Gli scontri in Siria prima della tregua
Decine di persone sono rimaste uccise in una serie di attacchi aerei sulle città di Aleppo ed Idlib, poche ore prima dell'inizio del nuovo cessate il fuoco
Nelle ore successive all’annuncio dell’accordo tra Russia e Stati Uniti per un cessate il fuoco in Siria a partire da lunedì, circa cento persone sono morte in una serie di attacchi aerei sulle città di Idlib e Aleppo. La stima è di BBC, che cita come fonte attivisti dell’opposizione locale. Al Jazeera, citando un proprio calcolo, ha scritto che sono morte più di 100 persone. L’attacco più grave è avvenuto a Idlib, capitale della provincia omonima conquistata dai ribelli nel marzo 2015, dove un attacco aereo contro un mercato ha ucciso circa 60 persone. Al Jazeera riporta fonti locali secondo cui l’attacco è stato compiuto da aerei russi, ma l’informazione non è stata verificata da altre fonti.
Un secondo attacco aereo sulla città di Aleppo, dove nelle ultime settimane ci sono stati scontri particolarmente importanti, ha causato la morte di almeno 40 persone. I media del governo siriano riportano che, nelle stesse ore, un attacco con missili da parte di ribelli contro i sobborghi della capitale Damasco ha causato sette morti. Gli attacchi di queste ore coincidono con le ultime ore prima del cessate il fuoco annunciato ieri.
Dal tramonto di lunedì, gli scontri principali e gli attacchi aerei da parte del regime siriano dovrebbero cessare in gran parte del paese. Se la tregua dovesse durare più di una settimana, Stati Uniti e Russia si sono impegnati a organizzare una campagna coordinata di attacchi contro i gruppi estremisti, cioè principalmente contro lo Stato Islamico e contro al Jabhat Fateh al Sham (prima conosciuta come Jabhat al Nusra, la divisione siriana di al Qaida).
Governo siriano, opposizione, Unione Europea e Turchia hanno tutti appoggiato pubblicamente il nuovo accordo. L’unico tra i principali attori a non essersi ancora espresso è l’Iran che insieme alla Russia è il principale alleato del governo siriano. Sul campo però, racconta il Guardian, molte persone sono scettiche sulla possibilità di riuscita dell’accordo. Molti ribelli moderati protestano contro l’inclusione dell’ex al Nusra nella lista dei gruppi che potranno essere attaccati.
Al Nusra è stata per molto tempo una delle forze militari più efficaci tra quelle che appoggiano l’opposizione al governo siriano e molti ribelli moderati considerano il gruppo un valido alleato. Anche tra gli abitanti di Damasco che sostengono il regime ci sono poche speranze sul successo della tregua. Alcuni abitanti della città intervistati dal Guardian temono proprio che i ribelli “moderati” non riusciranno davvero a separarsi dagli elementi più estremisti.