Oggi si rivota in Croazia
Il governo è caduto a giugno dopo soli sei mesi: non c'è un netto favorito, e i due maggiori partiti potrebbero formare una grande coalizione
di Jasmina Kuzmanovic – Bloomberg
Sono in corso le elezioni parlamentari in Croazia, uno dei paesi più ricchi della penisola Balcanica. I seggi sono stati aperti alle 7 e chiuderanno alle 19. I primi risultati dovrebbero arrivare nella tarda serata di oggi. La Croazia è da tre mesi senza un governo, dopo che a giugno era caduto un governo composto da Unione democratica croata, di centrodestra, e Most, un partito centrista che dovrebbe risultare decisivo anche a questo giro.
Dopo le elezioni politiche dell’11 settembre, il terzo partito della Croazia proverà a dialogare con entrambi i suoi principali rivali, anche se è probabile che le due maggiori forze politiche del paese formeranno una grande coalizione per governare insieme, ha detto il capo di Most (“Ponte”, in croato) Božo Petrov. Petrov ha detto che sarebbe disposto a formare un governo sia con Unione democratica croata (HDZ) che con i Socialdemocratici, se i due partiti accetteranno le condizioni di Most, che comprendono il taglio dei benefit ai parlamentari e un maggiore controllo sulla Banca centrale croata. Per Most è una retromarcia rispetto a quanto detto da Petrov ad agosto, e cioè che avrebbe governato con i Socialdemocratici solo se il suo leader fosse stato escluso.
«Il partito più disponibile ad attuare i cambiamenti di cui questo paese ha disperato bisogno potrà contare sul nostro aiuto per formare il governo», ha detto Petrov rispondendo ad alcune domande via email. «Né l’HDZ né i Socialdemocratici, però, vogliono davvero i cambiamenti e le riforme, che probabilmente rifiuteranno. Piuttosto che accettare le nostre richieste ragionevoli, è più probabile che formino una loro coalizione».
Dopo la caduta del governo formato da HDZ e Most, secondo i sondaggi il voto di oggi potrebbe portare a un parlamento senza maggioranza in Croazia, che è l’ultimo paese a essere entrato nell’Unione Europea e sta cercando di riguadagnare terreno dopo i sei anni di recessioni terminati nel 2014. Nonostante i Socialdemocratici guidati dall’ex primo ministro Zoran Milanovic siano avanti nei sondaggi, nessun partito ha un sostegno sufficiente per ottenere la maggioranza in Parlamento senza accordarsi con almeno un’altra forza politica. Il capo di HDZ, l’esperto diplomatico Andrej Plenkovic, ha detto che una grande coalizione «non è in programma» al momento. Ad agosto Milanovic aveva detto di non essere in grado di escludere la possibilità di una grande coalizione.
Most è arrivato sulla scena politica croata l’anno scorso, scombussolando l’equilibrio che HDZ e Socialdemocratici mantenevano da quando la Croazia si era staccata violentemente dall’ex Jugoslavia nel 1991, dividendo il paese da 4,2 milioni di abitanti tra elettori conservatori e di sinistra. Petrov, uno psichiatra 36enne e sindaco di una piccola città a sud della Croazia, era diventato improvvisamente un fattore determinante nelle elezioni dello scorso novembre, in cui Most ottenne 19 dei 151 seggi in Parlamento. Dopo settimane di litigi e tentativi di formare un governo con i Socialdemocratici, Most e HDZ trovarono un accordo per formare un governo guidato dal primo ministro non-allineato Tihomir Orešković. Il patto di governo, però, implose dopo soli sei mesi quando il capo di HDZ Tomislav Karamarko fu coinvolto in uno scandalo su un conflitto di interessi legato alla società petrolifera nazionale INA Industrija Nafte. La caduta del governo ha bloccato in Parlamento oltre 60 disegni di legge che avevano come obiettivo diminuire la disoccupazione e rendere più efficiente la spesa pubblica.
Secondo i sondaggi Most è stato danneggiato dalla caduta del governo. Stando a un sondaggio di Promocija Plus pubblicato martedì 6 settembre, Most dovrebbe ottenere 12 seggi in Parlamento, sette in meno di quelli che aveva ottenuto alle elezioni dell’anno scorso. I Socialdemocratici dovrebbero ottenere 62 seggi e l’HDZ 55. Il sondaggio, condotto su un campione di settemila persone tra il 16 e il 31 agosto, ha preso in considerazione 140 seggi parlamentari, escludendo gli 11 riservati alle minoranze e alle comunità croate all’estero.
Nel programma di Most ci sono anche i tagli ai benefit dei parlamentari e al finanziamento pubblico dei partiti, oltre a provvedimenti finalizzati a un maggior controllo sulla Banca centrale, una proposta che secondo la Banca centrale europea potrebbe limitare l’indipendenza dell’autorità monetaria croata. Petrov, che oggi è vice primo ministro del governo provvisorio, spinge anche per abbassare le tasse sul reddito e sui dividendi, e per il taglio alla burocrazia per le imprese. «Il nostro programma è lottare per l’interesse pubblico, e non per gli interessi privati dei grandi e piccoli gruppi che hanno controllato questo paese negli ultimi vent’anni», ha detto.
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