In Libano vanno forte i tatuaggi sciiti
Che raffigurano l'imam Ali e il numero "313", tra le altre cose: c'entra la vicina guerra in Siria e l'opposizione all'ISIS
Negli ultimi anni, dopo l’inizio della guerra in Siria, sempre più musulmani sciiti libanesi hanno deciso di tatuarsi simboli che richiamano lo sciismo, uno dei due principali orientamenti dell’Islam (l’altro è il sunnismo, che nel mondo musulmano è nettamente maggioritario). L’obiettivo di questo tipo di tatuaggi è in particolare quello di schierarsi contro lo Stato Islamico (o ISIS), gruppo esclusivamente sunnita. Associated Press ha raccontato per esempio la storia di Hamada Bayloun, un libanese sciita non particolarmente musulmano che pochi mesi dopo l’inizio della guerra in Siria si è fatto un tatuaggio dell’imam Ali, la figura più importante nell’Islam sciita (Ali era cugino e genero di Maometto). Tayseer, un altro libanese sciita, si è invece tatuato sul petto Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, il gruppo libanese sciita storicamente schierato contro Israele e che da alcuni anni partecipa alla guerra in Siria a fianco del presidente siriano Bashar al Assad (che è alauita, una branca legata allo sciismo).
AP ha scritto che i tatuaggi sono vietati dai religiosi sunniti, ma sono generalmente accettati da quelli sciiti. Uno dei tatuaggi più diffusi tra musulmani sciiti è il “313”, cioè il numero di comandanti sciiti che si crede accompagneranno l’ultimo imam, Mahdi, una volta che tornerà per salvare il mondo dall’oppressione. Hussein Mistrah, un tatuatore professionista particolarmente conosciuto in Libano, ha detto che tra i suoi clienti sono passati anche diversi membri di Hezbollah e alcuni di loro sono morti nella guerra in Siria.