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  • Giovedì 18 agosto 2016

Vi ricordate della Spagna?

Hanno votato una volta e non sono riusciti a fare un governo, hanno votato di nuovo e ancora non ci sono riusciti: ora però c'è un accordo e forse si muove qualcosa

Mariano Rajoy (a destra) e Albert Rivera durante un incontro a Madrid (JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images)
Mariano Rajoy (a destra) e Albert Rivera durante un incontro a Madrid (JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images)

Aggiornamento venerdì 19 agosto – È stata fissata la data del voto di fiducia al governo che proporrà Mariano Rajoy di fronte al Parlamento. Il dibattito e la prima votazione – dove sarà necessaria la maggioranza assoluta – si terranno tra il 30 e il 31 agosto; la seconda votazione – dove sarà sufficiente la maggioranza semplice – si terrà il 2 settembre.

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Giovedì c’è stata una piccola novità nella crisi politica che dal dicembre 2015 impedisce la formazione di un nuovo governo, nonostante gli elettori siano andati a votare due volte: Albert Rivera, leader del partito centrista Ciudadanos, ha annunciato di avere trovato una specie di pre-accordo con Mariano Rajoy, il leader del Partito Popolare (PP) e primo ministro in carica. Sulla base di questo pre-accordo, il PP si è impegnato a lavorare per fissare quanto prima una data per il voto di fiducia in Parlamento su un eventuale governo di centro-destra, e si è impegnato a firmare il “patto anticorruzione” che era stato posto da Ciudadanos come precondizione per conversazioni future. La notizia è finita su tutte le prime pagine dei giornali spagnoli non tanto perché significhi una soluzione della crisi politica – è un piccolo passo che potrebbe anche non portare a niente – ma perché è il primo segnale di progresso dopo settimane di completo stallo.

La situazione è questa. Il PP ha stravinto le ultime elezioni, quelle che si sono tenute a giugno 2016: ha ottenuto 137 seggi, 52 in più del Partito Socialista (PSOE), la principale forza politica di sinistra in Spagna. Le elezioni di giugno erano state indette dopo il fallimento delle trattative politiche seguite a un’altra elezione, che si era tenuta a dicembre e che non aveva portato ad alcuna maggioranza parlamentare. Nonostante la netta vittoria di giugno, però, il PP è rimasto comunque di nuovo molto lontano dal numero di seggi che garantiscono la maggioranza assoluta (176) e ha passato le ultime settimane a cercare di convincere altri partiti politici a votare la fiducia al suo leader, Mariano Rajoy, oppure a dare un voto di astensione che permette la formazione di un governo di minoranza. Finora non gli è andata molto bene. Il leader del PSOE, Pedro Sánchez, ha escluso in diverse occasioni di essere disposto ad appoggiare un governo conservatore guidato da Rajoy o anche solo di astenersi durante il voto di fiducia (di fatto ha escluso la possibilità di una “grande coalizione” tra i due principali partiti spagnoli). L’alleanza tra PP e PSOE sarebbe l’unica a garantire la formazione di una maggioranza solida in Parlamento, visto che la somma dei seggi dei due partiti è 222.

A Rajoy è andata meglio con Ciudadanos, il partito di centro che alle ultime elezioni ha ottenuto 32 seggi. Il PP e Ciudadanos hanno negoziato per settimane una specie di pre-accordo, che non è definitivo ma almeno è qualcosa. Rajoy ha accettato un documento di sette punti presentato da Ciudadanos e ha detto che comunicherà alla presidente del Parlamento, Ana Pastor, la sua disponibilità a fissare una data in cui si terrà il voto di fiducia di un suo eventuale governo. La notizia è importante anche perché fino a oggi Rajoy si era sempre rifiutato di stabilire una data per il voto di fiducia, per paura di non avere una maggioranza che lo sostenesse. Nel merito però la situazione non è cambiata molto: Ciudadanos ha detto che non voterà un altro governo Rajoy ma comunque si asterrà, facendo la sua parte per sostenere la formazione di un governo di minoranza. Il problema è che la somma dei seggi del PP e di Ciudadanos è 169, non sufficiente a raggiungere la maggioranza assoluta in Parlamento (potrebbero arrivare a 170 seggi con l’appoggio di Coalición Canaria). I due partiti sperano che il PSOE – o alcuni suoi parlamentari – cambino idea e che al momento del voto di fiducia si esprimano per l’astensione.

Nel frattempo i due principali partiti di sinistra – il PSOE e Unidos Podemos – non hanno smesso di avere contatti. Unidos Podemos è una coalizione formata da Podemos e dal partito di sinistra Izquierda Unida che alle ultime elezioni ha ottenuto solo 71 seggi, deludendo le enormi aspettative dei suoi sostenitori. Stando a quanto dicono i giornali spagnoli, Pedro Sánchez e Pablo Iglesias, il leader di Podemos, hanno continuato a parlare dell’eventualità che Rajoy non ottenga la fiducia in Parlamento. In quel caso, ha detto Sánchez, le forze di sinistra proveranno a loro volta a formare un governo progressista, cercando di raggiungere la soglia di 176 seggi. Ma anche in questo caso non sarà facile: la somma dei seggi ottenuti dai due partiti è pari a 156 e comunque già in passato i tentativi di creare un’alleanza post-elettorale a sinistra non erano andati a buon fine.

Nel caso in cui non si dovesse arrivare alla formazione di una maggioranza parlamentare – e al momento sembra uno scenario piuttosto improbabile – si dovrà tornare a votare, per al terza volta in un anno. La data di un’eventuale nuova elezione non è ancora stata fissata, ma dovrebbe essere tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017.