Il primo vescovo della Chiesa d’Inghilterra a fare coming out
L'orientamento sessuale di Nicholas Chamberlain era noto a chi lo aveva nominato, ma un giornale britannico aveva deciso di renderlo pubblico e lui l'ha anticipato
Il vescovo di Grantham, Nicholas Chamberlain, ha detto al Guardian di essere gay e di avere da tempo un compagno. È la prima volta che nella Chiesa di Inghilterra qualcuno fa coming out, ma il vescovo ha spiegato di non aver mai nascosto il suo orientamento sessuale e che ne era a conoscenza anche chi ha deciso di affidargli, lo scorso novembre, il suo attuale incarico. La decisione di parlarne pubblicamente è arrivata venerdì 2 settembre dopo che un altro giornale britannico aveva deciso di rendere pubblica la storia di Chamberlain nell’edizione di domenica 4 settembre.
Chamberlain ha ammesso che questa notizia avrebbe potuto causare qualche «increspatura» all’interno della Chiesa, ma ha precisato che l’annuncio pubblico non è stata una sua decisione: «Non è stata una mia decisione, questo annuncio in grande stile. La gente sa che sono gay, ma non è la prima cosa che direi a chiunque. La sessualità è parte di ciò che sono, ma è il mio ministero ciò su cui voglio concentrarmi». Tutti coloro che sono stati coinvolti nella sua nomina, compreso Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, erano a conoscenza della storia personale di Chamberlain. Welby ha infatti confermato di «essere sempre stato pienamente consapevole della stabile relazione del vescovo Nick. La sua nomina è stata decisa sulla base delle sue competenze e capacità nel servire la chiesa nella diocesi di Lincoln. Vive rispettando i canoni previsti per il clero e la sua sessualità è completamente irrilevante, per noi e per il compito che deve svolgere».
Nel 2011 la Chiesa anglicana (che consente anche alle donne di essere ordinate vescovo) aveva eliminato la proibizione esplicita ai sacerdoti omosessuali e uniti da una unione civile di diventare vescovi. L’unica condizione, per quelli che si sarebbero candidati a diventare vescovi, era mantenere il celibato. Poi nel 2013 Inghilterra e Galles hanno legalizzato i matrimoni gay, ma la prassi del celibato per il clero omosessuale è rimasta di fatto invariata. Il dibattito nella Chiesa d’Inghilterra era iniziato nel 2003, quando un sacerdote gay, Jeffrey John, era stato nominato vescovo di Reading: dopo le proteste dei conservatori, John si era dimesso. Nel 2010 era stato candidato di nuovo per diventare vescovo di Southwark ma la proposta era stata di nuovo respinta, sempre a causa del suo orientamento sessuale. Le linee guida della Chiesa di Inghilterra prevedono quindi un doppio standard molto criticato: cioè che i sacerdoti eterosessuali possano sposarsi mentre quelli gay debbano restare celibi. Dentro la Chiesa ci sono molte pressioni perché la situazione cambi e, scrive il Guardian, sono in aumento i preti che hanno già dichiarato di essersi sposati con i loro compagni e che chiedono l’eliminazione totale del doppio standard. La Chiesa Episcopale statunitense, tra molte contestazioni interne, ha già nominato due vescovi gay.
Alla domanda se altri vescovi potrebbero seguire il suo esempio nel dichiarare apertamente la loro omosessualità, Chamberlain ha detto: «Sono in grado davvero di parlare solo per me. Se potrò essere un incoraggiamento per gli altri, sarebbe una cosa buona». Ha precisato dicendo che spera si parli di lui per le sue azioni più che per la sua identità sessuale, e si è rifiutato di criticare la regola che impone il celibato ai gay.