolo Romani – che non ci saranno – hanno detto di non aver ricevuto alcuna telefonata da Berlusconi. Gli stessi quotidiani vicini al centrodestra, comunque, specificano che Parisi non avrebbe invitato a parlare nessuno dei leader storici del partito.
Per il momento, l’atteggiamento del resto del partito nei confronti dell’iniziativa sembra guardingo. Il capogruppo Renato Brunetta è stato però uno dei pochi ad aver apertamente criticato Parisi: per esempio lo ha preso in giro nella sua newsletter facendo riferimento al suo “quid”, quello che in una famosa battuta Berlusconi disse che mancava ad Angelino Alfano, un altro dei suoi numerosi eredi. Parte della ritrosia a criticare apertamente Parisi deriva probabilmente dal fatto che Parisi gode in qualche misura dell’appoggio di Silvio Berlusconi, che nei mesi scorsi gli aveva affidato il compito di preparare un documento sullo “stato del partito”. Il rapporto è stato consegnato all’inizio di settembre e i quotidiani vicini al centrodestra hanno raccontato che i due si sono incontrati per discuterne il contenuto. Dalla sua parte Parisi ha anche il buon risultato ottenuto da Forza Italia a Milano, dove nonostante la sconfitta il partito ha recuperato molti consensi e ha marginalizzato la Lega Nord.
Secondo molti osservatori e giornalisti informati sulle cose del centrodestra, uno degli avversari principali di Parisi nel partito è il presidente della Liguria ed ex giornalista Giovanni Toti. Anche Toti, come Parisi, è una persona esterna a Forza Italia, chiamato da Berlusconi come “consigliere politico” nel 2014 e, per un breve periodo, descritto dai giornali come “l’erede politico” dello stesso Berlusconi (in modo non molto diverso da come gli stessi giornali stanno descrivendo oggi Parisi). Parisi e Toti dicono entrambi di essere dei “moderati” (sono tutti e due ex socialisti) e il loro atteggiamento pacato è molto lontano da quello dei leader della Lega Nord e di molti degli esponenti di Forza Italia emersi con maggiore influenza e visibilità negli anni scorsi.
Il punto principale che sembra dividerli è il rapporto con gli alleati. Parisi è sempre stato molto attento a non escludere la possibilità di mantenere l’alleanza con la Lega Nord di Matteo Salvini, ma ha aperto alla possibilità di stringere legami anche con il Nuovo Centro Destra e gli altri fuoriusciti di Forza Italia, che il leader della Lega Matteo Salvini critica invece molto spesso. Toti, che governa la Liguria con l’appoggio della Lega, è sempre stato molto esplicito nella necessità di mantenere a ogni costo l’alleanza con Salvini. Mentre Parisi terrà la sua convention a Milano, Toti sarà ospite di Matteo Salvini a Pontida, dove si svolgerà l’annuale manifestazione della Lega Nord.