Storia di una piccola città cambiata da Pokémon Go
A Occoquan è in corso un'invasione pacifica, e una nuova e originale forma di turismo: molti abitanti sono però perplessi e alcuni spaventati
di di Perry Stein - The Washington Post
Occoquan è una piccola città della Virginia, nel nord-est degli Stati Uniti, a qualche decina di chilometri da Washington: ha da poco superato i mille abitanti e occupa un’area di mezzo chilometro quadrato. È una piccola, poco nota e pittoresca città coloniale che da un po’ di tempo è diventata meta di un particolare turismo: arrivano a centinaia, giorno e notte. Compagnie di adolescenti, madri con figli e coppie di fidanzati. Un dipendente statale di mezza età che mentre torna a casa dal lavoro esce dall’autostrada e si ferma a Occoquan. Si accalcano davanti al municipio, si radunano sui pontili di legno, affollano i marciapiedi, si riversano nelle strade. Fissano gli schermi dei loro smartphone e fanno passare il loro dito sullo schermo con un ritmo da zombie che potrebbe stare benissimo in un film sul distopico futuro delle tecnologie. È la realtà aumentata di Pokémon Go che li ha fatti arrivare a Occoquan, e Pokémon Go sta aumentando la realtà di Occoquan.
Occoquan esiste da quasi tre secoli, sulla sponda dell’omonimo fiume, e senza volerlo è diventata un posto perfetto per Pokémon Go, il gioco che sta facendo arrivare frotte di giocatori che usano i loro smartphone per catturare finte creature che proliferano in mezzo ai 1.016 veri abitanti di Occoquan, un posto che si promuove come “un’oasi e una piccola gemma” che offre “un’America tradizionale e a misura d’uomo” e si è trasformato in un’autostrada della realtà virtuale. Elizabeth Quist, sindaco di Occoquan, ha detto: «È incredibile. Da un po’ di tempo quando il martedì sera torno a casa dai consigli comunali mi trovo bloccata nel traffico. Non mi viene in mente un altro momento in cui sono stato in coda a uno stop, con cinque auto davanti, a dover aspettare passassero tutti gli altri. Per Occoquan questo è il corrispettivo di un ingorgo».
La nuova e improvvisa popolarità di Occoquan è stata una manna per i negozi e i pittoreschi ristoranti nel centro città, fatto da tre isolati: come ogni tipo di turismo, porta soldi. Ma gli abitanti della piccola cittadina hanno iniziato a lamentarsi perché secondo loro Occoquan sta perdendo la sua pace, e chi la amministra fa fatica a mettere insieme un piano per garantire la sicurezza di tutti. Joe McGuire, membro del consiglio comunale, ha detto: «Ci sono ragazzi di 22 anni che giocano ai Pokémon alle due di notte e quando trovano un emoji – o qualsiasi diavolo di cosa sia – diventano rumorosi, e i cittadini se ne lamentano».
Gli abitanti di Occoquan chiedono di far finire la cosa. Parlano di genitori che fanno fatica a far addormentare i figli per colpa di tutto il casino per le strade e sono preoccupati da quelli che giocano a Pokémon Go mentre guidano, magari andando contromano in strade a senso unico. In giro per Occoquan sono stati messi cartelli che dicono di evitare il “Pokémon and Drive“: è un tentativo per far sì che i pedoni con gli occhi fissi sullo schermo non vengano investiti da autisti che stanno facendo la stessa cosa.
Tutto questo succede perché Occoquan sembra essere un posto perfetto per andare a caccia di Pokémon, perché ha la fortuna – o la sfortuna, dipende a chi si chiede – di poter trarre beneficio dall’insieme di più fattori. Siccome la città è sulla sponda di un fiume, ospita sia Pokémon di terra che Pokémon d’acqua. In più Occoquan è piena di ristoranti e negozi, e grazie alla sua lunga storia è piena di monumenti: ci sono quindi molti Pokestop e, in generale, molti più Pokémon che in altre aree rurali o suburbane. Occoquan è anche a soli 17 chilometri da un’importante autostrada, percorsa ogni giorni da chi vive in campagna o in periferia e va a lavorare a Washington. Occaquan è quindi diventata protagonista della corsa ai Pokémon del 2016 senza che nessuno potesse farci niente: sono stati i computer e i loro algoritmi a far arrivare gente in città. Niantic, la società che ha sviluppato il gioco, ha usato dati geografici che arrivavano da Ingress, un suo precedente gioco in realtà aumentata, che mischia il realtà con il virtuale. Niantic ha così ottenuto mappe virtuali basate in parte su dati e algoritmi e in parte su suggerimenti e proposte dei giocatori di Ingress.
