Ci sono sempre meno elefanti
Lo dice il più grande censimento mai fatto in Africa: ed è colpa soprattutto del bracconaggio
di Kevin Sieff – The Washington Post
La popolazione di elefanti dell’Africa è diminuita più velocemente di quanto indicato da quasi tutte le previsioni, sollevando domande inquietanti sull’incapacità di proteggere uno dei più grandi mammiferi del mondo. Nella savana di quasi tutta l’Africa sub-sahariana oggi ci sono solo 352.271 elefanti, stando a quanto dice Elephants Without Borders, un’organizzazione che si occupa di ricerca e che ha appena concluso un censimento in 18 paesi. Lo studio ha scoperto che tra il 2007 e il 2014 la popolazione degli elefanti è calata di almeno il 30 per cento, cioè di 144mila esemplari. Le stime precedenti indicavano un numero decisamente più alto per la popolazione di elefanti, e per questo i risultati dello studio, che è stato chiamato “il grande censimento degli elefanti”, sono una rivelazione sconcertante. «Questi grandi cali nella popolazione degli elefanti sono quasi certamente dovuti al bracconaggio per l’avorio», si legge nello studio. «Negli ultimi 5/10 anni il bracconaggio è aumentato sensibilmente, soprattutto nell’Africa orientale e occidentale».
I ricercatori hanno diffuso le scoperte fatte in anni di viaggi in elicottero e in piccoli aerei in giro per l’Africa, in cui hanno passanto circa 10mila ore in volo. Il National Geographic ha definito lo studio «il più grande censimento di fauna selvatica della storia». In alcuni dei paesi presi in esame dallo studio, come l’Angola, non erano mai stati fatti censimenti. «Se non riusciamo a salvare gli elefanti dell’Africa, che speranze abbiamo di tutelare il resto della fauna selvatica africana?», ha detto Mike Chase, autore principale del censimento e fondatore di Elephants Without Borders.
(Great Elephant Census)
La popolazione degli elefanti della savana è diminuita moltissimo per via della distruzione delle terre in cui vivono. Secondo il WWF, il loro habitat «è sceso da circa 7,7 milioni di metri quadrati nel 1979 a poco più di 2,5 nel 2007». Negli ultimi decenni, inoltre, il bracconaggio ha aggiunto una nuova grave minaccia. La maggior parte dell’avorio estratto dagli elefanti finisce in Asia, dove può arrivare a costare quasi 900 euro per meno di mezzo chilo e viene spesso usato per cure mediche la cui efficacia non è provata scientificamente. Sorvolando gran parte dell’Africa, i ricercatori dello studio hanno potuto osservare quello che rimaneva del traffico dei bracconieri: grandi carcasse di elefanti lasciate marcire al sole. «I cadaveri degli elefanti rimangono visibili per diversi anni dopo la morte», si legge nello studio.
Alcuni paesi sono stati interessati dal fenomeno in modo più grave di altri. In Camerun, per esempio, il numero di elefanti morti osservati dai ricercatori era quasi pari a quello degli elefanti vivi. «In Angola, Mozambico e Tanzania, la popolazione degli elefanti è scesa in misura sbalorditiva, molto di più rispetto ai dati e alle aspettative precedenti», hanno scritto i ricercatori in un comunicato. Lo studio, che è stato finanziato in gran parte dal miliardario co-fondatore di Microsoft Paul Allen, ha rivelato che tra il 2009 e il 2015 la popolazione di elefanti della Tanzania è scesa del 53 per cento, passando da 109mila esemplari nel 2009 ai 51mila nel 2015. «Ci aspettavamo un calo, ma non a questi livelli», ha detto al National Geographic Edward Kohi, ricercatore capo del Tanzania Wildlife Research Institute.
Molti paesi africani hanno tentato di migliorare le loro attività di tutela degli elefanti, soprattutto con la creazione di unità anti-bracconaggio impiegate nei parchi nazionali, nelle savane e nelle foreste. Quest’anno il Kenya ha dato fuoco a 105 tonnellate di avorio, nel tentativo di dimostrare, come ha detto il presidente keniano Uhuru Kenyatta, che «per noi l’avorio non ha valore, a meno che non sia sui nostri elefanti». Di recente, gli Stati Uniti hanno annunciato un blocco quasi totale al commercio di avorio. Nonostante tutta l’attenzione per contrastare il bracconaggio, e quindi il calo degli elefanti, non ci sono segnali che fanno pensare che l’attività si fermerà presto. In gran parte del continente africano, i bracconieri sono persone estremamente povere che per dare la caccia a elefanti e rinoceronti vengono pagati molti più soldi rispetto a quelli che guadagnerebbero con un altro lavoro. Quando vengono arrestati, una cosa relativamente rara, spesso i bracconieri scontano solo brevi condanne in carcere.
© 2016 – The Washington Post