• Sport
  • Sabato 23 luglio 2016

Chris Froome ha quasi vinto il Tour de France

È rimasto in maglia gialla dopo la 20esima tappa, l'ultima con delle salite: oggi pomeriggio ci sarà la "passerella finale" con arrivo a Parigi

tour-de-france
Chris Froome, maglia gialla del Tour de France (Chris Graythen/Getty Images)

Tour de FranceChris Froome, britannico della Sky, ha conservato la maglia gialla ed è praticamente sicuro di aver vinto il Tour de France, che finirà domani. Sarebbe il terzo della sua carriera, dopo quello del 2013 e quello del 2015. L’italiano Fabio Aru è invece andato in crisi e ha perso molte posizioni in classifica: era sesto e ora è tredicesimo. Jon Izagirre, spagnolo della Movistar, ha vinto la 20esima tappa del Tour de France, da Megève a Morzine. Izagirre è andato in fuga e ha staccato gli avversari – il colombiano Jarlinson Pantano, il francese Julian Alaphilippe e l’italiano Vincenzo Nibali – nell’ultima discesa della tappa.

***

Il Tour de France finirà domani pomeriggio dopo 21 tappe e poco meno di 3.530 chilometri di gara. Come è sempre successo dal 1975 in poi il Tour de France finirà a Parigi e l’arrivo dell’ultima tappa sarà sul viale degli Champs-Élysées, che porta all’Arco di Trionfo. Al momento in maglia gialla c’è il britannico Chris Froome, che ha più di quattro minuti di vantaggio sul secondo in classifica (il francese Romain Bardet) e sei minuti di vantaggio sull’italiano Fabio Aru, che in classifica è sesto. L’ultima tappa dei Grandi Giri del ciclismo su strada (gli altri due sono la Vuelta di Spagna e il Giro d’Italia) è quasi sempre pianeggiante ed è considerata una passerella finale: non è impossibile che cambi la classifica generale, il percorso e alcune di quelle regole non scritte fanno sì che sia estremamente improbabile. L’ultima tappa in cui la classifica generale del Tour de France potrebbe cambiare è quindi quella di oggi, che inizia verso le 13: 146,5 chilometri da Megève a Morzine, nell’Alta Savoia (vicino alla Svizzera).

La tappa di oggi del Tour de France

È una delle più difficili del Tour: è relativamente breve ma i tratti in pianura saranno pochissimi. Ci sono quattro salite e la quarta – quella del col de Joux Plane – è lunga 11,6 chilometri e ha una pendenza media dell’8,5 per cento. Le salite del Tour de France sono classificate in base alla difficoltà (dalla quarta categoria per quelle più facili fino alla prima categoria per quelle più difficili). Nella tappa di oggi ci sono una salita di seconda categoria, due salite di prima categoria e l’ultima, quella del col de Joux Plane, è considerata Hors Catégorie (fuori categoria) perché è ancora più difficile. L’arrivo non sarà però in cima alla salita: sarà dopo circa 10 chilometri di una discesa piuttosto tecnica, una di quelle in cui quelli bravi potrebbero guadagnare secondi o minuti, specie se qualcuno sarà stanco dopo la lunga salita. L’arrivo è previsto tra le 16.50 e le 17.20, a seconda della velocità media del vincitore della tappa.

PROFIL

Il Tour fin qui

Nei primi giorni di Tour de France Froome ha sorpreso un po’ tutti perché è riuscito a prendersi la maglia gialla (cosa che in molti si aspettavano) ma è riuscito a farlo in modo originale e inaspettato, attaccando in discesa e in pianura: due terreni su cui non è mai stato particolarmente forte.

