Ci siamo già stufati di Pokémon Go?
Un mese fa era dappertutto, ma dati piuttosto affidabili dicono che il numero dei giocatori dell'app è diminuito parecchio
Per almeno un paio di settimane, intorno alla metà di luglio, il gioco per smartphone Pokémon Go era dappertutto: scorrendo la propria timeline di Facebook o aprendo un qualsiasi sito di news, era praticamente impossibile non imbattersi negli articoli sul tema. L’attenzione dedicata dai media a Pokémon Go era ampiamente giustificata: in quei giorni era un fenomeno come non se ne erano visti molti. Lo si poteva capire facilmente passeggiando per un parco di una qualsiasi grande città: le persone che andavano in giro con lo smartphone in mano intenti a catturare Pokémon erano tantissime. Alcuni video circolati online hanno mostrato cosa succedeva quando a New York o a Taipei compariva un Pokémon raro: centinaia di persone si radunavano di corsa per catturarlo, bloccando il traffico e creando una grande ressa. Un’analisi pubblicata lo scorso 21 agosto da Bloomberg, però, suggerisce che il momento-di-Pokémon-Go sia passato, e che gli utenti giornalieri dell’app stiano calando nettamente.
Quanti utenti ha perso?
Non ci sono dati ufficiali su quante persone giochino a Pokémon Go perché Niantic, la principale società che sviluppa il gioco, è sempre stata piuttosto riservata nel condividere informazioni di questo tipo. I dati citati da Bloomberg sono stati raccolti da Axiom Capital Management, un’importante società di consulenza per investimenti con sede a New York, e sono stati ripresi da diversi siti di news internazionali. Il principale elemento a sostegno dell’affidabilità dei dati di Axiom è che sono stati raccolti e analizzati per verificare le opportunità economiche di Pokémon Go: è insomma uno studio da cui, potenzialmente, possono dipendere investimenti sostanziosi. Victor Anthony, senior analyst di Axiom, ha spiegato che i dirigenti dei più importanti social network, da Facebook a Tinder a Snapchat, erano preoccupati che Pokémon Go potesse portare gli utenti a passare meno tempo sulle loro app. La cosa è successa, ma sarebbe stata un vero problema se il successo di Pokémon Go fosse rimasto costante. Secondo Anthony, invece, i concorrenti di Pokémon Go possono tirare «un sospiro di sollievo».
I dati sono stati raccolti con la collaborazione di alcuni servizi che si occupano di analisi di app per smartphone, Sensor Tower, SurveyMonkey e Apptopia. Mostrano che dopo aver raggiunto circa 45 milioni di utenti giornalieri – cioè le persone che hanno aperto l’app almeno una volta in un giorno – il 21 luglio, il numero è poi sceso costantemente fino a raggiungere circa i 30 milioni negli ultimi giorni considerati, intorno al 18 agosto. La curva suggerisce che da allora siano ancora diminuiti.
A rendere ancora più significativi questi dati c’è il fatto che nel periodo considerato Pokémon Go è stato introdotto in diversi paesi, tutti molto popolari: in Giappone è arrivato il 22 luglio, in Francia e a Hong Kong il 24 luglio, e nei primi giorni di agosto è stato reso disponibile in Centro America, in Sud America e nei paesi del Sud Est asiatico. Tra il 21 luglio, pressapoco il giorno del picco degli utenti di Pokémon Go, e la fine di agosto, il gioco ha quindi perso oltre dieci milioni di utenti nonostante abbia guadagnato quelli di molti paesi in cui non era disponibile. Non è chiaro se i dati raccolti da Axiom tengano conto delle persone che giocano a Pokémon Go nei paesi in cui non è disponibile, scaricando versioni non ufficiali, ma è probabile di no. Tra questi paesi ci sono anche, per esempio, la Cina e l’India. I dati di Google Trends, il servizio di Google che monitora quanto sono popolari determinate ricerche nel mondo, sembra confermare la tendenza che emerge dai dati pubblicati da Bloomberg, anche se non dicono quante persone giocano all’app ma quante la cercano su Google.
Da quando è uscito il rapporto di Axiom, il valore delle azioni di Nintendo, che possiede per circa un terzo Pokémon Go, è sceso del 3 per cento. Dopo il lancio del gioco era aumentato di più del doppio, per poi assestarsi intorno al 60 per cento in più rispetto ai giorni precedenti all’uscita dell’app nei primi paesi. Nintendo aveva comunque spiegato ai suoi investitori che i ricavi derivanti da Pokémon Go dovevano ancora essere stimati, e aveva ricordato che non era l’unica società a possedere il gioco, per prevenire entusiasmi eccessivi.
È colpa di Niantic?
Craig Chapple, giornalista della rivista di giochi per smartphone PocketGamer.Biz, ha spiegato a BBC che è normale che un gioco perda utenti dopo un picco iniziale, ma che la velocità del calo di Pokémon Go è particolarmente preoccupante. «La cifra, se esatta, solleva qualche perplessità sulla capacità di Pokémon Go di conservare i propri utenti sul lungo periodo, sul fatto se ora come ora i giocatori trovano o meno sufficienti varietà e divertimento nell’esperienza di gioco, abbastanza da continuare a giocarci. Ma è importante notare che continua a essere un gioco di enorme successo nella maggior parte dei paesi, e i giocatori stanno continuando a usarlo e a divertirsi».
