Anthony Ervin, 16 anni dopo
A 19 anni vinse un oro nello stile libero a Sydney 2000, poi si ritirò ed ebbe un sacco di problemi: è tornato a nuotare nel 2010 e venerdì ha vinto un altro oro olimpico
Alle Olimpiadi di Sydney del 2000 gli Stati Uniti ottennero più medaglie nel nuoto di qualsiasi altra nazione: trentatré, di cui quattordici d’oro. Una di queste la vinse il diciannovenne californiano Anthony Ervin nei 50 metri stile libero. Ervin però si ritiro appena tre anni dopo e nel 2005 mise all’asta su eBay la sua medaglia d’oro olimpica per aiutare le vittime del maremoto dell’Oceano Indiano. Negli anni successivi si trasferì a New York e fece perdere le sue tracce. Anche il grande pubblico del nuoto si dimenticò di lui: finché venerdì 12 agosto, a 35 anni, è riuscito a vincere un altro oro olimpico, 16 anni e un milione di guai dopo quello di Sydney.
Dopo il ritiro dal nuoto, Ervin passò un brutto periodo. Negli anni precedenti era già stato protagonista di episodi preoccupanti, come quando ingerì una quantità eccessiva di medicinali che gli erano stati prescritti per la sua sindrome di Tourette, o come quando si mise alla guida di una motocicletta a tutta velocità dopo aver fatto uso di cocaina e LSD. Quando si ritirò dal nuoto, sparì completamente dalle cronache e ritornò a soffrire di depressione: lavorò per un po’ come tatuatore e nel periodo passato come membro della band Weapons of Mass Destruction si mise a vendere attrezzi musicali. Nel 2005 mise all’asta il suo oro di Sydney per “cercare di ripulirsi e con la volontà di fare qualcosa di utile per aiutare le vittime del maremoto”, e lo vendette per 17mila dollari. Fra le Olimpiadi del 2004 e del 2008 però, Ervin divenne dipendente dall’alcol e dalle droghe, e smise anche di dire di essere stato un atleta di successo.
Le cose per Evin cominciarono a cambiare quando, su proposta di un suo amico, iniziò a insegnare nuoto a dei bambini in una piscina di New York. In quel periodo, tra il 2007 e il 2009, Ervin non aveva nemmeno una fissa dimora e si ritrovava spesso a dormire a casa di amici. Contemporaneamente al piccolo lavoro ottenuto a New York, Ervin iniziò a studiare letteratura e lentamente perse l’abitudine di bere e di assumere droghe. Nel 2010 decise di ritornare ad allenarsi, anche se come più volte ha ricordato, aveva perso tutta la struttura muscolare da atleta. Quando si venne a sapere che era tornato ad allenarsi, gli allenatori della nazionale statunitense gli davano poche possibilità di successo.
Inizialmente Ervin ritornò a nuotare senza pensare a obiettivi, ma soltanto per rimettersi in forma: ci riuscì in breve tempo e nel 2011 decise di partecipare ai Trials americani dell’anno successivo: si piazzò secondo nella prova dei 50 metri stile libero, la sua specialità, entrando così a far parte della nazionale statunitense. In quella gara stabilì anche il suo record personale, un tempo persino migliore di quello realizzato a Sydney. Pochi mesi dopo, Ervin si presentò alle Olimpiadi, non tra i favoriti ma con delle ottime possibilità di vincere una medaglia. Gareggiò nei 50 stile libero ma arrivò quinto, nonostante un tempo di poco al di sotto di quello realizzato nei Trials.
Dopo Londra Ervin continuò ad allenarsi e a partecipare a tutte le principali competizioni internazionali di nuoto. Mise in fila una serie di ottimi piazzamenti e non gareggiò solo nei 50 stile libero, ma anche nei 100 metri e nella staffetta 4×100. Fra il 2013 e il 2015 il suo stato di forma continuò ad essere eccellente, tanto da riuscire a qualificarsi per la sua terza Olimpiade.
Ai Giochi di Rio de Janeiro, Ervin, 35 anni compiuti a maggio, è riuscito a vincere due ori, nella staffetta 4×100 stile libero (dove ha partecipato solamente alle batterie) e nei 50 stile libero. Grazie all’oro ottenuto in quest’ultima gara, arrivato sedici anni dopo l’ultimo, è diventato il nuotatore più anziano ad aver vinto una medaglia d’oro olimpica in una gara individuale, record che precedentemente apparteneva a Michael Phelps.