Ah! Mattarella ha detto “Pokémon”
Parlando del referendum costituzionale e delle polemiche "surreali" che ci sono state sull'ipotesi dello spacchettamento e sulla data del voto
Durante la cerimonia del Ventaglio, il tradizionale incontro del presidente della Repubblica con la stampa parlamentare, Sergio Mattarella ha parlato tra le altre cose delle polemiche che ci sono state nelle ultime settimane sul referendum costituzionale, cioè il referendum che propone di modificare in maniera sostanziale il funzionamento dello stato per cui si dovrà votare il prossimo autunno. Il dibattito recente si è concentrato molto sulla data del voto – non ancora stabilita: è un compito che spetta alla Corte di Cassazione – e sull’ipotesi del cosiddetto “spacchettamento” proposta inizialmente dai Radicali. Lo “spacchettamento” avrebbe permesso agli elettori di rispondere a diversi quesiti, non a uno solo: l’idea era quella di permettere agli elettori di non dare un parere omogeneo su una riforma così ampia e che riguarda diversi temi come la parità di ruolo e competenze tra le due camere, i rapporti tra stato e regioni e le modalità per eleggere il presidente della Repubblica, tra le altre cose.
Per proporre lo “spacchettamento” alla Corte di Cassazione sarebbero però stato necessario raccogliere entro il 15 luglio le firme di un quinto dei deputati – obiettivo raggiunto – e un quinto dei senatori – obiettivo non raggiunto. E comunque, anche prima della raccolta firme, in diversi avevano messo in dubbio che fosse ammissibile votare una riforma spacchettata quando i parlamentari avevano già votato la stessa riforma in toto, e non articolo per articolo. Alla polemica dello “spacchettamento” si è affiancata quella sulla data dei referendum, tra chi vorrebbe che fosse fissato tra ottobre e novembre – come era previsto inizialmente – e chi vorrebbe posticiparlo.
Mercoledì Mattarella ha chiarito un po’ di punti al riguardo. Per esempio ha detto: «Si è parlato di discussioni tra le forze politiche su uno spacchettamento del quesito referendario, va detto che le forze politiche non avrebbero avuto nessun potere a riguardo, come non ne avrebbe avuto il capo dello Stato». Mattarella ha aggiunto che solo la Corte di Cassazione ha questo potere, e decide sulla base di considerazioni giuridiche, non politiche. Lo stesso discorso vale sulla data: la Corte di Cassazione ha tempo fino al 15 di agosto per comunicare quali sono le richieste ammesse al referendum e solo dopo di allora sarà possibile fissare la data del referendum, un compito che spetta al governo entro certi tempi fissati dalla legge: «La data del referendum non è stabilita per il semplice fatto che non è ancora possibile farlo», ha detto Mattarella. Per sintetizzare quello che pensa di tutte le discussioni e le polemiche delle ultime settimane, Mattarella ha aggiunto:
«A proposito della data del cosiddetto spacchettamento, mi è parso di assistere a discussioni un po’ surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokémon»