Netanyahu dice che i leader palestinesi vogliono una “pulizia etnica”
In un video postato sulla sua pagina Facebook, ha detto che i leader palestinesi contrari alle colonie israeliane vogliono una "pulizia etnica" contro gli ebrei
In un video postato sulla sua pagina Facebook, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso gli insediamenti israeliani in Cisgiordania accusando chi vuole smantellarli di pianificare un crimine contro l’umanità.
«I leader palestinesi chiedono di avere uno stato palestinese a una condizione: che non ci siano ebrei. C’è un’espressione per questa cosa: pulizia etnica»
Gli insediamenti, chiamati a volte colonie, sono delle enclavi abitate da israeliani che si trovano all’interno della Cisgiordania, il territorio occupato da Israele dal 1967. La legittimità degli insediamenti israeliani non è riconosciuta dalla comunità internazionale, che li considera colonie illegali in terra palestinese. Molti esperti considerano la presenza e la continua espansione degli insediamenti l’ostacolo principale per attuare la cosiddetta “soluzione dei due stati”, cioè la creazione di uno stato palestinese indipendente accanto ad Israele. Per quanto si discuta ancora sulla sua esatta definizione legale, gran parte degli esperti di diritto internazionale considerano la “pulizia etnica” un crimine contro l’umanità.
Netanyahu è tornato a parlare degli insediamenti israeliani in seguito a uno degli ultimi sviluppi delle controversie fra israeliani e palestinesi. I negoziati per l’attuazione della soluzione a due stati sono bloccati ormai da due anni; per riprendere a trattare, i leader palestinesi hanno chiesto che gli israeliani interrompano l’espansione delle colonie. Per contro, gli israeliani hanno chiesto che un nuovo negoziato si svolga senza alcun accordo preliminare.
Il quotidiano israeliano Haaretz ha attaccato la dichiarazione di Netanyahu con un editoriale molto duro, facendo notare anche la contraddizione del discorso di Netanyahu. Nell’articolo, il giornalista Chemi Shalev sottolinea che il primo ministro Menachem Begin ordinò lo smantellamento degli insediamenti israeliani in Sinai negli anni Settanta. All’inizio degli anni Duemila, il primo ministro Ariel Sharon fece lo stesso con gli insediamenti nella Striscia di Gaza. Entrambi appartenevano allo stesso partito di centrodestra di cui fa parte Netanyahu, il Likud. Le parole del primo ministro israeliano, quindi, implicano che diversi dei suoi predecessori, oltre a numerosi presidenti degli Stati Uniti e gran parte della comunità internazionale, sono accusabili “pulizia etnica”, visto che in un momento o nell’altro hanno ordinato o hanno proposto lo smantellamento di diversi insediamenti israeliani.