Alex Schwazer è stato sospeso per doping
Non andrà quindi alle Olimpiadi di Rio: la sospensione è arrivata dopo le controanalisi su un controllo antidoping fatto a gennaio
Il marciatore italiano Alex Schwazer è stato sospeso per doping dalla IAAF, la federazione internazionale di atletica leggera. Schwazer – che era tornato alle gare a maggio dopo una squalifica per doping – non potrà quindi andare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, che inizieranno il 5 agosto. La notizia della sospensione è stata confermata dall’avvocato di Schwazer alla Stampa.
La sospensione è arrivata dopo alcune controanalisi sui campioni di un controllo antidoping fatto a gennaio e reso noto il 22 giugno dalla Gazzetta dello Sport. Il controllo in cui Schwazer è stato trovato positivo risale all’1 gennaio ed è stato effettuato dalla IAAF: il campione prelevato a Schwazer quel giorno era composto di sangue e urina, e a un primo controllo era risultato negativo. La Gazzetta dello Sport ha spiegato che dopo la qualificazione di Schwazer alle Olimpiadi la IAAF ha voluto effettuare nuovi controlli sul campione dell’1 gennaio e ha trovato «una quantità enorme di anabolizzanti steroidi» (sono quelli che in pratica favoriscono l’aumento della massa muscolare dell’atleta).
Gerhard Brandstaetter, l’avvocato di Schwazer ha detto: «Cercheremo immediatamente di impugnare la sospensione, probabilmente già lunedì [11 giugno]». Sandro Donati – allenatore di Schwazer e noto per essere sempre stato molto duro nei confronti del doping – ha detto: «I responsabili di questo omicidio sportivo devono essere ricercati all’interno della struttura della IAAF». Già a fine giugno Schwazer aveva contestato i risultati dei nuovi controlli e Brandstatter aveva definito le accuse «false e mostruose», dicendo «Alex in questa vicenda non ha niente a che fare». L’idea sostenuta da Schwazer e da chi sta dalla sua parte è, in sintesi, che lui non si è dopato e si tratta di una specie di complotto per evitare che lui vada alle Olimpiadi.
Schwazer era tornato a gareggiare l’8 maggio 2016 in una tappa di Coppa del mondo di marcia tenuta a Roma: in quell’occasione, un po’ a sorpresa, vinse la gara dei 50 chilometri con un tempo di 3 ore e 39 minuti, superiore di soli due minuti al tempo con cui vinse l’oro alle Olimpiadi di Pechino del 2008. Schwazer rientrava da una squalifica per doping che durava da tre anni e nove mesi. Fu squalificato perché trovato positivo all’EPO: certe persone lo usano come farmaco, alcuni sportivi lo usano come sostanza dopante. EPO è un’abbreviazione di eritropoietina, un ormone che controlla la produzione di globuli rossi nel sangue. Chi ne fa uso riesce a far sì che i propri globuli rossi trasportino più ossigeno ai tessuti corporei, una cosa che torna molto utile negli sport che richiedono una grande resistenza. L’EPO è fatto per essere usato da persone anemiche, con insufficienza renale cronica. Per uno sportivo è invece molto pericoloso: aumenta la densità di globuli rossi nel sangue, facendolo diventare più viscoso e aumentando le possibilità di infarti e embolie polmonari. Nel 2012 Schwazer ammise di aver fatto uso di EPO e disse «ho sbagliato io, la mia carriera è finita».