The king of all media
Storia di Howard Stern, famosissimo conduttore radiofonico americano che dopo anni di volgarità e irriverenze ha mostrato un grande talento da intervistatore
Nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali statunitensi, la candidata del Partito Democratico Hillary Clinton e quello del Partito Repubblicano Donald Trump parteciperanno a diversi dibattiti televisivi e saranno intervistati più volte da giornali, radio e tv sui loro programmi e progetti futuri. Il primo agosto Clinton ha ricevuto pubblicamente una richiesta di intervista dal famoso conduttore radiofonico Howard Stern, noto per il contenuto irriverente, spesso sessista e politicamente scorretto delle sue trasmissioni, ma anche per il suo talento di intervistatore. La proposta di Stern a Clinton è stata fatta durante un’intervista al Washington Post in cui Stern ha detto che la voterà – la sosteneva già nel 2008, durante le primarie poi vinte da Barack Obama – e che le vorrebbe fare delle domande sulla sua vita personale, su cosa significa essere Hillary Clinton, lasciando da parte questioni come lo scandalo delle email. Secondo Stern la sua sarebbe “l’intervista definitiva” a Clinton.
Chi è Howard Stern
Howard Stern ha 62 anni, è nato a New York da una famiglia di origine ebraica e soprattutto da giovane assomigliava a Joey Ramone dei Ramones, solo più riccio. Stern è diventato famoso a partire dalla metà degli anni Settanta come “shock jock“, cioè uno di quei conduttori che divertono gli ascoltatori parlando di cose che risultano offensive per moltissime persone e scherzando in modo irriverente su cose molto serie, come la sparatoria del liceo Columbine che commentò parlando del fatto che si fossero salvate molte belle ragazze e stupendosi del fatto che gli attentatori non avevano provato a fare sesso con loro. In pratica fa da tanti anni qualcosa di molto simile a quello che Giuseppe Cruciani fa dal 2006 con il programma radio La Zanzara di Radio 24.
Il 27 luglio il New York Times ha pubblicato un lungo articolo in cui il giornalista David Segal spiega però come negli ultimi anni Stern sia cambiato: anche se nella sua trasmissione si continua a parlare di sesso in modo esplicito, oltre che di flatulenze, e ci sono sempre scherzi telefonici e spogliarelliste, lo Howard Stern Show è diventato una trasmissione che piace anche a un pubblico più serio grazie alle interviste di Stern a personaggi famosi. L’articolo si intitola Confessor. Feminist. Adult. What the Hell Happened to Howard Stern?, “Confessore. Femminista. Adulto. Cosa accidenti è successo a Howard Stern?”, e definisce Stern come “uno dei più abili intervistatori che ci sono in circolazione”. Stern è noto anche come “King of All Media”, cioè “Re di tutti i media”: un soprannome che nel 2006 ha anche registrato.
Cos’è lo Howard Stern Show
Lo Howard Stern Show è trasmesso dalla metà degli anni Settanta su diverse stazioni radiofoniche. All’inizio la trasmissione era su radio locali, prima ad Hartford, in Connecticut, poi a Detroit e dopo ancora a Washington e a New York; dal 1986, quando lo Howard Stern Show cominciò a essere trasmesso su radio di diversi stati americani, Stern divenne famoso a livello nazionale. Dal 2006 la trasmissione è sulla radio satellitare Sirius XM che si può ascoltare solo a pagamento, tramite un abbonamento. Dal 1981 Stern ha come co-conduttrice Robin Quivers, una donna nera che prima di cominciare a lavorare in aveva fatto l’infermiera ed era diventata capitano dell’aeronautica militare.
Lo Howard Stern Show è trasmesso dal lunedì al mercoledì e ogni puntata dura circa 4 ore. Una delle caratteristiche del programma è la partecipazione (non retribuita) alla trasmissione del Wack Pack, un gruppo di persone che risultano particolari per una qualche ragione, come essere evidentemente razzisti, avere problemi mentali o un aspetto, una voce o un’abilità che li rendono comici, e che Stern ha detto di aver scelto per il fatto che non capiscono per quale ragione risultino divertenti. Nel tempo i membri del Wack Pack sono in parte cambiati – alcuni sono morti, due sono stati cacciati dalla trasmissione, altri hanno semplicemente smesso di partecipare, se ne sono sempre aggiunti di nuovi – e non tutti sono presenti in ogni puntata. Sono noti con dei soprannomi, alcuni dei quali sono diventati un po’ più politicamente corretti di recente: per esempio, alla donna chiamata Wendy the Retard (“Wendy la ritardata”) è stato cambiato soprannome in Wendy the Slow Adult (“Wendy la lenta”). Oltre al Wack Pack, spesso hanno partecipato allo Howard Stern Show delle prostitute.
Robin Quivers con Eric l’attore precedentemente noto come Eric il nano, membro del Wack Pack, fino alla sua morte, avvenuta il 20 settembre 2014.
