Cosa deve la scienza al gioco d’azzardo
Molto, spiega il nuovo libro di un matematico americano: perché è un ottimo modo di provare nuove idee e intuizioni
di Ana Swanson – The Washington Post
Per molte persone il gioco d’azzardo è un passatempo frivolo nel migliore dei casi e un vizio immorale nel peggiore. Nel corso della storia, però, ci sono stati matematici e scienziati che hanno descritto i giochi con cui ci si può cimentare in un casinò in modo molto diverso: una fucina di idee dove poter mettere alla prova diverse nozioni sul funzionamento del mondo. Questa è la premessa da cui parte The Perfect Bet: How Science and Math Are Taking the Luck Out of Gambling (che uscirà in Italia a settembre pubblicato da Codice Edizioni), un nuovo libro in cui il matematico Adam Kucharski ripercorre la lunga e intricata relazione tra il gioco d’azzardo e la scienza, dalle origini della teoria della probabilità in un gioco di dadi alle sofisticate tecniche di conteggio che hanno permesso a persone laureate al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di vincere milioni a Las Vegas. In un’intervista, Kucharski ha raccontato di essere sempre stato ossessionato dagli enigmi che stanno dietro ai giochi dei casinò. Quando era ancora uno studente di dottorato Kucharski veniva ingaggiato da fondi speculativi che si occupavano di scommesse, che ottenevano grandi guadagni puntando su eventi come i risultati delle partite di calcio. Il lavoro suscitò il suo interesse e lo portò ad approfondire la storia dei rapporti tra scienza, matematica e gioco d’azzardo. Kucharski scoprì che Giovanni Keplero, Galileo Galilei, Alan Turing e molti altri importanti scienziati avevano studiato il gioco d’azzardo, dando origine a molte teorie scientifiche che usiamo ancora oggi, come la statistica moderna, la teoria dei giochi e quella del caos.
Ho parlato con Kucharski del suo libro e delle cose affascinanti e importanti che gli esseri umani hanno imparato facendo girare la roulette e scommettendo sulle corse dei cavalli. L’intervista è stata modificata per adattarne la lunghezza e renderla più chiara.
Nel tuo libro racconti molte storie di successi incredibili, in cui matematici e scienziati sono riusciti ad avere la meglio su casinò e giochi. Qual è una delle strategie più redditizie della storia?
Una delle storie che mi è piaciuta di più è quella di alcuni studenti del MIT, che iniziarono a riflettere sulle lotterie per un progetto di un corso di matematica nel 2005. Generalmente ci si aspetta di perdere soldi giocando alla lotteria, perché si sa che è così che funzionano. Ma proseguendo con la loro analisi, gli studenti vennero a conoscenza di una lotteria che era stata introdotta da poco in Massachusetts, chiamata Cash WinFall. La lotteria aveva una proprietà specifica: se il montepremi raggiungeva una determinata somma senza che nessuno vincesse, i premi scendevano di valore e venivano assegnati alle persone che avevano indovinato meno numeri. Nelle settimane in cui i premi scendevano, la lotteria poteva diventare piuttosto redditizia. Gli studenti si resero conto che comprando un numero sufficiente di biglietti con le giuste combinazioni numeriche il guadagno era praticamente garantito.
È una storia grandiosa innanzitutto perché inizia con un banale progetto universitario di alcuni studenti, che poi hanno finito per fondare una società che applicava il metodo in modo sistematico. Una serie di associazioni iniziarono a occuparsi della lotteria, che era diventata la più redditizia degli Stati Uniti. Ci fu una settimana in cui gli studenti del MIT comprarono abbastanza biglietti da innescare il meccanismo: avevano capito che se ne avessero comprato abbastanza da far alzare il montepremi a 2 milioni di dollari, avrebbero potuto costringere la lotteria a far scendere i premi immediatamente, mentre le altre associazioni si aspettavano che succedesse due o tre settimane dopo. È incredibile quante di queste strategie, da quelle sul blackjack alla roulette, sono nate grazie a degli studenti di matematica e fisica che cercavano di intaccare i sistemi esistenti cercando di trovarne le crepe. Quando cresciamo, ci viene detto che le lotterie non possono essere sconfitte e che la roulette sia un gioco di fortuna. Quando le persone trovano il modo di dimostrare che non è così, può essere molto redditizio.
Mi aspetto che questo libro dia ad altri studenti di matematica e fisica l’ispirazione per trovare delle crepe in altri giochi. Ma è un metodo con cui anche le persone comuni possono arricchirsi velocemente? Prima bisogna ottenere un dottorato in matematica e statistica?
