I migliori fast food del mondo, scelti dagli chef
Ci sono catene internazionali conosciute anche da noi e scelte più inusuali: le ha messe insieme Bloomberg
di Richard Vines – Bloomberg
In aeroporto o sulla strada verso un’altra riunione importante. I fast food sono dappertutto e non si possono evitare. Persino gli chef più famosi che cucinano i piatti più apprezzati al mondo cedono ogni tanto all’irrefrenabile voglia di andarci a mangiare. Abbiamo chiesto loro dove vanno quando vogliono concedersi uno sfizio. Insieme ad alcune risposte prevedibili, ci sono state delle sorprese, e alcune esclusioni notevoli (vero, McDonald’s?).
— Vineet Bhatia (Indego by Vineet, Dubai): Pret a Manger, una catena britannica che fa panini ed è presente anche a Dubai e nelle grandi città degli Stati Uniti, Cina e Francia. «Il cibo è sempre fresco e la scelta è buona. È facile, è buono e il personale è sempre sorridente. Mi piace la piadina con l’anatra e la salsa hoisin e il panino con pollo e avocado».
— Heston Blumenthal (Fat Duck, Bray, Inghilterra): Five Guys, una catena di hamburgerie fondata in Virginia e che ha poi aperto ristoranti anche all’estero. «Ho mangiato i loro hamburger un paio di volte e mi piacciono. Mi fanno felice. Il personale che sta dietro il bancone è interessato al cibo. E fanno anche un ottimo milkshake».
Heston Blumenthal (Chris Ratcliffe/Bloomberg)
— Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena): Shake Shack, una catena internazionale di hamburgerie fondata dal ristoratore Danny Meyer. «Prestano attenzione agli ingredienti, ed è questo che fa la differenza. Danny Meyer fa davvero caso al tipo di carne, al tipo di pane e al tipo di salsa che usa per gli hamburger».
— Daniel Boulud (Daniel, New York): Le Pain Quotidien, una panetteria di Bruxelles che ora si trova anche in grandi città come Tokyo e Los Angeles. «L’ha fondata un giovane chef (Alain Coumont) che lavorava con me a New York. Mi piace la consistenza e la qualità del pane, e la semplicità del cibo che ci creano intorno. Ho una panetteria a West Side a New York, ma quando sono a Daniel, Le Pain Quotidien è più vicino e vado lì».
— Helene Darroze (Helen Darroze, Parigi): Shake Shack. «Fanno ottimi hamburger e hot dog, e la qualità del pane e della carne è incredibile. E poi è un posto dove si possono incontrare persone da ogni parte del mondo».
— Danny Meyer (Gramercy Tavern, New York): Popeyes, una catena americana che serve pollo fritto della Louisiana, e Chipotle, una catena che serve piatti messicani alla griglia fondata nata negli Stati Uniti e diffusasi poi in altri paesi del mondo. «Mi vizio da Popeyes un paio di volte all’anno. Mangiarmi qualche pezzo del loro pollo piccante e croccante (i migliori sono le alette e le cosce), con un contorno di dirty rice (letteralmente “riso sporco”, un piatto della tradizione cajun e creola) e biscuit (una specie di piccoli panini cotti al forno) mi rende malignamente felice. Un’altra cosa che mi soddisfa del tutto è pranzare con un’insalata di Chipotle, piena di pollo alla griglia, fagioli pinto, striscioline di formaggio, coriandolo e salsa piccante».
Un piatto di Chipotle (Craig Warga/Bloomberg)
— Tom Sellers (Restaurant Story, Londra): Nando’s, una catena fondata in Sudafrica che serve piatti a base di pollo piccante alla portoghese, presente in diversi paesi del mondo dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti. «Ci vado perché i loro prodotti sono buoni. Sono semplici, ma puoi comporre il menù. E poi il pollo piace a tutti».
— Karam Sethi (Gymkhana, Londra): KFC – Kentucky Fried Chicken, una catena americana che serve piatti di pollo fritto e che da poco ha aperto anche in Italia. «Ci vado solo per lo Zinger Tower Burger. Dentro c’è petto di pollo in pastella e fritto, hash brown, una salsa di pomodoro piccante, maionese, insalata iceberg croccante e pane al sesamo. Il pollo è sempre succoso».
— Clare Smyth (Gordon Ramsay, Londra): PizzaExpress, una catena di pizzerie nata a Londra, presente anche in Medio Oriente e Asia. «È veloce, sempre buona ed è costante. La pizza è un ottimo fast food, e da PizzaExpress usano ingredienti buoni e di qualità».
Clare Smyth (Valery Hache/AFP via Getty Images)
— Gastón Acurio (Astrid y Gastón, Lima): La Lucha Sanguchería, una catena di Lima specializzata in panini. «Preparano i loro panini ogni giorno uno per uno con carni marinate alla peruviana e salse peruviane».
— José Andrés (Minibar, Washington D.C.): Pans & Co, una catena di paninerie con ristoranti in tutta la Spagna. «Fanno dei panini davvero ottimi, con del buon pane e farciture e salse buonissime. Non riesco mai a spiegarmi perché non abbiano aperto negli Stati Uniti o in altri paesi».
— Angela Hartnett (Murano, Londra): Byron, un’hamburgeria nata a Londra e diffusa in tutto il Regno Unito. «Le hamburgerie di Londra mi hanno davvero stufata: gli hamburger sono dovunque, non ne posso più. Poi una volta, dopo aver ballato fino alle tre di notte al Port Eliot Festival, ho preso un hamburger da Byron ed era delizioso. Da allora, ho iniziato ad andarci a Londra: i ristoranti sono molto simili, ma ognuno di loro ha qualche piccola differenza».
— Nuno Mendes (Chiltern Firehouse , Londra): Homeslice, una catena di pizzerie fondata nel 2011 e che oggi ha tre ristoranti a Londra. «Le pizze sono buonissime. Sono molto colpita dalla qualità dell’impasto, dalla cottura e dai condimenti, che sono davvero originali. Negli Stati Uniti, invece, trovo ottimo In-N-Out Burger».
La pizza di Homeslice (Homeslice)
— Wolfgang Puck (Spago, Beverly Hills): In-N-Out Burger, una catena di hamburgerie sulla costa occidentale americana. «Mi piace perché puoi prendere un hamburger avvolto nell’insalata invece che nel pane. Mi sembra di mangiare un’insalata. Mia moglie lo adora. Quando prendi uno dei nostri hamburger, mangi la carne. Con i loro, mangi i condimenti».
— Joan Roca (El Celler de Can Roca, Girona, Spagna): Beefsteak, una catena che serve cibo salutare nel nord-est degli Stati Uniti. «È un nuovo concetto di fast food pensato da José Andrés, dove ci si concentra sulle verdure. È ricercato ma economico: del buon cibo per una società di gente che non ha tempo».
— Simon Rogan (L’Enclume, Cartmel, Inghilterra): Wasabi, una catena londinese che serve sushi e piatti caldi asiatici, che sta entrando nel mercato di New York. «Ci vado soprattutto perché è di strada per andare in stazione e sono sempre in viaggio. Non so dire di no a del pollo impanato al curry o a del sushi»
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