Gli ascoltatori storici di Stern sono soprattutto uomini e ragazzi bianchi, che della trasmissione di Stern hanno sempre apprezzato la contestazione del politicamente corretto, sia quando si parlava di tabù sessuali sia in altri campi. Intervistato da Enrico Ruggeri nel programma radiofonico Il falco e il gabbiano, Giuseppe Cruciani ha detto di «essere onorato di essere accostato ad Howard Stern» e ha spiegato: «Una delle caratteristiche principali di Howard Stern nel corso degli anni è di aver creato una sorta di divisione in America tra chi lo considera un genio, uno che ha rivoluzionato il mondo della radio, il linguaggio della radio, e chi invece pensa che sia un personaggio volgare, un personaggio da disprezzare, un personaggio che ha trascinato un sacco di ragazzi a fare cose turpi».
Stern ha anche scritto due libri autobiografici, che in parte ripercorrono alcune delle puntate più riuscite della sua trasmissione. Si chiamano Private Parts (1993) e Miss America (1995) ed entrambi sono stati dei bestseller negli Stati Uniti. Per Private Parts Stern aveva proposto i titoli I, Moron (tradotto, “Io, un imbecille”), Mein Kampf (“La mia lotta” in tedesco, è il titolo del più famoso libro di Adolf Hitler; tra l’altro Stern è ebreo) e Penis (“Pene”). In un’intervista a Rolling Stone Stern disse che avrebbe voluto quest’ultimo titolo per poter vedere scritto nella lista dei libri più venduti del New York Times “Howard Stern’s Penis is No. 1”, che letteralmente significa “Il pene di Howard Stern è il numero uno”; peraltro Stern non ha mai nascosto di avere un pene molto piccolo, lui steso lo ha paragonato a una ghianda per dimensioni. Private Parts è anche diventato un film, uscito nel 1997, in cui Stern, alcuni dei suoi collaboratori e altri, tra cui David Letterman, hanno interpretato se stessi; nel cast c’era anche l’attore Paul Giamatti e l’ex attrice pornografica Jenna Jameson.
Le interviste di Howard Stern
Nel profilo sul New York Times David Segal spiega che dopo il passaggio alla radio satellitare in mezzo alle parti volgari dello Howard Stern Show ci sono delle lunghe interviste a personaggi famosi, “decisamente intime e in diretta”, che hanno reso la trasmissione importante per gli attori che stanno promuovendo un nuovo film e una cosa da seguire anche per chi non apprezza lo Stern del Wack Pack e degli spogliarelli in diretta. Secondo David Segal, Stern è uno dei più abili e avvincenti intervistatori di persone famosi perché riesce a “scavare” nel loro personaggio. Le sue interviste assomigliano a conversazioni private, anche perché non hanno una scaletta precisa, vengono preparate con ore di studio da Stern e dai suoi collaboratori, ma poi avvengono in modo spontaneo.
Stern invitava i personaggi famosi al suo programma anche prima di arrivare a Sirius XM, ma all’epoca aveva una reputazione per cui poche persone volevano essere associate con lui; inoltre, racconta Segal, anche se la maggior parte delle interviste che Stern riusciva a fare finivano in modo amichevole, spesso sembrava che lui fosse più interessato a divertirsi che a dare spazio agli intervistati. In quel periodo Stern parlava molto male dei personaggi famosi; a marzo 2015 Stern ha finalmente intervistato la cantante Madonna e quando lei gli ha chiesto perché avesse parlato male di lei in precedenza, lui ha spiegato: «Dicevo cose cattive su tutti. Ero arrabbiato, a essere onesto. Ero un giovane uomo arrabbiato».
Cruciani, come molti fan di vecchia data, preferiva lo show dei vecchi tempi: «Howard Stern è molto cambiato. Io amo soprattutto il primo Howard Stern, quello prima del passaggio alla radio satellitare. Il primo era il più rivoluzionario, più provocatorio, più dissacrante». Secondo Segal, Stern è cambiato per diverse ragioni e in modo lento. Da un lato il cambiamento si può ricondurre a questioni personali, come la frequentazione di uno psicanalista, da cui Stern è andato 4 volte a settimana per anni, e il suo secondo matrimonio con l’ex modella Beth Ostrosky. Dall’altro c’è il fatto di essere diventato un personaggio più “mainstream” grazie alla partecipazione al talent show America’s Got Talent come giudice. Cruciani concorda con questa interpretazione. Stern ha fatto da giudice per quattro stagioni del talent, dal 2012 al 2015. Nella trasmissione si è mostrato come un personaggio molto simpatico e autoironico. In un’occasione fece piangere un bambino di 7 anni, che poi però consolò; in un’altra riuscì a rispondere con una battuta a un pessimo concorrente che gli aveva appena detto che i suoi genitori erano morti.