Arricchirsi velocemente è incredibilmente difficile. Anche queste strategie, che hanno avuto grande successo, richiedono molto duro lavoro, attenzione, e idee davvero innovative. Ma dal mio punto di vista, una delle cose che emerge da queste storie è il vantaggio che si può ottenere grazie a questa visione del mondo. Anche se non siete dei giocatori d’azzardo e non frequentate i casinò, dovrete affrontare rischi, situazioni di incertezza e prendere decisioni in contesti in cui non si hanno a disposizione tutte le informazioni. Il gioco d’azzardo è praticamente un concentrato di tutti questi problemi, perché sono gli stessi già affrontati in passato dagli scienziati. Guardando queste storie, possiamo imparare molto su come prendere decisioni e distinguere la fortuna dall’abilità, cosa che non sempre sappiamo fare.
Cosa ha imparato la scienza dal gioco d’azzardo?
Come lavoro principale, mi occupo di sanità pubblica, nel campo della diffusione delle malattie. Molti dei metodi che usiamo sono nati con i giochi e il gioco d’azzardo. Tutte le idee sulla probabilità, su come misuriamo la possibilità che un evento si realizzi, furono sviluppate solo nel Cinquecento grazie allo studio sui giochi con i dadi. Anche i concetti di teoria statistica e di verifica di un’ipotesi furono ispirati dai giochi coi dadi e dalla roulette, poco più di un secolo fa.
Il gioco d’azzardo ha dato origine anche ad alcune delle tecniche computazionali moderne. Alla fine degli anni Quaranta un matematico stava esaminando un tipo di solitario – un gioco di carte che si fa da soli – e voleva capire come sarebbero uscite le carte che venivano pescate dal mazzo. Non amava molto fare calcoli con carta e penna, così decise di disporre le carte sul tavolo e vedere cosa sarebbe successo. Il matematico si rese conto che partendo da queste complicate domande sulla probabilità si possono simulare molti risultati casuali, fino a farsi un’idea degli schemi con cui avvengono. Oggi, chiamiamo quest’idea metodo Monte Carlo, e la usiamo per simulare l’esito di eventi come le epidemie. Dal momento che esistono situazioni interessanti da esaminare da un punto di vista matematico, i giochi più semplici sono diventati importanti per aree scientifiche più ampie.
La maggior parte delle efficaci strategie di cui parli nel tuo libro in realtà sono state sviluppate da studiosi e scienziati, e non da giocatori d’azzardo professionisti. Spesso, però, questi scienziati non le hanno sfruttate per vincere dei soldi. Come mai?
Uno dei motivi principali sono i dogmi e le convinzioni esistenti. Per molto tempo, gli approcci scientifici non venivano considerati utili per i giochi dei casinò e spesso ci voleva un outsider per farsi venire nuove idee. Il blackjack è un buon esempio: la prima volta che Edward Thorp, un pioniere delle strategie di conteggio che oggi le persone usano per giocare a blackjack, andò in un casinò fu deriso perché giocava usando delle tattiche che all’epoca alle persone sembrarono assurde. È sorprendente che molte persone come lui non siano poi diventate dei giocatori d’azzardo professionisti. Credo che il motivo sia che per loro il gioco era finito. Il gioco d’azzardo era un modo per testare le loro abilità e le loro teorie, che nel loro lavoro quotidiano sono incredibilmente importanti. Se sei un matematico o lavori in un settore dove si usa l’analisi quantitativa o la capacità di prendere dei dati e convertirli in previsioni di un evento, il gioco d’azzardo è un ottimo modo per affinare quelle capacità.
Il tuo libro parla dell’affascinante sovrapposizione tra finanza e gioco d’azzardo. Come mai la distinzione tra queste due cose è così poco netta?
Ci sono diversi modi in cui la distinzione tra scommesse e investimenti sembra a volte scomparire. Uno di questi è la diffusione di agenzie di scommesse che si comportano più come fondi speculativi. Storicamente le agenzie di scommesse sono sempre state private, composte da poche persone con fondi propri o da qualche investitore. Oggi però le agenzie puntano a investitori esterni e ingaggiano apertamente studenti di dottorato e altre persone con una formazione matematica.
Ci sono alcuni punti di sovrapposizione tra i due settori. Innanzitutto, la classificazione di qualcosa come scommessa o investimento. Lo spread betting, per esempio, in cui si punta sulla quantità di variazione di una particolare azione, nel Regno Unito è visto come gioco d’azzardo, ma in Australia è considerato una forma d’investimento, sulle cui eventuali plusvalenze si paga una tassa. Negli Stati Uniti, invece, è visto come gioco d’azzardo ed è vietato. La capacità di ottenere guadagni costanti grazie a quello che sembra essere una forma di gioco d’azzardo mette in discussione la nostra definizione di attività finanziaria. E poi, la flessibilità con cui le persone si spostano dal mondo della finanza a quello delle scommesse lascia pensare che ci sia un grande potenziale per la circolazione di idee tra i due settori. Molte dei pionieri delle teorie sul blackjack o sulla roulette hanno poi fatto molti soldi con la finanza. Per loro, la finanza non era un settore completamente diverso, ma solo un altro gioco in cui trovare una strategia scientifica per vincere.
© 2016 – The Washington Post