Ancora più inaspettato è stato quello che è successo il 14 luglio nella 12esima tappa del Tour: a pochi chilometri dall’arrivo Froome ha staccato con alcuni scatti quasi tutti i suoi principali avversari. A circa un chilometro dall’arrivo Froome era davanti a tutti gli altri avversari insieme ad altri due corridori, Bauke Mollema e Riche Porte. La moto che stava davanti a loro ha dovuto rallentare di colpo (probabilmente per via dei troppi tifosi e troppo invadenti). A quel punto i tre corridori sono caduti e le loro bici hanno avuto problemi: Porte e Mollema hanno potuto riprendere la gara, perdendo comunque qualche secondo. Froome ha invece cercato un’altra bici (la sua era inutilizzabile), non l’ha trovata e ha dovuto fare un pezzo di salita di corsa. Froome ne ha poi trovata una fornita dall’assistenza alla corsa, ma era troppo piccola per lui, e ha fatto molta fatica a usarla. Froome è arrivato al traguardo con un netto ritardo su altri corridori che altrimenti sarebbero arrivati alcuni secondi dietro di lui. Al termine della tappa la giuria del Tour ha però deciso di annullare i distacchi causati dall’incidente che ha fatto cadere Froome, che è così rimasto in maglia gialla.

Nella tappa a cronometro del 15 luglio Froome è arrivato secondo, guadagnando così secondi o minuti su tutti gli altri avversari: il vincitore di quella tappa, l’olandese Tom Dumoulin, non era uno di quelli che puntavano alla maglia gialla. Nelle successive tappe di montagna Froome è riuscito a non perdere secondi da nessuno dei suoi rivali e ha di volta in volta aumentato il suo vantaggio su certi avversari che si staccavano in salita. Il 17 luglio – nella cronoscalata (una gara a cronometro, ma in salita) da Sallanches a Megève – Froome ha vinto la sua seconda tappa in questo Tour: al secondo posto è arrivato Dumoulin, al terzo è arrivato Aru, con 33 secondi di ritardo da Froome.

A proposito, che si dice di Aru?

Cose ottime. È relativamente giovane, ha già vinto una Vuelta di Spagna, è arrivato secondo a un Giro d’Italia ma questo è il suo primo Tour, che rispetto a ogni altra corsa è più difficile. Non è che le salite del Tour siano più difficili di quelle spagnole o italiane, anzi: il fatto è che al Tour ci sono tutti i più forti corridori del mondo e la competizione è quindi molto maggiore. Aru fin qui è stato bravo perché è riuscito in molte salite a stare con o vicino a Froome ed è andato molto bene anche nelle tappe a cronometro. Anche grazie all’aiuto e all’esperienza di Vincenzo Nibali – suo compagno di squadra dell’Astana – Aru è sempre riuscito a restare lontano dai problemi (cadute, distrazioni, buchi tra un gruppo e l’altro) e quando ne ha avuti (guai meccanici o giornate così-così) ha saputo gestirli molto bene. Essere forti in salita e a cronometro è un conto, riuscire a reggere la fatica e la pressione (anche mediatica) di tre settimane di Tour de France è un altro: Aru ha fatto vedere entrambe le cose. Non è ancora forte quanto Froome, ma non è così lontano dal poterlo diventare.

La tappa di ieri e la classifica di oggi

È stata quella da Albertville a Saint-Gervais Mont Blanc e anche lì c’erano tante difficili salite. Ha vinto Bardet, che ha guadagnato secondi o minuti su tutti gli avversari; Aru ha guadagnato una posizione in classifica e Froome se l’e vista brutta – è caduto nei chilometri finali – ma è riuscito a cavarsela. Froome ha dovuto – ancora – fare i chilometri finali con una bicicletta non sua, prestatagli da un compagno (che poi, con più calma, se n’è fatta dare una dalla sua squadra).

France Cycling Tour de FranceFroome dopo la caduta di ieri (Keno Tribouillard via AP Photo)

Froome ha dovuto correre con qualche ferita e qualche botta che probabilmente si farà sentire nella tappa di oggi: i minuti di vantaggio che ha su tutti gli altri sono però tanti e a meno di cose impreviste il vincitore del Tour de France dovrebbe essere lui. È però possibile che qualcuno degli altri uomini di classifica provi ad attaccarlo, magari già dalle prime salite. Tra i corridori dal secondo al decimo posto ce ne sono poi di molto vicini tra loro: se è difficile che cambi la maglia gialla. è invece molto probabile che cambino altre posizioni in classifica.