Laure Lemons, che vive vicino a Occoquan e ci si ferma un paio di volte a settimana mentre ritorna a casa dal lavoro, ha detto: «È impossibile resistere, bisogna fare tappa qui, è il paradiso dei Pokémon. È come vincere la lotteria». Lemons ha detto di essere ormai una cliente abituale di alcuni negozi di Occoquan: di recente ha portato qui anche i suoi nipotini e gli ha comprato ciondoli in un negozio. Ha anche aggiunto che il gelataio ha iniziato a stare aperto fino a tardi, più tardi del solito, per rispondere alla crescente domanda di gelati. Quelli che lavorano al Bar J hanno invece iniziato a indossare magliette a tema Pokémon, per provare a tratte profitto dalla moda del momento. Casie Sipe, una delle persone che gestiscono il bar, ha detto: «Le persone arrivano, si siedono e una certa prendono, se ne vanno e dicono “torniamo subito”, e ti chiedi dove siano andate. Poi tornano, dicono di aver catturato qualcosa e ordinano qualcos’altro da bere. È proprio strano».
Prima di Pokémon Go i turisti di Occoquan erano molti meno e arrivavano nei weekend, per fare un picnic in riva al fiume o un pigro giro in barca, le folle arrivavano solo per un paio di importanti eventi annuali, per esempio il Duck Splash, in cui per beneficenza vengono messe nel fiume centinaia di paperelle di gomma. Ora invece Occoquan ogni giorno si trasforma, dopo l’orario di lavoro, in una città dei balocchi per adolescenti, ventenni e ultra-ventenni il cui obiettivo è stare in giro fino a tardi per catturare e allenare queste creature di finzione.
Clarke Lilly ha 28 anni, vive vicino a Occoquan e non gioca a Pokémon Go: «È molto più difficile trovare parcheggio, prima non avevo mai problemi». Lilly lo dice mentre è seduto al bar con alcuni amici, circondato da altri ragazzi quasi tutti intenti a giocare con i loro smartphone. «Li vedi sempre andare in giro senza fare attenzione, preoccupandosi solo dei loro smartphone, ma state più attenti!». Anthony Groves, che ha 29 anni ha invece detto: «Mi da un motivo per uscire con mia moglie e fare qualcosa insieme a nostra figlia». Mike McDonald, che ha 52 anni e va a Occoquan per giocare con suo figlio di 26, ha detto: «Mi piace camminare e questa è una cosa che si può fare camminando».
McGuire, il membro del consiglio comunale, ha detto di capire che tutto questo fa bene all’economia della città ma secondo lui le folle da Pokémon sono anche un problema complicato da gestire. Per le strade ora ci sono lattine di birra e spazzatura e i cittadini subiscono le notti rumorose e sono anche preoccupati per la sicurezza. «Sono i due lati della stessa medaglia. La cosa fa parlare di noi ed è la prima volta che succede. Era nostra intenzione far arrivare un po’ più di gente in città, ma questa è un’invasione improvvisa». Per ora a Occoquan non c’è però stato nessun incidente o atto criminale in conseguenza di Pokémon Go.
I rumori in piena notte, gli autisti disattenti, i rifiuti e le questioni relative alla sicurezza stanno però preoccupando le persone. A Occoquan c’è un solo poliziotto – Sheldon Levi – che ha detto di aver bisogno di una mano per assicurarsi che tutto resti tranquillo e sicuro. Levi ha detto che il “fenomeno Pokémon” è un problema, seppur rappresenti comunque qualcosa di positivo. Durante un incontro con i cittadini ha però detto di aver richiesto l’aiuto di un altro poliziotto che controlli la città dalle 10 di sera alle tre del mattino, una cosa inusuale per una città praticamente senza criminalità. Durante quell’incontro un cittadino gli ha chiesto: «E lo dovremo pagare noi questo poliziotto extra?». «Certo che sì», ha risposto Levi, spiegando che la città spende 40 dollari all’ora per il poliziotto in più, ma lo fa beneficiando di un fondo statale.
Di sera capita di vedere per Occoquan della gente del posto che passeggia cercando di capire cosa sta succedendo. Un’abitante ha raccontato di essersi stupita dopo aver visto che un falco pescatore aveva catturato un pesce, con molta grazia. Ma non è proprio questo che la stupì: fu il fatto che lì vicino c’erano circa altre 70 persone che non se ne accorsero, perché erano tutte impegnate a catturare Pokémon. Gli abitanti di Occoquan sperano però che questa moda rallenti un po’ – magari in coincidenza del’inizio delle scuole, che in Virginia è il primo martedì di settembre – ma non c’è modo di sapere quando i cittadini potranno riprendersi Occoquan. Nancy Farmer, cittadina di Occoquan, ha detto: «Questo è un problema serio, specialmente di notte, e ci sta sfuggendo di mano. È totalmente fuori controllo. Vivere qui è diventato orribile».
© 2016 – The Washington Post