Contro i “cargo shorts”
Cioè i calzoni da uomo lunghi fino alle ginocchia e coi tasconi: rispuntano ogni estate ma sono tra i capi più brutti e sgraziati degli anni Novanta
Tra i capi di abbigliamento attorno a cui si litiga di più – come per esempio i leggings, le ballerine, gli Ugg e le Birkenstock – ci sono i “cargo shorts”, pantaloncini da uomo lunghi fino al ginocchio, larghi e con i tasconi ai lati: c’è chi li considera comodi e freschi d’estate e chi invece li definisce tremendamente brutti. Ne ha riparlato di recente il Wall Street Journal in un articolo intitolato Nice Cargo Shorts! You’re Sleeping on the Sofa, “Carini i tuoi calzoni corti! Stanotte dormi sul divano”, raccontando soprattutto l’avversione delle donne per questo tipo di pantaloni, fuori moda, sformati, poco più accettabili dell’accoppiata calzini e ciabatte.
Bill de Blasio, sindaco di New York, che indossa dei pantaloncini cargo.
A New York City mayor in cargo shorts and Tevas, presented without comment. pic.twitter.com/gRbXnEwFlB
— Andrew J. Hawkins 🚇🚌🚲🛴 (@andyjayhawk) July 21, 2015
Nell’articolo, la giornalista Nicole Hong ricostruire la storia dei cargo shorts a partire dagli anni Trenta, quando erano utilizzati nella versione lunga nelle divise di alcuni corpi militari. Li portavano per esempio i soldati britannici che dovevano arrampicarsi o nascondersi in montagna, perché i tasconi erano utili per tenere le munizioni per le armi. Negli anni Quaranta divennero parte dell’equipaggiamento dei soldati dell’aeronautica statunitense: permettevano ai piloti di avere facilmente a portata di mano quel che gli serviva, dato che le cabine di pilotaggio erano sempre più strette. L’origine militare si ritrova anche nei colori più tipici dei cargo shorts: beige, verde scuro e grigio.
La moda di portarli ogni giorno nacque nella seconda metà degli anni Novanta (li indossavano per esempio personaggi di serie tv come Dawson’s Creek), contemporaneamente al successo negli Stati Uniti di marchi come Abercrombie & Fitch. La diffusione dei telefoni cellulari rese poi le tasche dei pantaloncini particolarmente utili. I cargo shorts continuano a prosperare nonostante siano considerati uno dei capi più sgraziati degli anni Novanta anche per l’effetto nostalgia: è molto difficile smettere di portare e apprezzare cose che andavano di moda quando eravamo giovani, e per questo molti quarantenni continuano a indossarli proprio come facevano a vent’anni.
Una pubblicità di “cargo shorts” di Abercrombie & Fitch.
Una volta cresciuti però sarebbe il caso di abbandonare un modello così adolescenziale e sportivo e optare per pantaloni più sobri ed eleganti. Hong cita per esempio un articolo del tabloid inglese Daily Express che definisce i cargo shorts «un’umiliazione per ogni uomo con più di 21 anni, che potrebbero essere acquistati solo dopo aver mostrato un documento d’identità». La bruttezza dei pantaloncini cargo è così assodata che più di un club di golf – sport famoso anche per una certa eleganza nel vestire – ha vietato a iscritti e ospiti di indossarli. Nel 2012 il country club di Miami chiese all’ex giocatore di basket Michael Jordan, che stava giocando con un paio di cargo shorts, di cambiarseli.
Secondo la società di ricerca NPD Group, nel 2015 le vendite di pantaloncini cargo sono diminuite per la prima volta negli ultimi dieci anni. Nonostante il calo, negli Stati Uniti ne sono stati comunque venduti parecchi, per più di 700 milioni di dollari (circa 630 milioni di euro). I cargo shorts non sono l’unica soluzione per portare pantaloni corti e soffrire meno il caldo d’estate, e ci sono altri modelli considerati più accettabili. La redazione di Business Insider UK, sito di notizie finanziarie, consiglia per esempio i “chino shorts”, l’equivalente dei bermuda: sono più aderenti, non hanno tasche superflue che li fanno scivolare sui fianchi, e lasciano scoperte le ginocchia, risultando più raffinati.