Come si vendono i vestiti alla moda in Iraq
E in altri paesi del Medio Oriente dove la maggior parte dei siti di e-commerce non spedisce i prodotti: con Instagram e Whatsapp
In alcuni paesi del Medio Oriente (ad esempio l’Iraq e l’Iran) non è semplice acquistare vestiti alla moda di marchi internazionali a causa dell’instabilità politica o di sanzioni internazionali: in molti posti non ci sono centri commerciali che li vendono, parecchi marchi non sono disponibili e i grandi siti di e-commerce non spediscono in alcuni paesi. Per questo alcune persone rivendono capi di abbigliamento e accessori utilizzando come metodi alternativi per raggiungere i clienti Instagram, Whatsapp e Telegram. Pubblicano fotografie dei vestiti e in base alle risposte e ai commenti dei clienti si fanno un’idea della domanda; poi vanno a comprare i prodotti all’ingrosso nei paesi vicini, in particolare in Turchia.
La rivista Business of Fashion ha intervistato Demet Mutlu, la fondatrice del sito di e-commerce turco Trendyol, per capire come funziona questo sistema di vendita non convenzionale. Trendyol è uno dei più grandi siti di e-commerce turchi; Markafoni o Morhipo sono i suoi concorrenti principali, ma per ora è Trendyol ad avere la posizione dominante sul mercato. Vende accessori di aziende di alta moda come Gucci e Prada, ma anche vestiti di Zara e capi di abbigliamento di alcuni marchi propri, come Trendyolmilla, che hanno prezzi più economici. Spedisce solo in Turchia e il suo sito è solo in turco. Nel 2015 ha ricavato circa 225 milioni di euro e negli ultimi anni è cresciuto dal 50 al 70 per cento; le linee di abbigliamento di Trendyol contribuiscono al 40 per cento delle vendite totali. Su 80 milioni di abitanti della Turchia, 12 milioni sono clienti di Trendyol.
Trendyol è conosciuto anche all’estero grazie ai social network, in particolare Instagram. Molte persone commentano in arabo e in russo alcune immagini pubblicate sul sito, chiedendo che i prodotti venissero spediti anche nei loro paesi. Qualcuno deve aver notato i commenti e averci visto una possibilità di guadagno e ha contattato Trendyol proponendo di vendere all’ingrosso alcuni dei suoi prodotti. Per ogni prodotto i rivenditori pubblicano le foto di Trendyol sui loro account di Instagram (per l’Iran c’è, ad esempio, Irantrendyol) che sono quindi simili ai cataloghi, e li accompagnano alle istruzioni su come fare per comprare il prodotto: raccolgono le richieste dei clienti attraverso Whatsapp o Telegram e poi fanno l’ordine a Trendyol. I prodotti vengono spediti in magazzini che si trovano in Turchia: sono poi gli amministratori degli account di Instagram, Whatsapp e Telegram che organizzano il loro trasporto nel proprio paese.
Tutto il processo è molto organizzato e serio: i prodotti sono venduti con un equo sovrapprezzo e ognuno ha una descrizione accuratamente tradotta dal turco. I rivenditori usano compagnie di trasporti affidabili e organizzano tragitti che non attraversano la Siria, pericolosa a causa della guerra civile e della presenza dell’ISIS. Anche se parte dell’Iraq è tuttora sotto il controllo dello Stato Islamico, alcune città si trovano in una situazione stabile e sono abitate da persone benestanti e interessate ad acquistare capi più o meno di lusso. In Iran la fine delle sanzioni internazionali renderà sempre più facile importare e comprare i prodotti stranieri, ma per ora questo sistema è molto diffuso e Irantrendyol ha più di 31mila followers. In altri paesi, questi account utilizzati dai rivenditori hanno anche più di 100mila followers.
Mutlu non ha specificato quanto Trendyol guadagni da questo sistema, ma si tratta di una cifra vantaggiosa, dato che nonostante la grande richiesta non ha intenzione di aprire il suo mercato ad altri paesi, traducendo il sito in altre lingue e organizzando un sistema di spedizione internazionale. Mutlu ha spiegato che parte del successo dei vestiti di Trendyol in Medio Oriente, in Asia centrale e in alcuni paesi dell’est europeo è dovuto alle soap opere turche, che sono trasmesse in moltissimi paesi, in Nordafrica, nei Balcani, in Russia e in Azerbaijan. Per i marchi che vogliono espandere il loro mercato in questi paesi, i programmi televisivi turchi (quelli citati da Mutlu sono Kiralik Ask, Karadayi, Kara Sevda, Poyraz Karayel e Medcezir, casomai vi fosse capitato di vederli) sono una fonte di pubblicità importante. Per questo Trendyol e altre aziende forniscono i loro prodotti alle produzioni di questi programmi. Anche dal Kazakistan, dall’Uzbekistan, dalla Grecia e dalla Romania arrivano richieste a Trendyol, perché anche in questi paesi vengono trasmesse le soap opera turche.