La strage di Nizza era stata pianificata per mesi
E l'attentatore Mohamed Lahouaiej-Bouhlel è stato aiutato da cinque persone, ha detto il procuratore di Parigi
Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, l’autore dell’attacco a Nizza che ha causato la morte di 84 persone e il ferimento di altre centinaia, è stato aiutato da almeno cinque persone nella preparazione del suo attacco, e non ha agito da solo come era stato inizialmente ipotizzato dalle autorità francesi. Nel corso di una conferenza stampa tenuta nel tardo pomeriggio di giovedì 21 luglio, il procuratore di Parigi, François Molins ha dato gli ultimi aggiornamenti sulle indagini della strage lungo la Promenade des Anglais durante i festeggiamenti per la presa della Bastiglia, il 14 luglio scorso. I dati raccolti dai cellulari e dai computer sequestrati nell’abitazione di Bouhlel e di altre persone, confermano che l’autore dell’attacco è stato aiutato da alcuni complici e che preparò a lungo il piano per condurre la strage: non si era quindi “radicalizzato” di recente, come avevano detto all’inizio gli investigatori.
Poco dopo l’attacco nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, nel gennaio del 2015, Bouhlel aveva mandato un messaggio a una delle cinque persone sospettate e identificate dalla polizia, scrivendo: “Io non sono Charlie. Sono felice che abbiano mandato qualche soldato di Allah per completare l’opera”. Secondo Molins, l’attacco a Nizza è stato reso possibile dalla collaborazione dei cinque complici ed era stato a lungo premeditato: “Sembra che avesse pianificato e sviluppato i suoi piani criminali diversi mesi prima di eseguirli”. Le cinque persone coinvolte hanno tra i 22 e i 42 anni e sono in stato di fermo e sono state sottoposte a una prima serie di interrogatori da parte di un magistrato che si occupa di antiterrorismo a Parigi. Dovrebbero essere messi formalmente sotto indagine nelle prossime ore e trattenuti per ulteriori accertamenti.
Tra i cinque sospetti c’è una coppia sposata originaria dell’Albania, accusata di avere fornito a Bouhlel la pistola che ha utilizzato durante il suo attacco per sparare contro gli agenti di polizia. Le altre tre presone sono due uomini franco-tunisini e un uomo tunisino. Nessuno di questi era noto ai servizi di intelligence francesi, anche se un sospettato aveva qualche precedente penale per furto, assalto e droga. Lo stesso Bouhlel era di origini tunisine e l’ipotesi è che alcuni sospettati fossero suoi amici da tempo, ma la natura del loro rapporto deve essere ancora chiarita.
Molins ha spiegato che analizzando il cellulare di Bouhlel sono state trovate vecchie fotografie del 14 luglio 2015, dello spettacolo con i fuochi artificiali a Nizza. Bouhlel aveva anche cercato su Internet informazioni sul Captagon (fenetillina), uno psicostimolante commerciato illegalmente in diversi paesi arabi e che in passato era stato utilizzato da altri autori di attentati terroristici. Le perquisizioni e l’analisi di altri dispositivi hanno permesso di trovare almeno due fotografie in cui Bouhlel appare all’interno del camion utilizzato per la strage, con a bordo un’altra persona, e in un’altra immagine all’esterno del veicolo parcheggiato in una strada di Nizza.
Nonostante lo Stato Islamico abbia rivendicato l’attacco di Nizza, per ora gli investigatori non hanno trovato indizi per dire con certezza che Bouhlel fosse in qualche modo legato al gruppo terroristico. Nei prossimi giorni saranno condotte altre indagini sulle cinque persone sospettate per ricostruire meglio i loro precedenti ed eventuali legami con organizzazioni terroristiche.
In Francia osservatori e analisti continuano intanto a chiedersi se la strage di Nizza fosse evitabile e se ci siano state carenze, sia da parte dell’intelligence sia delle forze dell’ordine. Soprattutto il giornale Libération ha accusato il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, di avere mentito circa i sistemi di sicurezza disposti lungo la Promenade des Anglais lo scorso 14 luglio, perché nel punto da dove è passato Bouhlel per entrare nella zona pedonale c’erano solamente due agenti della polizia locale e nessun altro mezzo meglio equipaggiato per tenere sotto controllo la zona. Cazeneuve ha confermato che all’inizio della zona chiusa al traffico c’era la polizia locale, ma ha respinto le altre accuse sostenendo che più avanti c’erano diverse squadre di polizia, che sono del resto intervenute per cercare di fermare il camion. Il ministero dell’Interno ha comunque avviato un’indagine interna per valutare dal punto di vista tecnico la gestione della sicurezza durante la festa per la presa della Bastiglia a Nizza.