Quelle di Hitler
Foto dalle Olimpiadi di Berlino del 1936, con le svastiche negli stadi e Jesse Owens che vinse quattro medaglie d'oro
L’1 agosto 1936 ci fu la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Berlino, nella Germania nazista, le ultime prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Furono le Olimpiadi di Hitler, quelle delle svastiche negli stadi e quelle in cui l’americano Jesse Owens vinse quattro medaglie d’oro. Le Olimpiadi di Berlino del 1936 furono organizzate come una grande celebrazione del regime nazista. Miliardi di marchi dell’epoca vennero spesi per creare o ristrutturare stadi e palazzi e mettere in piedi colossali coreografie che mostrassero la potenza della Germania: il successo sportivo alle Olimpiadi sarebbe servito alla propaganda per confermare le tesi naziste sulla superiorità della razza ariana. La Germania, alla fine, vinse 89 medaglie di cui 33 d’oro, battendo gli Stati Uniti, che ne vinsero in tutto 56 (24 ori), e l’Ungheria che vinse 16 medaglie in tutto e 10 ori, due in più di quelli che vinse l’Italia, che ottenne in tutto 22 medaglie.
In molti, negli Stati Uniti, avevano chiesto di boicottare le Olimpiadi naziste per ragioni politiche – nel 1935 erano state approvate le leggi razziali e agli eventi delle Olimpiadi non erano ammessi gli ebrei: il boicottaggio non ebbe successo ma molti giornali internazionali furono parecchio critici con Hitler e il suo regime, e scrissero molto dei successi degli atleti afroamericani della squadra degli Stati Uniti, tra cui Jesse Owens. Il 3 agosto Owens vinse la gara dei 100 metri, il 4 agosto il salto in lungo, il 5 agosto i 200 metri e infine, il 9 agosto, la staffetta 4×100 metri, a cui partecipò dopo che la squadra americana decise di non far gareggiare due atleti ebrei a causa delle pressioni dei nazisti. Secondo la leggenda, dopo la vittoria di Owens nei cento metri Adolf Hitler abbandonò lo stadio infuriato senza stringergli la mano: in realtà il primo giorno di gare Hitler non strinse la mano a nessun atleta che non fosse tedesco, e dopo essere stato ripreso dal Comitato Olimpico, che disse che la nazione ospitante i giochi doveva essere neutrale, non strinse la mano più a nessuno.
Due paesi si rifiutarono di partecipare alle Olimpiadi del 1936: la Spagna e l’Unione Sovietica. Il governo spagnolo del Fronte Popolare organizzò una contro-olimpiade come evento parallelo: la cosiddetta Olimpiade Popolare di Barcellona. Il programma dei giochi prevedeva anche gare di scacchi e competizioni di danze popolari, musica e teatro; gli atleti iscritti furono 6.000 da 22 paesi diversi, la maggior parte dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dai Paesi Bassi, dal Belgio, dalla Cecoslovacchia, dalla Danimarca, dalla Norvegia, dalla Svezia e dall’Algeria, che allora faceva parte della Francia. Le squadre italiana e tedesca erano formate da atleti in esilio a causa dei regimi di Mussolini e Hitler. Purtroppo, a causa della Guerra civile spagnola (luglio 1936 – aprile 1939) in cui il Fronte Popolare combatté con i fascisti di Francisco Franco, l’Olimpiade Popolare non poté svolgersi.
Le Olimpiadi del 1936 furono anche quelle delle accuse contro l’atleta polacca Stella Walsh, campionessa olimpica dei 100 metri piani a Los Angeles nel 1932, e l’americana Helen Stephens, vincitrice di due medaglie d’oro olimpiche a Berlino nel 1936. Entrambe furono accusate di essere in realtà degli uomini a causa della loro prestanza fisica e dei tratti squadrati del loro viso. Fu il primo di una serie di casi in cui delle sportive hanno ricevuto contestazioni simili – il più recente è quello dell’atleta indiana Dutee Chand, che correrà i 100 metri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Walsh fu sottoposta a un’autopsia dopo che nel 1980 venne uccisa durante una rapina a Cleveland: l’esame rivelò che possedeva caratteristiche genetiche di entrambi i sessi.
Le Olimpiadi del 1936 furono anche quelle in cui furono aggiunte le prove di canoa, di pallamano, di basket (che dalle Olimpiadi di 1904 non si svolgeva) e di baseball, anche se solo a livello dimostrativo. Un’altra ragione per cui si ricordano le Olimpiadi di Berlino è che durante la manifestazione la regista tedesca Leni Riefenstahl girò Olympia, uno dei film più famosi tra quelli dedicati allo sport: Riefenstahl impiegò quasi due anni di lavoro per selezionare e montare le scene del film, dopo aver riguardato più di 400mila metri di pellicola.