C’è un accordo per la vendita del Milan a una cordata cinese
Fininvest ha firmato un contratto preliminare per cedere il 99,93 per cento delle quote del Milan: l'operazione verrà chiusa a fine anno
Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi che detiene tra l’altro la quota di maggioranza del Milan, ha firmato venerdì 5 agosto un accordo preliminare per cedere il 99,93 per cento delle quote del Milan a un gruppo di imprenditori cinesi. La squadra era stata acquistata dalla Fininvest nel 1986. La cifra esatta stabilita per la cessione della società è di 740 milioni di euro, in cui sono compresi 220 milioni di debiti, e l’operazione verrà conclusa entro la fine del 2016. I nuovi proprietari del Milan fanno parte della Sino-Europe Investment Management Changxing, una società di cui è socio anche Haixia Capital, il fondo per gli investimenti dello stato cinese. Per ora non sono noti i nomi degli altri componenti della Sino-Europe Investment Management Changxing, ma si parla di “società attive nel campo finanziario e altre impegnate in settori industriali”.
Il presidente Silvio Berlusconi ha approvato il contratto preliminare firmato dall’amministratore delegato di Fininvest, Danilo Pellegrino, e da Han Li, rappresentante di un gruppo di investitori cinesi, relativo alla compravendita dell’intera partecipazione – pari al 99,93% – detenuta dalla stessa Fininvest nell’AC Milan.
Gli investitori operano attraverso la management company Sino-Europe Sports Investment Management Changxing Co.Ltd. Della compagine fanno parte fra gli altri Haixia Capital, fondo di Stato cinese per lo Sviluppo e gli Investimenti, e Yonghong Li, chairman della management company, che è stato fra i promotori del gruppo con cui Fininvest ha lungamente trattato fino alla firma odierna (“signing”). Assieme ad Haixia Capital e a Yonghong Li, acquisiranno quote dell’Ac Milan altri investitori, alcuni dei quali a controllo statale. Fra loro, società attive nel campo finanziario e altre impegnate in settori industriali.
Il contratto, vincolante fra le parti, verrà perfezionato entro la fine del 2016 (“closing”), una volta ottenute le autorizzazioni previste in questi casi dalle autorità italiane e cinesi. La valutazione dell’AC Milan, in base all’intesa, risulta di 740 milioni di euro complessivi e tiene conto di una situazione debitoria stimata in circa 220 milioni.
Con l’accordo, gli acquirenti si impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario di AC Milan, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di un triennio (di cui 100 milioni da versare al momento del “closing”). Il contratto prevede anche che con il “signing” gli acquirenti mettano a disposizione una caparra, a conferma degli impegni assunti, pari a 100 milioni di euro, di cui 15 contestualmente alla firma e 85 entro 35 giorni. Durante l’intera negoziazione, nella stesura del contratto e degli impegni che esso prevede, Fininvest ha sempre avuto come obiettivo prioritario quello che il Presidente Berlusconi aveva chiaramente indicato: dotare il Milan, attraverso un assetto proprietario finanziariamente adeguato, di quelle risorse sempre più elevate ormai indispensabili per riportarlo a competere con i più importanti club del calcio mondiale. Nella trattativa gli investitori cinesi si sono avvalsi come advisor per la parte finanziaria di Rothschild & Co. e per quella legale dello studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, Fininvest rispettivamente di Lazard e BNP Paribas e dello studio Chiomenti.
Stando al comunicato, Berlusconi ha fatto inserire nel contratto di vendita delle clausole che assicurano gli investimenti necessari per riportare subito il Milan a essere competitivo. I nuovi proprietari cinesi dovrebbero investire circa 350 milioni di euro in tre anni e Fininvest riceverà 500 milioni per il suo 99,9 per cento.
Da alcuni anni il Milan non è più una squadra competitiva come lo era stata in passato. Dal 2011 ha cambiato cinque allenatori, si è qualificata solamente due volte per la Champions League — l’ultima nel 2013 — e ha impoverito notevolmente la sua rosa. In mezzo è successo un po’ di tutto: Berlusconi ha imposto sua figlia Barbara come nuovo amministratore delegato con delega alle questioni extra-sportive, creando una notevole confusione di ruolo e gerarchie con lo storico amministratore delegato Adriano Galliani. Gli investimenti nella squadra sono stati saltuari e poco studiati e più volte sono state avviate delle trattative per la vendita della società con soggetti misteriosi, rappresentati da soggetti altrettanto misteriosi, che poi non hanno portato a nulla. Ad oggi quindi, sembra più che probabile che entro la fine dell’anno il Milan cambi definitivamente proprietà.