La sparatoria a Baton Rouge
Tre poliziotti sono stati uccisi e altrettanti sono stati feriti nella capitale della Louisiana da un ex marine che aveva pubblicato messaggi online sulla situazione dei neri negli Stati Uniti
Domenica 17 luglio un uomo ha ucciso tre poliziotti ferendone altri tre – uno è in gravi condizioni – in un’aggressione armata a Baton Rouge, in Louisiana. L’uomo che ha sparato contro gli agenti è stato ucciso: è stato successivamente identificato come Gavin Long, un 29enne nero, ex marine, di Kansas City che nelle settimane precedenti all’aggressione di ieri aveva pubblicato online con lo pseudonimo di Cosmo Setepenra diversi video e messaggi in cui faceva riferimento alle violenze della polizia vero i neri e all’esigenza di “contrattaccare”. Domenica, dopo la sparatoria, la polizia ha inizialmente detto che due sospettati potevano essere in fuga; in una successiva conferenza stampa è stato invece annunciato che non c’erano altri “active shooters” in circolazione, ma che due persone erano state arrestate in connessione con la sparatoria prima di essere rilasciate senza accuse.
La sparatoria è avvenuta vicino a una pompa di benzina lungo Airline Highway, un’importante strada di Baton Rouge, a poca distanza dalla sede della polizia della città. CNN scrive che la sparatoria sarebbe cominciata intorno alle 9 di mattina (le 16 in Italia) quando la polizia è arrivata sul posto dopo aver ricevuto segnalazioni di un uomo armato. Long era armato con un fucile d’assalto, e il sergente della polizia di Baton Rouge Don Coppola ha detto che indossava vestiti neri e una maschera. Dopo la sua uccisione da parte degli agenti, è stato usato un robot radiocomandato per verificare che sul suo corpo non ci fossero esplosivi.
Oltre agli ultimi video che facevano riferimento diretto agli ultimi fatti di cronaca, Long aveva pubblicato online con lo pseudonimo di Cosmo Setepenra moltissimo materiale negli ultimi anni, da quando nel 2010 aveva lasciato l’esercito dopo cinque anni di servizio, tra cui un anno di guerra in Iraq. Nei suoi messaggi Long parla spesso della situazione dei neri negli Stati Uniti, ma in molti messaggi racconta di essere sotto sorveglianza stretta da parte polizia e dà altri segni di paranoia e instabilità. Baton Rouge è la città dove lo scorso 5 luglio era stato ucciso dalla polizia Alton Sterling, un 37enne nero che vendeva CD fuori da un piccolo negozio: da allora Baton Rouge è una delle città americane dove le tensioni e le proteste legate alle violenze della polizia contro gli afroamericani sono state più intense, e le uccisioni di sei poliziotti a Dallas la settimana scorsa hanno messo in allarme su possibili motivazioni simili.
Three officers shot and three injured in Baton Rouge shooting, sheriff’s office says https://t.co/b9ZVUq3KrS pic.twitter.com/sNAaBMO0lk
— The Washington Post (@washingtonpost) July 17, 2016
HAPPENING NOW: Shots fired on police in Baton Rouge. Watch live: https://t.co/89UzfVA23r pic.twitter.com/PONpdpZ1jt
— CBS Evening News (@CBSEveningNews) July 17, 2016
Lo scorso 8 luglio cinque agenti di polizia sono stati uccisi da un uomo armato di fucile a Dallas, in Texas, durante una protesta altrimenti pacifica organizzata dal movimento Black Lives Matter, contro le violenze della polizia sugli afroamericani. L’uomo, morto durante una sparatoria con la polizia successiva alla strage, aveva detto di volere uccidere molti poliziotti, soprattutto bianchi.
Martedì scorso la polizia di Baton Rouge aveva annunciato di avere arrestato quattro persone sospettate di progettare l’uccisione di agenti di polizia.
Il presidente Barack Obama ha definito l’attacco di Baton Rouge “codardo e vergognoso”: «Sono attacchi contro funzionari pubblici, al servizio della legge e in una società civile, e devono finire».