Com’è messa l’atletica italiana alle Olimpiadi
Abbastanza male: a parte le marciatrici e le saltatrici in alto, tutti gli altri sembrano avere poche speranze di medaglia
A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale l’Italia ha costruito una solida tradizione nell’atletica leggera, producendo decine di ottimi atleti, alcuni dei quali sono stati considerati fra i più forti al mondo: ad esempio Pietro Mennea nei 100 e nei 200 metri, Fiona May nel salto in lungo, Adolfo Consolini nel lancio del disco, Maurizio Damilano nella marcia. Da qualche anno però gli atleti di alto livello – e di conseguenza le medaglie ottenute nei tornei internazionali – si sono fatte sempre più rare, per motivi non sempre chiarissimi. Ai Mondiali di atletica del 2009 e del 2015 la nazionale italiana non è riuscita a ottenere nessuna medaglia. Agli Europei di atletica disputati poche settimane fa l’Italia è arrivata nona nel medagliere, a grande distanza dalle prime posizioni. Alle Olimpiadi di quest’anno la situazione non sarà diversa: l’Italia potrà considerare un successo anche solo migliorare il risultato di Londra 2012, quando Fabrizio Donato vinse un bronzo nel salto triplo. Altri due eventi hanno diminuito di molto le speranze di medaglia della nazionale: il grave infortunio di Gianmarco Tamberi, uno dei più forti atleti al mondo nel salto in alto, e la nuova squalifica per doping ad Alex Schwazer. Esclusi Schwazer e Tamberi, vediamo quali speranze di medaglie hanno gli altri atleti italiani più forti – quasi tutte donne – fra i 38 in gara.
Eleonora Giorgi e le altre
La disciplina dove l’Italia ha più probabilità di ottenere una medaglia è la 20 chilometri di marcia femminile. Le atlete di alto livello sono tre: Eleonora Giorgi, Elisa Rigaudo e Antonella Palmisano. Giorgi ha 26 anni, è la primatista italiana della disciplina – con un’ora, 26 minuti e 17 secondi, un tempo ottenuto nel maggio 2015 – e già l’anno scorso ai Mondiali di Pechino arrivò vicino al terzo posto, salvo poi essere squalificata per marcia irregolare. Il sito di atletica Track&Field News ha previsto che Giorgi arriverà seconda (negli ultimi anni Giorgi ha alternato gli allenamenti allo studio universitario: ha una laurea e un master in economia e marketing). Anche Rigaudo e Parmisano hanno buone speranze: Rigaudo ha 36 anni, ha già vinto un bronzo alle Olimpiadi – nel 2008 a Pechino – e anche lei fu squalificata ai Mondiali del 2015 mentre si stava giocando il bronzo. Parmisano è il nome nuovo della marcia femminile: ha vinto molto a livello giovanile italiano e ha tempi solo leggermente superiori a quelli di Giorgi e Rigaudo. La gara di 20 chilometri marcia inizierà venerdì 19 agosto alle 19.30 ora italiana.
Il salto in alto
Nella gara salto in alto femminile, le atlete italiane di buon livello sono due: Alessia Trost e Desirée Rossit, entrambe molto giovani (sono nate rispettivamente nel 1993 e nel 1994) e friulane. Fino a pochi mesi fa, Trost sembrava la più forte delle due: ha vinto tutto a livello giovanile italiano e nel 2012 vinse persino l’oro ai Mondiali juniores. Dopo aver vinto l’Europeo Under 23, nel 2013, si è un po’ persa: da tre anni a questa parte salta al meglio nelle gare indoor – mentre quella delle Olimpiadi sarà all’aperto – e il suo record nel 2016 è di 1.94 metri, quattro centimetri in meno della misura con cui vinse gli Europei Under 24. Rossit si è fatta notare solo di recente: fino all’anno scorso saltava 1.89, quest’anno è salita fino a 1.97, una misura che alle Olimpiadi di solito vale almeno il quinto-sesto posto. Le qualificazioni del salto in alto femminile si terranno giovedì 18 alle 15 ora italiana, la finale inizierà all’1.30 di mattina di domenica 21 agosto.
Libania Grenot
Grenot ha 33 anni, ha origini cubane – ha ottenuto la cittadinanza italiana dopo aver sposato un uomo italiano – ed è forse la più forte atleta italiana del momento: ha appena stravinto l’oro sui 400 metri agli Europei di atletica, e a maggio ha ottenuto il record italiano sui 200 metri, una disciplina in cui gareggia molto poco spesso. Il guaio è che a livello mondiale, nonostante sia fra le prime 15 più forti della disciplina, fatica moltissimo, dato che il livello è molto più alto rispetto a quello italiano ed europeo. Alle scorse Olimpiadi i 400 metri sono stati vinti dall’americana Sanya Richards-Ross con 49 secondi e 55 centesimi, un tempo inferiore di circa un secondo ai migliori tempi effettuati in carriera da Grenot (che non entrò nemmeno in finale). Quest’anno l’obiettivo di Grenot sarà entrare in finale, e sperare che i tempi siano leggermente più alti rispetto al solito. Le batterie dei 400 metri inizieranno sabato 13 agosto alle 16 ora italiana. La finale è prevista per le 3.45 di mattina di martedì 16 agosto.
