L’ISIS ha confermato la morte di Abu Omar al Shishani
Era uno dei comandanti militari più importanti dello Stato Islamico e un consigliere di Abu Bakr al Baghdadi
Amaq, l’agenzia di news non ufficiale dello Stato Islamico (o ISIS), ha confermato la morte di Abu Omar al Shishani, uno dei leader militari più importanti del gruppo terrorista. La notizia dell’uccisione di Shishani era già stata data dal ministero della Difesa statunitense lo scorso marzo, ma fino a ieri non era stata confermata dallo Stato Islamico. Tra le due versioni – quella americana e quella dello Stato Islamico – non c’è comunque completa corrispondenza: il ministero della Difesa statunitense aveva detto che Shishani era morto a causa delle ferite riportate in un bombardamento aereo nel nord-est della Siria; ieri Amaq ha invece parlato di un combattimento nella città di Shirqat, a sud di Mosul, in Iraq.
Shishani, il cui vero nome era Tarkhan Batirashvili, era conosciuto come “Omar il ceceno” a causa delle sue origini: era nato nel 1986 in Georgia, quando la Georgia era ancora parte dell’Unione Sovietica. Prima di unirsi allo Stato Islamico, Shishani aveva combattuto come ribelle in Cecenia, e poi nel 2006 si era unito all’esercito ceceno per combattere contro la Russia. Aveva lasciato l’esercito due anni dopo per ragioni di salute. All’interno dello Stato Islamico, Shishani aveva scalato piuttosto rapidamente le gerarchie ed era diventato in breve tempo uno dei consiglieri militari più importanti di Abu Bakr al Baghdadi, il leader del gruppo. Era identificato dal ministero della Difesa statunitense come “il ministro della guerra” dello Stato Islamico ed era considerato uno dei miliziani più ricercati dal governo statunitense, il quale aveva anche offerto cinque milioni di dollari per qualsiasi informazione che contribuisse a togliere Shishani dal campo di battaglia.
La morte di Shishani è stata confermata in un momento difficile per lo Stato Islamico: da diversi mesi sta perdendo territori che prima erano sotto il suo controllo, riconquistati in Siria e Iraq dalle forze sostenute dagli Stati Uniti. In Iraq l’esercito sta preparando un attacco per riconquistare Mosul, mentre in Siria l’obiettivo è riprendere il controllo di Raqqa, la città considerata la capitale dello Stato Islamico.