Donald Trump contro la NATO, di nuovo
E contro i paesi che non contribuiscono abbastanza all'alleanza e che potrebbero non essere aiutati dagli Stati Uniti di Trump in caso di un attacco esterno
Mercoledì Donald Trump, il candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, ha dato un’intervista al New York Times in cui ha parlato di diverse cose, tra cui la politica estera del suo paese. Trump ha detto delle cose molto riprese e discusse, e ha ribadito alcuni concetti che gli erano già costati delle critiche in passato anche all’interno del suo stesso partito. Per esempio ha detto che se venisse eletto non farebbe pressioni sulla Turchia o qualsiasi altro stato alleato con un governo autoritario riguardo alla limitazione delle libertà civili e all’incarcerazione di avversari politici: «Non penso che abbiamo lezioni da dare. Guardi cosa sta succedendo nel nostro paese. Come facciamo a dare lezioni quando le persone sparano ai poliziotti a sangue freddo?».
Uno dei temi centrali dell’intervista al New York Times è stata la NATO, che per esteso si chiama Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord e che è un sistema di collaborazione di difesa tra diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti. Trump ha rimesso in discussione uno dei pilastri su cui si basa la NATO: se un membro NATO viene aggredito da uno stato esterno, gli altri membri NATO sono costretti a intervenire automaticamente in difesa dell’aggredito. Trump aveva già detto in passato di voler rivalutare questo meccanismo, accusando soprattutto i paesi europei di non avere contribuito sufficientemente all’alleanza e sostenendo che gli Stati Uniti avrebbero dovuto valutare di volta in volta se intervenire in difesa di un altro stato membro NATO oppure no. A un certo punto il New York Times ha chiesto a Trump cosa farebbe nel caso in cui la Russia attaccasse i paesi baltici, un tema di cui si è parlato parecchio negli ultimi mesi, e se gli Stati Uniti li difenderebbero. Trump ha risposto:
«Se adempiono agli obblighi che hanno verso di noi, la risposta è sì»
L’approccio di Trump alla politica estera è stato molto discusso in passato e i suoi critici lo hanno definito irresponsabile e confuso. Trump si concentra molto sul concetto “America First”, cioè quell’idea secondo la quale devono prevalere sempre gli interessi nazionali statunitensi. Per realizzarla, Trump dice di essere pronto a mettere in discussione i trattati internazionali di cui fanno parte gli Stati Uniti: non solo la NATO, ma anche per esempio il North American Free Trade Agreement (conosciuto come NAFTA), un trattato per il libero commercio con il Canada e il Messico.