Sul New York Times Segal ha parlato in particolare dell’intervista di Stern a Bill Murray per far capire ai suoi lettori come possano essere toccanti e profonde le interviste di Stern. Nella loro conversazione, che si è trasformata in un “interrogatorio esistenziale”, Stern e Murray hanno parlato di occasioni perse e sprecate. Stern ha chiesto a Murray: «C’è qualcosa che ti domandi sulla tua vita, tipo perché non ho trovato il grande amore?». Dopo un momento di silenzio, Murray gli ha risposto: «Beh, ci penso a queste cose. Non sono sicuro del mio… di cosa sto facendo qui». Poi Murray ha spiegato che cercare una relazione gli sembrava una cattiva idea dato che lui stesso non era sicuro di conoscersi e capirsi. Allora Robin Quivers gli ha domandato: «Cosa ti ha impedito di entrare in contatto con te stesso?». Murray ha detto: «Quello che ci impedisce di guardare noi stessi e vedere che siamo brutti, se guardiamo davvero a fondo. Non siamo quelli che pensiamo di essere. Non siamo così meravigliosi come pensiamo di essere».
Un’altra cosa che ha fatto Stern in una delle sue interviste recenti è più o meno chiedere scusa. Lo ha fatto nel 2013 con Lena Dunham, autrice, regista e autrice della serie tv di HBO Girls, che aveva definito «una piccola ragazza grassa che sembra Jonah Hill e continua a svestirsi in modo che ti senti quasi stuprato». Le scuse sono arrivate, insieme a molti complimenti, quando Dunham telefonò durante la trasmissione e gli disse di non essere «così tanto grassa». Stern le disse di essere un grande fan della sua serie e disse che quando l’aveva offesa aveva parlato senza pensarci a lungo, come fa di solito. Gli raccontò tutta la storia: sua moglie gli aveva chiesto di guardare la prima stagione di Girls, che le era piaciuta molto, per poter guardare con lui la seconda; a Stern non piacquero i primi due episodi e quindi offese Dunham durante lo Howard Stern Show. Dopo aver guardato altre tre puntate, però, Stern cominciò ad appassionarsi alla serie e si «innamorò» del personaggio di Dunham, Hannah. Durante la telefonata disse a Dunham anche che secondo lui lei scrive come Woody Allen.
Lena Dunham si riappacificò con Stern al punto da andare alla grande festa per il suo sessantesimo compleanno, nel 2014, che di fatto è stata una versione eccezionale della sua trasmissione, con tantissimi ospiti. In quell’occasione Dunham ebbe modo di vendicarsi dei commenti di Stern sul suo fisico dicendo che lui assomiglia a «un cartone animato di una cavalla ebrea». Dunham ha poi definito Stern uno «schietto femminista» durante una puntata del programma The Tonight Show Starring Jimmy Fallon nel 2015: nella stessa trasmissione Dunham ha spiegato di aver cambiato idea su Stern e di pensare che Stern sia una delle persone che parla di questioni che per lei sono molto importanti.
Howard Stern e Donald Trump, Howard Stern e Hillary Clinton
Dal punto di vista politico Howard Stern è un libertario, che negli Stati Uniti vuol dire: uno che pensa che il governo debba fare e decidere il minor numero di cose possibili. Nel 1994 si candidò addirittura a governatore dello stato di New York con il Partito Libertario. Il giornalista Will Bunch ha definito sul sito di CNN il pensiero politico di Stern come «per un quarto libertario, per tre quarti libertino». Di sicuro Stern è sempre stato un sostenitore dei diritti delle persone omosessuali oltre che del diritto delle donne all’aborto. Si parla di lui anche in relazione a Donald Trump, però, perché tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta Trump era spesso ospite dello Howard Stern Show e durante la trasmissione ha più volte parlato delle sue preferenze sessuali, tra cui il fatto che non apprezza il sesso orale. In una puntata del 2002 però Trump disse anche di essere a favore dell’intervento militare statunitense in Iraq, cosa che oggi, come candidato alla presidenza, nega. Secondo Will Bunch, Howard Stern avrebbe contribuito a dare agli americani l’immagine di Trump che hanno oggi.
Nell’intervista al Washington Post in cui ha spiegato come gli piacerebbe intervistare Hillary Clinton, Stern ha detto di aver chiesto a Trump per quale ragione voglia fare il presidente dato che ha una «gran bella vita», ma poi non ha voluto rivelare cosa Trump gli abbia risposto, dato che la loro conversazione era privata. Su Clinton invece Stern ha detto: «Penso che potrebbe essere un presidente estremamente potente. Trump non mi dispiace come candidato, ma sono assolutamente innamorato di Hillary. Hillary presidente è una specie di mio sogno da tanto tempo. Pensavo che fosse un’eccellente senatrice». A proposito dell’intervista che le farebbe se ne avesse la possibilità (finora lo staff di Clinton ha rifiutato di farla partecipare allo Howard Stern Show), Stern ha detto: «Penso che sia una persona affascinante e penso anche che nessuno le abbia mai dato modo di parlare come essere umano e non come politica». Stern ha anche detto che un’intervista del genere potrebbe andare avanti per tutta la notte, che chiederebbe a Clinton in quale momento abbia deciso di voler essere presidente e non farebbe nessuna domanda sullo scandalo delle email perché sarebbe una domanda da FBI: le chiederebbe come si fa a essere una persona di successo.