I tumori sono più vecchi di quanto credevamo
Alcuni ricercatori australiani ne hanno trovato uno in un fossile di 1,7 milioni di anni fa: è una scoperta che va contro l'idea che il cancro sia una malattia “moderna”
di Jacob Bogage – The Washington Post
Il parere tradizionale degli scienziati sul cancro è che sia un fenomeno relativamente recente, causato tra le altre cose dalle abitudini e dagli stili di vita adottati dall’uomo in epoca moderna. I cambiamenti nell’alimentazione, nei comportamenti e quelli causati dall’uomo all’ambiente hanno esposto gli esseri umani a delle tossine che contribuiscono alla formazione dei tumori. Alcuni ricercatori della University of the Witwatersrand in Sudafrica, però, hanno fatto delle scoperte che mettono in discussione questa tesi, pubblicate nel South African Journal of Science. Dei paleontologi hanno trovato un tumore benigno in un fossile di un ragazzo di 12 o 13 anni che risale a quasi due milioni di anni fa. In un altro fossile è stata fatta una scoperta ancora più importante: un tumore maligno sull’osso del mignolo di un piede sinistro vecchio di 1,7 milioni di anni. Prima della scoperta, il tumore umano più vecchio mai trovato aveva tra i 780mila e 120mila anni. Le scoperte, che sono state fatte usando delle tecniche di imaging in 3D, stanno spingendo alcuni scienziati a rivalutare il ruolo dei tumori nella storia dei primi antenati degli esseri umani.
Le prime notizie sui tumori, racconta National Geographic, risalgono al medico egiziano Imhotep, che descrisse nei suoi scritti un «rigonfiamento al petto» che non rispondeva a nessuna cura conosciuta. Secondo il nuovo studio, nel nostro corpo ci sono delle cose che vanno storte e che non sono legate agli stress e ai problemi tipici della nostra società, come l’inquinamento e il fumo. Anche milioni di anni fa questo poteva portare alla formazione di tumori o noduli che potevano essere di natura cancerosa o meno. «Ci sono prove che dimostrano che queste malattie ci accompagnano da molto tempo. Ci siamo fatti ingannare dall’idea che il cancro sia una cosa moderna, mentre invece è una cosa antica», ha detto Patrick S. Randolph-Quinney, uno degli autori dello studio. Il principale fattore in grado di prevedere la formazione di un tumore, sostiene lo studio, è la longevità, anche per i nostri antenati: più a lungo viviamo, maggiori sono le possibilità che nel nostro corpo qualcosa vada storto, e che quel qualcosa sia un tumore. Certamente l’incidenza del cancro è aumentata nel corso del tempo perché le nostre abitudini sono cambiate. Però oggi viviamo anche più a lungo, e ci sono più occasioni perché qualcosa vado storto. «Il fatto che la nostra vita si sia allungata aumenta le possibilità che insorgano tumori legati allo stile di vita», ha detto Randolph-Quinney. «Più a lungo viviamo, più sono gli ambienti a cui siamo esposti». Come ha spiegato in un video Randolph-Quinney, «oggi siamo riusciti a creare in modo efficace un ambiente in cui il nostro stile di vita e la nostra longevità ci provoca dei problemi».
Randolph-Quinney ha detto che la sua squadra di ricercatori vuole sfruttare le scoperte per capire come i tumori si sono evoluti nel tempo, e quali siano gli antichi meccanismi che stanno dietro alla crescita irregolare delle cellule, sia benigne che maligne. Con queste risposte, i ricercatori medici potrebbero essere un po’ più vicini a comprendere il comportamento del cancro.
Il tumore trovato sull’osso del piede del fossile era maligno, il che significa che era incline a diffondersi in altre parti del corpo e che avrebbe potuto essere mortale. Il tumore si era infiltrato all’interno del mignolo del fossile, generando uno sperone osseo sul lato del piede. Secondo i ricercatori, quando l’esemplare camminava la protuberanza ossea colpiva il terreno: un’esperienza molto dolorosa che potrebbe aver reso l’esemplare, il cui genere non è stato identificato, particolarmente vulnerabile agli attacchi. Il tumore benigno nel ragazzo di 12 anni è stato invece trovato nella sesta vertebra toracica, a metà della schiena. Era un osteoma osteoide, un piccolo tumore osseo che aveva compromesso parte della vertebra. Dal momento che era benigno, hanno raccontato i ricercatori, il tumore non si sarebbe allargato in altre parti del corpo e non sarebbe diventato mortale. Sicuramente, però, era scomodo (pensate a come sarebbe avere un piccolo ossicino che vi spunta fuori da metà della schiena), e molto probabilmente limitava l’attività fisica del ragazzo, rendendolo a sua volta vulnerabile ai predatori.
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