La maratona
È una delle discipline dove l’Italia ha storicamente una grande tradizione: nel 1988 a Seul la maratona maschile fu vinta da Gelindo Bordin, nel 2004 ad Atene da Stefano Baldini. Quest’anno l’Italia ha poche speranze di medaglia: alla gara partecipano Daniele Meucci – campione europeo nel 2014, bronzo nella mezza maratona agli Europei del 2016 – e Ruggero Pertile, 42enne storico corridore italiano che alle Olimpiadi di Pechino arrivò decimo. Nella maratona femminile non è chiaro in che condizioni si presenterà Valeria Straneo, che dietro di sé ha una gran storia: a differenza della stragrande maggioranza degli atleti italiani non appartiene a un corpo militare, e ha iniziato a correre seriamente nel 2010, dopo l’asportazione della milza avvenuta a causa di una malattia genetica. A Londra nel 2012 arrivò ottava, poi nei due anni successivi vinse un argento ai Mondiali e uno agli Europei. Viene però da stagioni complicate da un infortunio e dall’età (a 40 anni, è fra le partecipanti più vecchie alla maratona): arrivare fra le prime tre sarà difficilissimo.
I grandi “vecchi”
Saranno quasi certamente le ultime Olimpiadi per Fabrizio Donato, che oggi ha quasi 40 anni – li compirà il giorno prima della gara, il 14 agosto – e che nel 2012 ottenne un po’ a sorpresa la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra. Donato ha avuto una carriera strana: nel 2000, a 24 anni, saltò un eccellente 17.60, che all’epoca fu la seconda misura stagionale al mondo e che tuttora è il record italiano del salto triplo. Poi si perse, riuscendo a tornare ad alti livelli sono nella fase finale della propria carriera, dopo i 33 anni: nel 2009 vinse gli Europei indoor, mentre nel 2012 poco prima del terzo posto a Londra riuscì anche a vincere gli Europei. Il suo obiettivo sarà quello di entrare in finale. Le qualificazioni sono previste per le 14.30 ora italiana di domenica 14, mentre l’eventuale finale per le 14.50 di martedì 16. Oltre a Donato, l’altra atleta italiana più esperta è Marzia Caravelli, che ha 34 anni e gareggerà nei 400 ostacoli dopo una vita a fare i 110 ostacoli (di cui è anche primatista italiana). Carabelli ha vinto tutto a livello italiano ma è rimasta sempre molto distante dalle atlete più forti al mondo della sua specialità. Da due anni ha scelto di dedicarsi solo ai 400 ostacoli, con buoni risultati. Il suo obiettivo sarà quello di arrivare vicina alla finale (le batterie dei 400 ostacoli iniziano alle 2.30 di mattino di martedì 16).
Le promesse
Una delle atlete più promettenti è Ayomide Folorunso, che è nata nel 1996 in Nigeria ma vive in Italia da quando ha 8 anni. Folorunso corre nei 400 ostacoli, nei quali è il miglior talento italiano. Dopo essere arrivata terza agli Europei juniores del 2013, quest’anno è migliorata moltissimo: è arrivata quarta agli Europei di qualche settimana fa e nella stessa gara ha migliorato il suo primato personale, arrivando a 55 secondi e 50 (quasi un tempo da finale olimpica). Folorunso non è ancora un’atleta a tempo pieno: studia medicina all’Università di Parma e vuole diventare una pediatra. Le batterie dei 400 ostacoli iniziano alle 2.30 di mattino di martedì 16. Un’altra delle giovani atlete più interessanti è Gloria Hooper, che alle 14.35 di lunedì 15 agosto correrà nelle batterie dei 200 metri. Hooper ha 24 anni e fino a qualche anno fa sembrava molto promettente: nonostante si sia trasferita negli Stati Uniti per migliorare i propri allenamenti, quest’anno è rimasta sugli stessi tempi che faceva a 20 anni. Non ci sarà invece Filippo Tortu, forse il miglior talento dell’atletica maschile: ha 18 anni, corre i 100 metri e quest’anno ha ottenuto l’argento ai Mondiali Under 20 con 10 secondi e 24 centesimi. Agli Europei di poche settimane fa ha ottenuto il suo nuovo record personale di 10 e 19, sfiorando la finale: bisognerà tenerlo d’occhio, nei prossimi anni.