I sostenitori di Sanders contro Clinton a Philadelphia
Molto arrabbiati dopo la pubblicazione delle mail che mostrano l'antagonismo del partito Democratico nei confronti del loro candidato
Domenica 24 luglio migliaia di sostenitori di Bernie Sanders, candidato alle primarie Democratiche per la presidenza degli Stati Uniti e battuto da Hillary Clinton, hanno manifestato a suo sostegno nel centro di Philadelphia, in Pennsylvania, dove oggi, lunedì 25 luglio, inizierà la convention del partito, che porterà alla scelta ufficiale di Clinton come candidata per le presidenziali di novembre. La protesta era stata fissata da tempo ma si è ingrossata dopo che domenica Wikileaks ha pubblicato decine di migliaia di email scambiate tra funzionari del partito che irridono Sanders e mostrano di essere schierati con Clinton: una cosa di cui Sanders accusava il partito da tempo.
Come si capisce dagli slogan, le persone che hanno preso parte al corteo sono soprattutto ambientalisti – contrari all’energia nucleare e al fracking, per esempio – pacifisti, attivisti di sinistra e anti-establishment: molti di loro avevano cartelli in cui dicevano che non avrebbero mai votato per il partito e per Hillary Clinton, per esempio. Alcuni urlavano anche frasi come “lock her up” e “Hillary for Prison” – cioè “rinchiudetela” e “Hillary in prigione” – slogan diffusissimi tra i sostenitori di Donald Trump, candidato Repubblicano alla presidenza, e molto sentiti alla convention del partito Repubblicano di settimana scorsa. Da mesi Trump sta corteggiando gli elettori di Sanders per convincerli a votare per lui, come ha spiegato il vicedirettore del Post Francesco Costa nella sua newsletter sulle elezioni americane (ci si iscrive qui):
«Davvero un elettore di Bernie Sanders può votare Donald Trump a novembre? La risposta è: eccome. Poi non è sicuro che accada, anzi oggi è improbabile, ma è possibile: e per ragioni politiche anche piuttosto semplici.
Gli elettori di Sanders si possono dividere, generalizzando, in tre macro-categorie. La prima: storici elettori e militanti del Partito Democratico con idee più di sinistra degli altri. La seconda: elettori molto di sinistra esterni al Partito Democratico e che non lo hanno votato in passato, ma che lo avrebbero votato se avesse vinto Sanders; alcuni di questi pensano che Clinton sia corrotta e il partito abbia truccato le primarie. La terza: elettori lontani dalla politica e di solito disinteressati alle notizie, poco scolarizzati, che Sanders ha convinto con il suo messaggio “rivoluzionario” – per sua stessa definizione – e anti-establishment, contro le banche, contro i partiti, contro gli accordi commerciali, contro il sistema. […]
Alcuni di questi hanno sostenuto Sanders perché volevano una “political revolution”, come diceva Bernie: una rivoluzione anti-sistema. E se quello che vuoi è una rivoluzione anti-sistema, a novembre voti Trump o Clinton?»