Che si dice del nuovo romanzo di Ian McEwan
Si chiama "Nutshell", ha per protagonista un feto di 9 mesi e per ora i critici ne parlano piuttosto bene
Il primo settembre è uscito in Regno Unito Nutshell, il nuovo romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan, uno dei più famosi autori di narrativa contemporanei. È il suo quattordicesimo romanzo: ha esordito nel 1975 con la raccolta di racconti Primo amore, ultimi riti e ha vinto il Man Booker Prize nel 1998 con il romanzo Amsterdam. Dai libri di McEwan sono stati tratti numerosi film, l’ultimo dei quali è stato Espiazione (2007), ispirato dall’omonimo romanzo e diretto da Joe Wright. La particolarità di Nutshell è che è narrato dal punto di vista di un bambino non ancora nato, un feto di nove mesi di cui è incinta una donna di nome Trudy, una dei protagonisti. Il feto di Nutshell – che non essendo ancora nato, non ha nome – è testimone del piano di Trudy e di suo cognato Claude per uccidere John, marito della prima e fratello minore del secondo: dal punto di vista del feto è il piano della madre e dello zio di uccidere suo padre.
In un’intervista al Wall Street Journal McEwan ha spiegato che con questo romanzo ha abbandonato il realismo dei libri che ha scritto negli ultimi 20 anni: «Era dalle mie prime storie che non mi allontanavo così tanto dalle leggi della fisica e della biologia. Avevo solo bisogno di andare per un momento da un’altra parte, via da quello che si potrebbe chiamare un tentativo di mettere in piedi in modo verosimile un mondo riconoscibile a tutti. Questo è un passo nella completa libertà – se di libertà si tratta – di una fantasia». McEwan ha paragonato Nutshell a un racconto in cui la voce narrante è quella di un animale, ricordando di averne scritto uno da giovane, Riflessioni di un primate in cattività: e per questo il suo nuovo romanzo è come «il ritorno di uno scrittore più vecchio nel campo di quando aveva 23 anni». Secondo la recensione di BBC Radio 4 – una delle radio che il feto di Nutshell ascolta più spesso – McEwan si è sicuramente divertito a scrivere questo libro: scriverlo è stato un «lusso che lo scrittore si è concesso, qualcosa di un po’ arrogante» che però funziona perché anche il lettore si diverte.
Ian McEwan che legge un pezzo di Nutshell
I temi presenti in Nutshell non sono nuovi a McEwan, ed erano già presenti in suoi libri come Bambini nel tempo, La ballata di Adam Henry e lo stesso Espiazione: la corruzione degli innocenti, la vulnerabilità dei bambini e come nella vita possano accadere improvvisamente cose terribili. La preoccupazione del feto per il futuro del mondo, e in particolare dell’Europa, è strettamente legata all’attualità degli ultimi anni, compresa la recente crisi dei migranti.
L’uscita di Nutshell è stata accompagnata dalle recensioni dei più importanti critici letterari al mondo. Come ha scritto la critica del New York Times Michiko Kakutani, il romanzo mette insieme le premesse di Amleto di William Shakespeare – tragedia il cui protagonista vuole vendicare l’uccisione del padre da parte dello zio, che ne ha anche sposato la madre – e quelle del film del 1989 Senti chi parla, in cui il protagonista è un bambino di meno di un anno che nella versione originale ha la voce di Bruce Willis, in italiano quella di Paolo Villaggio. I riferimenti ad Amleto sono molto chiari: lo zio del feto di Nutshell si chiama Claude, quasi come il Claudius della tragedia di Shakespeare, mentre il nome Trudy ricorda quello della madre di Amleto, Gertrude. Lo stesso titolo del romanzo – “nutshell” significa “guscio di noce” – è una parola che compare in una delle battute di Amleto
«I could be bounded in a nutshell, and count myself a king of infinite space, were it not that I have bad dreams»
che tradotto significa
«Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi Re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni».
Nel testo del romanzo ci sono molte altre citazioni di Shakeaspeare. La grande differenza tra Amleto e il feto del romanzo di McEwan è che quest’ultimo è teoricamente del tutto impotente di fronte al piano di omicidio di cui è testimone e alle conseguenze – la morte del padre e il possibile incarceramento della madre – che ricadrebbero anche sulla vita che deve ancora iniziare. Kakutani paragona il feto anche a Stewie della serie tv animata I Griffin, anche se specifica che è meno diabolico: il feto infatti è intelligente, sarcastico e colto grazie ai podcast ascoltati dalla madre, si preoccupa del cambiamento climatico e delle armi nucleari, preferisce John Keats alla maggior parte dei poeti moderni e apprezza il vino, in particolare il Sancerre. La recensione di Kakutani – che è una delle critiche più autorevoli e temute al mondo – è molto positiva. Secondo lei Nutshell mostra bene tutte le abilità narrative di McEwan e la sua capacità d’inventiva, apparentemente stimolata dalle «limitazioni create dalla situazione del narratore, bloccato in un guscio di noce materno».
Anche la recensione uscita sul quotidiano britannico Financial Times, scritta dal critico Christopher Tayler, è lusinghiera, più nei confronti della bravura di McEwan che del romanzo: lo definisce infatti un artista simile al regista Alfred Hitchcock, in cui l’abilità tecnica spicca sul contenuto. Secondo Tayler, l’eccentricità della struttura del romanzo (cioè il fatto che la voce narrante è quella di un feto) è solo «un modo per rinfrescare alcune osservazioni essenzialmente banali» e il libro sembra «il caso di un mastro falegname annoiato che si mette alla prova con un lavoro di ricamo».
Invece per la critica e poetessa scozzese Kate Clanchy, che ha recensito Nutshell sul Guardian, «l’architettura vince». Clanchy ha un’opinione molto buona del libro, che definisce un «capolavoro elegiaco», organizzato molto bene nella trama, nei personaggi e nei temi che affronta. Anche la recensione pubblicata sull’Irish Times è positiva: secondo il critico John Boyne Nutshell è il libro più affascinante di McEwan dopo Chesil Beach (2007) – che ha avuto molto successo anche in Italia – e ricorda i romanzi brevi dell’inizio della sua carriera. Boyne lo definisce «uno strano libro, un esperimento interessante che funziona per la maggior parte del tempo, non paragonabile con i suoi capolavori ma nemmeno deludente come i suoi passi falsi».
Publishers Weekly scrive che il romanzo, «pieno di senso dell’umorismo e venato di suspense», somiglia a un sonetto che il padre del feto – che è un poeta – recita a un certo punto del libro, e cioè «breve, denso, amaro, evocativo di desideri non corrisposti e impossibili da gestire, sorprendente e sorprendentemente toccante». Per ora il libro ha ricevuto solo 187 votazioni su Goodreads, il social network di Amazon dove si possono registrare le proprie letture, ma la media dei voti è buona, 3,82 su 5.
Il romanzo uscirà negli Stati Uniti il 13 settembre mentre sarà pubblicato in Italia dalla casa editrice Einaudi a marzo 2017, nella traduzione di Susanna Basso, che si è occupata della maggior parte dei libri di McEwan usciti in italiano. Non c’è ancora un titolo definitivo. Negli ultimi anni Einaudi ha ripubblicato in versione tascabile molti dei romanzi di McEwan, con nuove copertine disegnate dall’artista Antonello Silverini. Verranno ripubblicati, sempre con copertine realizzate da Silverini, anche tutti gli altri libri dello scrittore.