Amazon non mostra più i prezzi da scontare
Li sta eliminando da molti prodotti venduti negli Stati Uniti: del resto se tutto era scontato nulla era davvero scontato
Amazon ha iniziato a non indicare il prezzo da scontare dei prodotti che vende sul suo sito, una delle sue caratteristiche più note e fino a qualche tempo fa più apprezzate dai suoi clienti. La modifica per ora riguarda una selezione di prodotti, soprattutto nella versione statunitense del sito, ma probabilmente sarà estesa negli altri paesi in cui è attiva Amazon, compresa l’Italia. L’azienda non ha per ora comunicato ufficialmente la novità, ma il New York Times ha fatto qualche ricerca notando che riguarda un numero piuttosto ampio di prodotti. Amazon ha costruito parte della sua reputazione sulle vendite scontate, ma negli ultimi anni le indicazioni erano spesso pretestuose e in qualche caso erano costate cause legali all’azienda: il nuovo sistema, con un solo prezzo “prendere o lasciare”, sembra più onesto e trasparente, ma non è ancora chiaro se avrà effetti positivi sulle vendite.
Parliamo del campo “prezzo consigliato”, cioè il prezzo precedente allo sconto.
Il cambiamento rientra in un piano più ampio di Amazon, che sta cercando di estendere le sue attività fuori dai classici sistemi per ordinare cose online, tramite computer, tablet e smartphone. Negli ultimi anni Amazon ha realizzato prodotti per la casa come Echo, che servono a interagire a voce con il suo assistente personale Alexa per ascoltare musica, ottenere informazioni di vario tipo o acquistare su Amazon con comandi vocali, senza doversi collegare al sito in modo tradizionale. L’azienda si è anche inventata i Dash Button, piccole targhette da tenere in giro per la casa per ordinare prodotti premendo un unico tasto: ce ne sono da applicare sulla lavatrice, per ordinare subito il detersivo quando finisce, o per i ripiani della cucina per fare rifornimento di carta assorbente. Nel complesso, l’idea di Amazon è creare un ecosistema per la vendita di qualsiasi cosa serva ai suoi iscritti, compresi i prodotti di uso quotidiano che di solito si acquistano al supermercato, anche alimentari.
All’interno di un ecosistema di questo tipo, non ha molto senso mantenere la classica impostazione dei prezzi scontati, anche perché per i prodotti di uso quotidiano il prezzo è sostanzialmente noto o non così determinante per l’acquisto (se ti piace il detersivo X, continui a comprarlo non per il suo prezzo). Quelli di Amazon si sono accorti inoltre che l’indicazione del prezzo scontato sta iniziando a suscitare meno interesse di un tempo da parte dei clienti, probabilmente per il fatto di vedere da anni quasi tutti i prodotti indicati con uno sconto. Come ha spiegato Bonnie Patten, del sito per consumatori TruthInAdvertising: “Ci hanno condizionato a comprare sempre solo quando le cose sono scontate. Di conseguenza molti venditori hanno fatto in modo che tutto fosse sempre scontato. Se tutto è scontato, però, nulla è veramente scontato”.
Nei primi anni della sua esistenza, Amazon ha sicuramente approfittato di questo sistema e dell’effetto psicologico che ha su chi deve comprare, di solito attirato di più dalla prospettiva di risparmiare qualche soldo durante l’acquisto, anche se talvolta sono pochi centesimi. Amazon ha seguito per molto tempo un modello commerciale aggressivo teso ad aumentare il più possibile il numero di clienti, senza badare troppo alla produzione di utili: per anni ha prodotto fatturati esorbitanti, perdendo comunque un sacco di soldi, ma la strategia è servita per ingrandirsi, convincere gli investitori circa il suo modello di fare affari e continuare a espandersi sperimentando nuovi servizi per i clienti, non necessariamente legati alle vendite di prodotti.
Uno dei punti principali della sua strategia era avere prezzi più bassi della concorrenza e mostrare, con il famoso prezzo sbarrato, la possibilità di risparmio per i suoi clienti. Negli ultimi anni questo modello ha però ricevuto numerose critiche: quasi tutti i siti concorrenti, soprattutto negli Stati Uniti, si sono adattati a fare altrettanto, facendo passare per scontati prezzi che in realtà erano stati semplicemente ridotti dagli stessi produttori, e che quindi erano formalmente di listino. Il New York Times aveva segnalato alcune di queste stranezze in un paio di articoli (uno e due), chiedendosi se non fosse arrivato il momento di fare chiarezza sui prezzi indicati sui siti per il commercio elettronico, quando scontati.
Il problema di fondo è che spesso i prezzi di listino sono semplicemente quelli consigliati da chi ha materialmente costruito il prodotto, non dai rivenditori. In alcuni casi il rivenditore X chiede un prezzo maggiore di quello consigliato, Amazon lo utilizza come prezzo di riferimento e indica di vendere il prodotto a una cifra più vantaggiosa, indicando semplicemente come prezzo finale quello indicato dal costruttore. Un frullatore può essere quindi venduto sul sito di chi lo produce a 100 euro, mentre su un sito di un rivenditore a 120, e su Amazon a 100 con l’indicazione di averlo scontato da 120. Col passare degli anni, e la diffusione di sistemi per confrontare i prezzi online, molti clienti si sono accorti dello stratagemma e non danno più peso alle offerte di questo tipo.
Negli Stati Uniti sono state avviate diverse cause legali contro i siti che indicano prezzi scontati come strategia di marketing, ma senza che il prezzo sia effettivamente scontato. Sfruttando le leggi della California sulle vendite, più severe di quelle di altri stati, nei primi sei mesi del 2016 sono state avviate 24 cause contro diversi rivenditori e che finora hanno portato a 10 accordi extragiudiziali per chiudere la questione. Una causa è stata mossa anche contro Amazon, ma è stata respinta dal magistrato competente: chi ha fatto causa ha comunque annunciato che cercherà di ottenere ragione in appello, contestando tra le altre cose la clausola che Amazon impone ai propri clienti per cui accettano di risolvere ogni contenzioso con un arbitrato e non avviando un processo vero e proprio.
Amazon non ha diffuso informazioni, ma secondo un analista consultato dal New York Times, a maggio il 29 per cento dei prodotti era mostrato con il prezzo finale senza l’indicazione dello sconto, ora i prezzi di listino e basta sono mostrati nel 70 per cento dei casi. Nella versione italiana di Amazon per ora la modifica è meno evidente e non è chiaro quando sarà estesa a buona parte dei prodotti.