Il calo fisiologico subito da Pokémon Go, però, è stato reso più drastico da alcune scelte fatte da Niantic, secondo diversi esperti. In particolare, quella più criticata è la decisione di rimuovere la funzione del gioco che mostrava in un riquadro speciale a quanta distanza dai giocatori si trovavano i Pokémon. Si chiamava “Pokémon nei dintorni”, e assegnava ai Pokémon vicini una, due o tre impronte, a seconda della distanza: spostandosi nel mondo reale si poteva capire se ci si stava avvicinando o allontanando dal Pokémon che si voleva catturare. Era un sistema molto efficace ed apprezzato dai giocatori, perché rendeva divertente spostarsi per le città cercando di scoprire dove si trovava il Pokémon che si stava cercando. La funzione però è durata solo qualche giorno: ha smesso di funzionare intorno al 15 luglio, ed è stata interamente rimossa dall’aggiornamento successivo del gioco, secondo qualcuno per alleggerire i server del gioco. Nella nuova versione, il riquadro mostrava i Pokémon senza indicazioni sulla loro distanza: in sostanza per giocare si poteva solo vagare per strada sperando di incontrare Pokémon.
Anche per questo, a fine luglio si sono diffusi tra i giocatori app e siti di terze parti che mostravano dove si trovavano i Pokémon su una mappa. Queste app però non piacevano a Niantic, che è riuscita a renderle inutilizzabili (qualcuna è rimasta attiva, in realtà). Il calo mostrato dai dati Axiom era cominciato ancora prima, ma il grafico sembra mostrare che la curva ha cominciato a scendere più rapidamente negli ultimi giorni di luglio, in corrispondenza di questi aggiornamenti. Addirittura, Niantic ha bandito dal gioco alcuni utenti che avevano utilizzato app di terze parti, non è chiaro secondo quale criterio (perché la maggior parte degli utenti che le hanno usate hanno potuto continuare a giocare senza problemi). Negli ultimi giorni Niantic sembra però aver cambiato idea, e ha scritto che alcuni dei ban di questo tipo saranno annullati.
Tra le altre possibili ragioni del calo di popolarità di Pokémon Go c’è il fatto che il gioco è innegabilmente piuttosto ripetitivo: si cammina con lo smartphone acceso, e si spera di incontrare un Pokémon per catturarlo. Fin dall’inizio, però, gli utenti che vivono nelle città più piccole si sono lamentati che incontravano sempre gli stessi Pokémon, con il risultato che giocare non era molto divertente.
Può ancora riprendersi?
Pokémon Go prevede che gli utenti, giocando e catturando Pokémon, aumentino di livello: più si sale e più i Pokémon che si incontrano sono forti. Qualcuno si è lamentato che dopo il livello 20 aumentare di livello richiede molto tempo. In realtà questa è una delle principali precauzioni prese da Niantic per cercare di evitare che i giocatori più occasionali si stufino del gioco perché sono troppo più deboli rispetto a quelli che ci giocano diverse ore al giorno. Arrivare fino al livello 20 richiede molte ore, ma è tutto sommato fattibile nel giro di qualche settimana, giocandoci un po’ ogni giorno. A quel punto, i vantaggi di chi è a un livello più alto diventano praticamente nulli. In questo modo Niantic spera che anche chi inizierà a giocare, per esempio, tra qualche mese, nel giro di un tempo accettabile possa competere con i giocatori che usano l’app dal primo giorno. Pokémon Go recupererebbe molti utenti se uscisse in India, in Cina e in Corea del Sud: se per l’India non è chiaro a cosa sia dovuto il ritardo, in Cina e in Corea del Sud ci sono problemi legati alla rigida regolamentazione delle mappe di Google.
Un’altra possibilità per Niantic per recuperare quegli utenti che hanno l’app sullo smartphone ma che non la usano più, oltre alla reintroduzione del sistema “dei tre passi”, sarebbe rendere disponibili nuovi Pokémon. Per ora sono stati inclusi nel gioco solo quelli della “prima generazione”, che sono 151: in realtà quelli effettivamente disponibili sono meno, perché alcuni, conosciuti come “leggendari”, non sono mai stati catturati. Da allora sono uscite altre cinque generazioni (e una settima arriverà presto), per un totale di oltre 700 Pokémon. Questo potrebbe rendere di nuovo interessante il gioco per qualcuno, ma è probabile che non basti per altri giocatori. Pokémon Go ha infatti funzionato molto tra quei ventenni e trentenni che erano bambini negli anni Novanta, quando uscirono i primi Pokémon: per molti una delle cose più divertenti del gioco era in sostanza entrare di nuovo in contatto con una cosa che avevano conosciuto molto bene nell’infanzia. Molti di questi utenti, però, presumibilmente non conoscono i Pokémon usciti negli anni successivi, e potrebbero trovare meno divertente catturarli.