Di cosa parliamo quando parliamo di “velo”
Un hijab è diverso da uno chador, che non somiglia per nulla a un burqa: una piccola guida per discuterne informati, in tempi di burqini
Negli ultimi giorni, a causa della polemica in Francia sull’uso del cosiddetto “burqini”, si è tornato a parlare molto dei vari tipi di velo che le donne musulmane indossano per dimostrare – secondo le alcune interpretazioni dell’Islam – modestia e pietà religiosa. Nel dibattito, però, spesso i vari tipi di velo (c’è un’intera pagina di Wikipedia che li elenca) sono stati confusi, con conseguenze a volte paradossali. Ad esempio, molti hanno parlato del “burkini” come di un indumento che copre il volto, ingannati probabilmente dall’assonanza del nome con “burqa”, un indumento completo che nasconde tutto il corpo, utilizzato soprattutto in Afghanistan e Pakistan. Ecco una piccola guida per capire di cosa parliamo.
Hijab
Si tratta di un termine con molti significati, tra cui quello di “abbigliamento modesto” (hijab, quindi, si può utilizzare come sinonimo di tutti i tipi di veli). Nel linguaggio comune, di solito viene usato per indicare un pezzo di tessuto di forma rettangolare, come una sciarpa, annodato intorno alla testa e al collo per coprire i capelli. Per quanto possa essere di lunghezza e forme differente e annodato in moltissimi modi diversi, si tratta del tipo di velo più comune: lascia scoperto il volto e, negli ambienti meno conservatori, spesso lascia intravedere i capelli e il collo. In vari paesi e varie tradizioni islamiche può avere nomi differenti.
Alcune ragazze curde nella città di Erbil, in Iraq (Ton Koene/picture-alliance/dpa/AP Images)
Al Amira/Khimar/Tudung
Un altro tipo di velo consiste un pezzo di tessuto cucito a tubo, oppure di forma rettangolare, con un apertura circolare per il volto. A volte viene indossato sopra un secondo velo che viene annodato strettamente intorno alla fronte (si vede chiaramente indosso alle due ragazze a sinistra nella fotografia). A seconda della forma esatta e del paese in cui viene usato, questo tipo di indumento si chiama con nomi diversi, come ad esempio al amira o khimar (ma ci sono numerose varianti e alcuni lo chiamano semplicemente hijab). La caratteristica di questo capo è che in genere non si “annoda” come una sciarpa, ma si può indossare solo infilando il viso nell’apertura. Ma soprattutto, si distingue dal semplice hijab perché lascia scoperto il volto, ma copre completamente capelli, collo e spalle. In Malesia e Indonesia la versione locale del velo che copre completamente capelli e collo viene chiamata tudung o kerudung.
Un gruppo di bambine in una scuola di Kano, in Nigeria (AP Photo/Sunday Alamba)
Chador
Il chador è un indumento diffuso soprattutto in Iran e consiste in un mantello in genere nero che copre una donna dalla testa ai piedi. In genere è aperto sul davanti e senza bottoni e viene tenuto chiuso usando le mani. La caratteristica del chador è quella di essere un pezzo unico: il mantello che copre il corpo è lo stesso pezzo di tessuto che copre anche il capo. In genere, sotto il mantello, chi indossa il chador copre si copre i capelli con veli simili al khimar. Il chador lascia scoperto il volto.
Un’agente di polizia iraniana durante un sessione di tiro a segno (AP Photo/Vahid Salemi)
Niqab
Il niqab è un tipo di velo diffuso soprattutto nella penisola araba, ma che viene utilizzato in tutto il mondo dai musulmani che appartengono ai gruppi più conservatori. Consiste in un pezzo di tessuto nero, tagliato in maniera abbastanza complessa e che serve a coprire completamente il volto di chi lo indossa, lasciando solo una fessura per gli occhi, a volte coperta da un tessuto semi-trasparente. La caratteristica del niqab è che copre soltanto il volto, fermandosi in genere all’altezza delle spalle (in genere viene indossato sopra abiti tradizionali dello stesso colore).
Una donna con indosso un niqab nel corso di una manifestazione in Germania (Boris Roessler/picture-alliance/dpa/AP Images)
Burqa
Il burqa è un indumento diffuso soprattutto in Asia Centrale, tra Afghanistan e Pakistan, e consiste in un serie di strati di tessuti che coprono completamente il corpo di una donna, dalla testa ai piedi, senza lasciare nulla scoperto. In genere, in corrispondenza degli occhi, è posizionata una sorta di grata di tessuto per permettere alla donna di vedere all’esterno dell’indumento. Si tratta dell’abito più coprente di tutta la tradizione islamica. Si distingue dal niqab proprio perché copre tutto il corpo e non solo il volto. Il burqa è spesso associato ai talebani, il movimento politico religioso che lo impose per legge a tutte le donne afghane.
Due donne in un negozio di abiti di Kabul, in Afghanistan