L’incidente in Puglia e il binario unico
In che modo è stato possibile che due treni si siano scontrati praticamente senza vedersi
Mercoledì 13 luglio – stando all’agenzia ANSA – alcune persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura di Trani per lo scontro frontale di due treni passeggeri avvenuto poco dopo le 11 del mattino di martedì 12 luglio a Corato, in provincia di Bari. ANSA scrive che gli indagati sono «probabilmente» dei dipendenti di Ferrotramviaria, la società privata pugliese che gestiva i due treni, e che i reati contestati sono «disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo». ANSA dice anche che «in occasione delle autopsie, agli indagati sarà notificata l’informazione di garanzia». Il Corriere della Sera aggiunge che le fonti di questa notizia sono «fonti inquirenti che non hanno voluto dire nulla né sul numero delle persone indagate né sul ruolo che esse avrebbero avuto nella vicenda».
Nello scontro di martedì sono morte almeno 23 persone, e ci sono 4 dispersi e decine di feriti. Le informazioni sul numero dei morti durante la giornata di martedì sono state date da fonti diverse – Protezione Civile, ASL, polizia e politici locali – e a sera il bilancio diffuso era di 27 morti, una cifra che includeva quindi anche i 4 dispersi. I due treni erano gestiti da Ferrotramviaria e non da Trenitalia. I treni stavano viaggiando contemporaneamente, l’uno verso l’altro, in un tratto ferroviario a binario unico (o semplice) tra Andria e Corato: c’era cioè un solo binario, ed era previsto il passaggio di un solo treno per volta. Uno dei due treni insomma non doveva essere lì.
Martedì mattina il treno alla stazione di Andria è partito quando il treno partito da Corato stava ancora percorrendo la tratta. Non si sa ancora quale sia il motivo dell’errore e se sia stato umano (l’ipotesi considerata più probabile) o meccanico. I due treni – uno del 2005 e uno del 2009, quindi moderni – viaggiavano intorno ai 100 chilometri orari: a quella velocità impiegano circa 250 metri per fermarsi. Martedì però si sono scontrati dopo che uno dei due era uscito da una curva, e quindi non si sono visti.
Dei circa 16mila chilometri di linee ferroviarie gestite in Italia da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), società partecipata interamente da Ferrovie dello Stato, più della metà è a binario unico, così come lo sono 6mila dei 6500 chilometri di linee sulle quali operano società ferroviarie private in concessione (come Ferrotramviaria). Sono a binario unico, per esempio, molte tratte della Genova-Ventimiglia, una linea molto frequentata. Parte della Bari-Barletta, la tratta su cui viaggiavano i due treni che si sono scontrati, è a doppio binario, parte no: l’incidente è avvenuto nella tratta a binario unico.
Il sistema a binario unico ha alcuni problemi, per esempio il fatto che possono circolare sulla stessa tratta meno treni contemporaneamente: non è però, di per sé, un sistema poco sicuro. Quando due treni devono percorrere in sensi opposti una tratta a binario unico, uno dei due viene fatto rimanere fermo nella stazione più vicina, per aspettare che passi l’altro treno. I due treni che si sono scontrati martedì viaggiavano in senso opposto: il treno diretto a Barletta (quindi verso nord) era qualche minuto in ritardo quando è arrivato alla stazione di Corato, mentre quello diretto a Bari è arrivato ad Andria in orario.
Il tratto ferroviario tra Andria e Corato è lungo 17 chilometri, per un totale di undici minuti di percorrenza. Normalmente, per gestire il passaggio dei due treni, il capostazione di Corato segnala al collega di Andria che deve tenere il suo treno fermo in stazione, e fa partire quello nella propria stazione. Undici minuti dopo, quando il treno da Corato arriva ad Andria, parte quello da Andria a Corato. La comunicazione tra le due stazioni avviene attraverso un fonogramma, cioè una comunicazione che avviene attraverso le linee telefoniche: al fonogramma è associato un diverso colore del semaforo per il treno, che viene azionato dal capostazione, che in più segnala al macchinista del treno quando può partire con una paletta. Questo sistema è conosciuto come blocco telefonico.
Martedì mattina, però, qualcosa in questa procedura – quella con cui i capostazione di Andria e Corato comunicano tra loro, oppure in quella con cui il capostazione dà il permesso di partire al macchinista – non ha funzionato, non si sa ancora perché. Il treno che era fermo alla stazione di Andria è partito quando il treno partito da Corato stava ancora percorrendo la tratta a binario unico, e i due treni si sono ritrovati sullo stesso binario, scontrandosi. La polizia ferroviaria ha sequestrato i Registratori cronologici di eventi, dispositivi sigillati che registrano le azioni dei capostazione.
Nella tratta dell’incidente non c’era il Sistema controllo marcia treno (Scmt), un sistema che controlla se i macchinisti rispettano i semafori, le procedure corrette e i limiti di velocità. Se c’è qualcosa che non va, il Scmt invia un segnale al macchinista, e se il problema non viene risolto interviene automaticamente frenando il treno. Il sistema è presente su quasi 12mila chilometri della rete ferroviaria italiana, ma non è il solo: esistono altri dispositivi simili, come il Sistema Supporto Condotta (SSC), e in totale tutta la rete Rfi è coperta da un qualche tipo di sistema automatico di sicurezza. Sulla tratta dell’incidente, invece, non erano presenti questi sistemi. Repubblica scrive che il Scmt era installato sui treni, ma non funzionava perché non poteva dialogare con i binari della tratta, che sono troppo vecchi.
Ferrotramviaria opera sulla tratta Bari-Barletta su concessione di Rfi. Sulle linee ferroviarie dove circolano treni di Trenitalia, i sistemi di sicurezza automatici sono obbligatori. Su alcune delle linee date in concessione, invece, sono state previste delle deroghe dall’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (Ustif), un’agenzia del Ministero dei Trasporti: queste deroghe permettono di circolare anche ai treni gestiti solo con il blocco telefonico. Il tratto tra Andria e Corato era uno di questi: le deroghe valevano finché non fossero stati installati i dispositivi di sicurezza, nei prossimi due anni. La tratta Bari-Barletta, però, è stata interessata negli ultimi anni da un vasto progetto di riammodernamento, finanziato in parte dall’Unione Europea e in parte dalla Regione Puglia. Metà della linea era stata attrezzata con i sistemi di controllo automatici, e i binari erano stati fatti passare anche per l’aeroporto Aeroporto Karol Wojtyla di Bari. E per buona parte della linea, tra Bari e Ruvo di Puglia, era stato aggiunto un secondo binario. Entro il 2015 avrebbe dovuto essere raddoppiata l’intera tratta, ma ci sono stati dei ritardi, e l’appalto per l’assegnazione dei lavori doveva essere deciso proprio in questi giorni.