Virginia Raggi si è rimangiata un’altra nomina
L'annunciato nuovo assessore al Bilancio è durato quattro giorni, e di nuovo la sindaca di Roma non ha dato spiegazioni
Virginia Raggi, sindaca di Roma, ha annunciato su Facebook che ha cambiato idea sulla nomina di Angelo Raffaele De Dominicis ad assessore al Bilancio della città, a sua volta annunciata soltanto quattro giorni fa dopo le dimissioni del precedente assessore. Raggi non ha fornito spiegazioni per questa decisione, limitandosi a dire che “in base ai requisiti previsti dal M5S non può più assumere l’incarico di assessore” ma senza specificare quali sarebbero questi requisiti.
Soltanto qualche ora dopo è emerso che De Dominicis era indagato per abuso d’ufficio. De Dominicis ha detto che è tutto «un complotto», che il M5S è «un asilo infantile», che «la politica non fa per loro», che il direttorio del M5S sono «quattro che neanche hanno finito gli studi», che «la sua reazione «sarà terribile» e si è chiesto: «Ho difeso sempre i beni comuni, ho avuto forse la colpa di lottare contro i ladri e le agenzie di rating?».
La sindaca di Roma Virginia Raggi aveva annunciato la scelta di De Dominicis, ex magistrato e procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, in un’intervista a Porta a Porta. Raggi aveva definito De Dominicis «una delle persone più competenti in Italia», anche se negli ultimi anni alcune sue dichiarazioni e oggetti di indagine sono stati piuttosto controversi. De Dominicis infatti era noto per essersi concentrato sulle agenzie internazionali di rating: aveva indagato contro Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch – le tre agenzie di rating più importanti al mondo – aprendo un’inchiesta molto criticata, irrisa e infine archiviata nel 2015. La nomina ad assessore, aveva spiegato, gli era stata offerta dall’«avvocato Sammarco»: cioè probabilmente Pieremilio Sammarco, titolare dello studio dove Raggi ha lavorato in passato, ritenuto vicino agli ambienti della destra romana.
Anche per questo la nomina di De Dominicis era finita in mezzo al caos della giunta di Roma e del Movimento 5 Stelle, tra assessori indagati, nomine revocate, dirigenti dimissionari, comunicazioni trafugate, bugie, contraddizioni e dure accuse reciproche tra i dirigenti del Movimento 5 Stelle, di cui però si è letto solo sui giornali: pubblicamente per giorni nessun dirigente del partito né Virginia Raggi hanno spiegato cosa stesse succedendo, salvo vaghi riferimenti a ostacoli e «resistenze». La rimozione del vice capo di gabinetto del comune di Roma, per esempio, è stata annunciata con un post scriptum a un post su Facebook, senza dare altre motivazioni. Nei giorni scorsi i giornali hanno ricostruito che la rimozione di quel vice capo di gabinetto, Raffaele Marra, e di Raffaele De Dominicis fossero condizioni poste dal cosiddetto “direttorio” del partito; e che il resto della situazione si potesse spiegare con uno scontro tra i dirigenti romani e nazionali del Movimento 5 Stelle. I giornali di oggi inoltre danno conto di vari retroscena secondo cui il cosiddetto “direttorio” nazionale – che comprende Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Carlo Sibilia, Carla Ruocco e Roberto Fico – verrà allargato, per evitare sia un eccessivo accentramento di responsabilità sia polemiche interne.