Le macchie rosse sul corpo di Michael Phelps
Sono il risultato del "cupping", una tecnica che – secondo molti atleti – serve per dare sollievo ai muscoli
di Cindy Boren – The Washington Post
Quando domenica notte Michael Phelps e gli altri nuotatori hanno gareggiato alle Olimpiadi di Rio, sui loro corpi c’erano degli inconfondibili cerchi rossastri. Non erano la conseguenza di un tatuaggio finito male o un simbolo segreto noto solo ai membri delle squadre di nuoto (anche se entrambe queste cose sarebbero state delle grandi storie). Quei cerchi erano il risultato della coppettazione o cupping, una tecnica derivata dalla medicina cinese con cui gli allenatori accelerano la guarigione degli atleti applicando sulla pelle delle coppette di vetro riscaldate che agiscono come ventose, per far confluire il sangue in zone doloranti o infortunate del corpo. In un recente video promozionale dell’azienda americana di abbigliamento sportivo Under Armour, si vede Phelps mentre riceve il trattamento, che usa da anni. L’anno scorso Phelps aveva anche postato una foto su Instagram in cui – rivolgendosi alla nuotatrice Allison Schmitt – aveva scritto «Grazie per avermi fatto il cupping oggi».
A circa metà del video di Under Armour, si può vedere come funziona la coppettazione (che se seguite assiduamente Gwyneth Paltrow, magari conoscete già). Chi l’ha provata (io l’ho fatto, ma non perché lo consiglia Gwyneth Paltrow) la trova rilassante e avverte una sensazione di sollievo ai muscoli, forse per via del fatto che la coppettazione distende tendini e muscoli in modo diverso rispetto ai massaggi.
«Sembra di essere attaccati da piovre», ha raccontato la nuotatrice americana Dana Vollmer, che ha partecipato a tre edizioni delle Olimpiadi e ha appena vinto la medaglia di bronzo nei 100 metri farfalla. Le coppette, che creano l’effetto aspirante grazie al calore o con delle piccole pompe, non vengono applicate per molto tempo, e le macchie che lasciano sul corpo sono la conseguenza della rottura dei capillari che avviene quando la pelle è aspirata all’interno della coppetta. «Tenete presente che sono lividi superficiali. Non sono veri lividi», ha detto il nuotatore americano Cody Miller, che ha da poco vinto la medaglia di bronzo nei 100 metri rana a Rio. «È diverso da quando prendi una botta molto forte e ti viene un livido. In questo caso il tessuto muscolare non è lacerato: viene solo fatto confluire del sangue in una zona specifica, che se ne rimane lì mentre viene creata della tensione, che poi viene rilasciata». «È fantastico», ha aggiunto Miller, che ha anche raccontato di aver comprato un kit per la coppettazione a 20 dollari su Amazon. «Lo uso abbastanza. Me lo fa la mia fidanzata Ali durante gli allenamenti. Quando mi mette le coppette mi dice: “Che schifo”. Ma è fantastico».
Ma la coppettazione funziona? Sulla questione gli esperti sono divisi. Se però siete tra quelli che credono nella sua efficacia, probabilmente avrete l’impressione che la tecnica abbia degli effetti benefici. Non l’ho fatta di recente, ma io sono una giornalista che segue le Olimpiadi, non un’atleta olimpica. E di sicuro la rifarei. Se non altro, i nuotatori olimpici americani sembrano essere convinti della sua efficacia. «Penso che funzioni in modo grandioso per molti di noi. Molti di noi la usano», ha detto Vollmer. «Non abbiamo tutti così tanti segni come alcuni dei nuotatori che si sono visti alle Olimpiadi. Nathan Adrian e Michael Phelps l’adorano. Su di loro funziona benissimo». I nuotatori non sono gli unici sportivi a sottoporsi alla tecnica. Anche Alexander Naddour, un ginnasta della squadra olimpica degli Stati Uniti, aveva dei lividi circolari. Naddour – un altro atleta che si è dato alla coppettazione fai-da-te comprando un kit su Amazon a 15 dollari – ha mostrato dei cerchi violacei durante la gara di sabato a Rio. «È il segreto che mi ha mantenuto in salute per tutto quest’anno», ha raccontato Naddour a USA Today. «Funziona meglio di qualsiasi altra cosa per cui abbia speso dei soldi».
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