Il golf snobba le Olimpiadi
È stato riammesso dopo più di un secolo ma molti grandi campioni non parteciperanno: abituati a trofei più concreti, diciamo
di Giulia Arturi
Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, in Brasile, che iniziano il 5 agosto, ci sarà di nuovo il golf: dopo 112 anni di assenza. I due soli precedenti risalgono infatti alle edizioni di Parigi del 1900 e di St. Louis del 1904. Il rientro è stato fortemente voluto dal mondo del golf, racconta il Wall Street Journal: nel 2009, quando il CIO stava decidendo sulla riammissione, tutto il movimento golfistico si mobilitò a sostegno della candidatura. Grazie anche all’appoggio dei grandi campioni, come Tiger Woods e Jack Nicklaus, il golf è stato scelto insieme al rugby a 7 prevalendo su squash, softball, baseball, karate e pattinaggio in linea.
Ma ora, a meno di due settimane dall’inizio delle Olimpiadi, lo scenario è cambiato e quella che sarebbe stata secondo Jack Nicklaus “una grande occasione di crescita e di visibilità” si è trasformata in un problema. L’entusiasmo è molto calato e ben venti golfisti uomini hanno rifiutato la partecipazione, inclusi 8 tra i primi 20 e tutti i primi 4 del ranking mondiale.
Il tabellone femminile invece registra solo la defezione della sudafricana Lee Anne Pace. Ci saranno le prime nove del mondo, mancherà la numero dieci, Ha-Na Jang, perchè la Corea del Sud ha raggiunto il numero massimo di quattro giocatrici.
Perché molti golfisti famosi non andranno alle Olimpiadi?
Jason Day, 28 anni, Dustin Johnson, 32, Jordan Spieth, 22, e Rory McIlroy, 27, (in ordine di classifica) hanno tutti rinunciato adducendo i rischi dovuti al pericolo del virus Zika. “Se è il virus Zika la ragione della rinuncia, dobbiamo rispettare le decisioni individuali, anche se sono contrarie alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha dichiarato Thomas Bach, presidente del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, ma siamo anche consapevoli delle discussioni interne al mondo del golf, per cui sono chiaramente molteplici le ragioni delle mancate adesioni.” Come fa capire Bach, le preoccupazioni per la salute non sono le uniche a tenere i grandi campioni fuori dalle Olimpiadi. “La mia decisione si deve ad un calendario estremamente pieno nel periodo olimpico, e ad altri impegni di natura personale e professionale”, ha detto Adam Scott, 36 anni, australiano, vincitore del Masters 2013, numero 8 del ranking. E Zach Johnson 40 anni, numero 20 del ranking: “Non so se le Olimpiadi sono la cosa giusta per il golf, senza offesa, ma io preferisco far parte della squadra per la Ryder Cup (la prestigiosa gara a squadre fra rappresentativa americana ed europea, ndr). Da golfista americano preferisco cogliere questa opportunità”.
Il problema dei premi in denaro
Agli occhi dei giocatori più forti una medaglia olimpica non ha lo stesso valore della vittoria di un Major, cioè di uno dei quattro tornei più importanti: Masters, US Open, British Open, Pga Championship.
Su questo è stato molto critico Carlos Nuzman, presidente del Comitato Organizzativo dei Giochi Olimpici di Rio: “Hanno provato a dare la colpa a Zika, ma i media hanno dimostrato che il motivo dell’assenza è la mancanza di un premio in denaro”. Rory McIlroy, per fare un esempio, ha firmato nel 2013 un contratto da 250 milioni per 10 anni con la Nike. E Tiger Woods è stato il primo sportivo a superare 1.3 miliardi di dollari di guadagni in carriera. Da soli i quattro Major mettono in palio 39 milioni di dollari. Se per un nuotatore o un saltatore in alto i Giochi sono l’obiettivo di una carriera, per i golfisti non hanno lo stesso valore. Rory McIlroy, nord irlandese, 27 anni, 4 Major all’attivo, non l’ha nascosto: “Sono felice della decisione che ho preso, non ho rimpianti; non ho iniziato a giocare a golf per aiutare il movimento a crescere, ma per vincere tornei e Major. Sicuramente guarderò i Giochi, ma non credo il golf; seguirò l’atletica, il nuoto, i tuffi: le cose che contano”.
Tra otto anni potrebbe non essere più sport olimpico
Secondo Tim Henman, ex tennista numero uno inglese, è solo una questione di tempo, come lo fu per il tennis: “Quando il tennis entrò nel programma olimpico non ci fu grande entusiasmo. Ma dopo 28 anni è diventato un appuntamento fondamentale. La situazione si è evoluta, e così accadrà anche per il golf”. Non è detto però che ci sarà tempo a sufficienza perché succeda. L’assenza dei grandi campioni potrebbe compromettere la presenza del golf alle Olimpiadi future. Mentre l’inserimento nel programma di Tokyo 2020 è già garantito, nel 2017 ci sarà una valutazione da parte del CIO per quanto riguarda le edizioni successive. Uno dei criteri fondamentali per il giudizio è appunto il grado di adesione degli atleti migliori. E la questione non è passata inosservata come mostra il tweet del membro del CIO Richard Peterkin.
Well I guess Golf is not really that interested in remaining on the Sports Program. Lots of other interested sports. https://t.co/nnGd69ABw1
— PapaBear (@rncpeterkin) July 11, 2016
Non l’ha presa bene neanche chi è rimasto tagliato fuori da Rio in favore del golf, come Laura Massaro o Nick Matthew, campioni mondiali di squash: “L’oro olimpico dovrebbe essere un pinnacolo per qualsiasi atleta di qualsiasi sport. Con il senno di poi non è stata una decisione saggia”.