Italia e Paesi Bassi vogliono spartirsi un seggio al Consiglio di Sicurezza dell’ONU
Dopo che nessuno dei due paesi è riuscito a ottenere la maggioranza necessaria a prenderlo da solo
Martedì 28 giugno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite si è votato per scegliere i cinque membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per gli anni 2017 e 2018. L’Italia aveva presentato la propria candidatura per i due seggi che spettano al gruppo dell’Europa occidentale, insieme a Svezia e Paesi Bassi. La Svezia è stata eletta al primo turno, mentre dopo cinque votazioni andate a vuoto i ministri degli Esteri olandese e italiano Bert Koenders e Paolo Gentiloni hanno proposto di dividersi un anno per uno il seggio: l’Italia il 2017 e i Paesi Bassi il 2018.
Per cinque volte né l’Italia né i Paesi Bassi avevano raggiunto la maggioranza necessaria dei due terzi dei voti: nell’ultima votazione avevano ottenuto 95 voti ciascuno. A quel punto il presidente dell’Assemblea Generale, Mogens Lykketoft, ha sospeso la seduta per venti minuti per permettere alle delegazioni di proseguire i negoziati. Alla fine Koenders e Gentiloni hanno fatto la loro proposta, che dovrà ora essere messa ai voti. Koenders ha detto: «L’Assemblea Generale ha inviato un chiaro segnale, cioè che approva allo stesso modo Italia e Olanda». Gentiloni ha detto: «Con questa proposta vogliamo inviare un messaggio di unità».
L’agenzia di stampa AP scrive che l’Italia ha fatto forti pressioni per ottenere il seggio, parlando nella propria candidatura dell’impegno e dell’esperienza nella cosiddetta “crisi del migranti” e del proprio ruolo nella stabilizzazione della Libia. I Paesi Bassi, sede della Corte penale internazionale e di altri importanti tribunali, hanno insistito sul proprio impegno per la giustizia. Se approvato dall’assemblea, il compromesso per la spartizione temporale del seggio sarebbe un avvenimento raro ma non senza precedenti nella storia delle Nazioni Unite: Turchia e Polonia fecero per esempio la stessa cosa nel 1960.
Gli altri membri eletti per il biennio 2017-2018 sono la Bolivia, passata con 183 voti per l’America Latina e Caraibi, l’Etiopia con 185 voti per l’Africa, e il Kazakistan, eletto per la prima volta con 138 voti per l’area dell’Asia-Pacifico. I membri non permanenti vengono eletti ogni anno e restano in carica per due anni. I paesi eletti nel 2015 sono Egitto, Giappone, Senegal, Ucraina e Uruguay e affiancheranno i cinque membri permanenti del Consiglio: Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia e Stati Uniti, che hanno poteri speciali come per esempio quello di porre un veto.
La Carta delle Nazioni Unite all’articolo 24 dice: «Al fine di assicurare un’azione pronta ed efficace da parte delle Nazioni Unite, i Membri conferiscono al Consiglio di Sicurezza la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, e riconoscono che il Consiglio di Sicurezza, nell’adempiere i suoi compiti inerenti a tale responsabilità, agisce in loro nome. Nell’adempimento di questi compiti il Consiglio di Sicurezza agisce in conformità ai fini ed ai principi delle Nazioni Unite».