È stato ucciso l’ideatore dell’attentato di Dacca
La polizia del Bangladesh ha detto di aver ucciso Tamim Ahmed Chowdhury, sospettato di avere programmato l'attacco in cui morirono 24 persone, tra cui 9 italiani
La mattina di sabato 27 agosto le forze di sicurezza del Bangladesh hanno attaccato un nascondiglio dei terroristi che hanno compiuto l’attentato in un ristorante di Dacca dello scorso primo luglio, in cui morirono 24 persone, tra cui 9 italiani. L’edificio in cui si trovavano i terroristi si trovava alla periferia di Narayanganj, 25 chilometri a sud di Dacca: nell’attacco sono stati uccisi tre militanti del gruppo terrorista, tra cui, secondo la polizia bengalese, Tamim Ahmed Chowdhury, considerato l’ideatore dell’attentato di Dacca e il leader dell’organizzazione islamista bengalese Jamaat-ul-Mujahideen (JMB). La JMB non è formalmente affiliata con lo Stato Islamico, che secondo le autorità del Bangladesh non c’entrava nulla con l’attacco, nonostante la rivendicazione arrivata tramite Amaq, una sorta di agenzia di notizie “non ufficiale” dello Stato Islamico. Tamim Ahmed Chowdhury era tornato in Bangladesh dal Canada – paese di cui aveva la nazionalità – nel 2013 e aveva 30 anni.
Nell’attentato del primo luglio furono uccise persone di varia nazionalità perché l’Holey Artisan Bakery, il ristorante dove si è verificato l’attacco, si trovava nel quartiere delle ambasciate ed era abbastanza rinomato. L’attacco ha provocato il numero più alto di italiani morti in un attacco terroristico dal novembre 2003, quando ne furono uccisi 19 a Nassiriya in Iraq. Dopo l’attentato la polizia del Bangladesh trattenne due uomini che erano tra i sopravvissuti pensando che fossero in qualche modo coinvolti: i due – l’ingegnere di 47 anni Hasnat Karim e lo studente dell’Università di Toronto Tahmid Hasib Khan, che ha 22 anni – stavano mangiando all’Holey Artisan Bakery in due tavoli separati. L’avvocato di Karim e i parenti di Khan ne negano il coinvolgimento.