Come fanno i girasoli a seguire il sole
Sembra una cosa scontata, ma non hanno muscoli che permettano il movimento e a un certo punto, comunque, si fermano
L’eliotropismo è un fenomeno che, grazie ai girasoli, conoscono quasi tutti: al mattino i suoi fiori sono rivolti a est, il punto cardinale da cui sorge il Sole, durante il giorno si muovono seguendone il tracciato nel cielo e al tramonto sono rivolti a ovest; nel corso della notte ritornano nella posizione iniziale. Come sia possibile che i girasoli riescano a muoversi seguendo il sole pur non avendo muscoli e come mai smettano di farlo una volta aver finito di crescere, tuttavia, non era chiaro: lo ha spiegato uno studio pubblicato sulla rivista Science il 5 agosto. La ricerca, realizzata da alcuni biologi delle piante dell’Università della California, è stata fatta studiando girasoli lasciati crescere in un campo, girasoli piantati in vasi e messi in modo da non poter seguire il sole, e girasoli fatti crescere in laboratorio, con condizioni di luce e buio determinate dai ricercatori.
Secondo lo studio i girasoli si muovono grazie a un loro orologio interno e all’abilità di percepire da dove viene la luce: l’uno e l’altra attivano dei geni che fanno crescere la pianta in modo da farle seguire il Sole. Durante il giorno i girasoli crescono sul lato orientale e così si girano verso ovest; durante la notte sul lato occidentale, girandosi così verso est. Per capirlo i ricercatori hanno preso periodicamente dei campioni dai due lati dello stelo dei girasoli: in alcune ore del giorno su uno dei due lati erano attivi i geni legati alla crescita e sull’altro no, viceversa in orari diversi.
Questi geni si attivano grazie alla percezione della luce, facendo crescere i girasoli prima da un lato e poi dall’altro. I girasoli a cui era impedito di seguire il Sole crescevano del 10 per cento in meno rispetto a quelli cresciuti in modo normale. La luce, tuttavia, non è l’unico fattore che guida la crescita asimmetrica dei girasoli. I ricercatori se ne sono accorti mettendo delle piante in laboratorio e sottoponendole a diversi cicli di luce e buio che imitavano il percorso del sole: i girasoli si comportavano normalmente su cicli di 24 ore, in modo strano su cicli di 30 ore. Inoltre le piante che venivano portate in laboratorio e messe sotto una luce fissa dopo essere nate all’esterno continuavano a muoversi per alcuni giorni. Da questi esperimenti gli studiosi hanno dedotto che i movimenti dei fiori erano guidati da un ritmo circadiano, cioè da un “orologio interno” che ha un periodo di 24 ore.
La ricerca ha mostrato anche che una volta finito il processo di crescita, l’essere rivolte a est permette alle piante di scaldarsi più in fretta al mattino e di attrarre così più insetti impollinatori (cinque volte di più rispetto alle piante rivolte a ovest), che sono più attivi al mattino che durante il pomeriggio. Scaldando i girasoli che avevano costretto a rivolgersi a ovest, gli studiosi hanno ottenuto lo stesso risultato. Non tutto è già chiaro sulla natura dei girasoli. Ad esempio non si sa ancora come facciano i fiori non ancora adulti a mettere insieme gli stimoli luminosi, l’orologio circadiano e la crescita per orientarsi verso est durante la notte.